Quando la passione e il gioco si intersecano tra loro, nasce allora qualcosa di duraturo come “LaPiccolaVolante”.
Non molti conosceranno questa realtà italiana nata nella terra di Sardegna e, per quanto mi riguarda, devo dire che, grazie con i suoi anni di lavoro, i suoi racconti-gioco, le sue pubblicazioni e la passione che i creatori di questa “nave-città” hanno sempre profuso nel progetto, mi ha colpito molto fin da quando gli ho scoperti.
Perché oggi ci troviamo a parlare de “LaPiccolaVolante”?
Voglio trattare di loro perché, quando vedi così tante realtà cadere sotto i colpi del mostro che è l’economia globale, il perdere il gusto per la lettura e il gioco, allora è necessario far capire come le cose possano essere diverse.
Per prima cosa, però, presentiamoli e poi fate un salto sul loro sito e sulla loro pagina Facebook
Intervista a LaPiccolaVolante
Capitano PanHuy la chiamo a rapporto. Le andrebbe di dirci un po’ come è nata LaPiccolaVolante, cosa è e soprattutto perché è sorta o stata varata?
LaPiccolaVolante nasce per caso. Nasce per “colpa” degli altri. Non sarebbe dovuta andare così. Noi semplicemente giocavamo. Giocavamo a un browser game di strategia, in cui passavi mesi insieme ad altri giocatori, in cui l’unico mezzo che ti permetteva di comunicare era una elementare messaggeria: dovevi scrivere.
Per passare il tempo ci inventammo un personaggio ridicolo, Lord Von Criceto. Da un villaggio che aveva il nome LaPiccolaVolante, trasmetteva il “meteospam”. Una solenne cretinata, una previsione del tempo che sfociava puntualmente in racconti assurdi. Insomma niente di “culturalmente” serio, una solenne scemenza.
A un certo punto ci siamo resi conto che il “meteospam” girava per tutto il server e, cosa ancora più commovente, capitava che tornasse indietro con pezzi nuovi, aggiunti da altri giocatori. Persone che non avevano una cronica abitudine di leggere o la velleità moderna degli scrittori “hipster”, per gioco, stavano leggendo e scrivendo. Senza pensarci, senza ambizioni, senza pretensione, stavano leggendo e scrivendo.
Per gioco.
Avete iniziato per gioco, ma ora siete qualcosa di più che un semplice gioco, giusto? Siete una ciurma di una nave giusto? Vi considerate dei pirati o dei semplici naviganti? E le acque sono davvero così torbide e i gorghi così duri da sconfiggere?
Per spostare un villaggio intero decidemmo di caricarlo su un brigantino. Quando comunicammo il varo della casa editrice, ci dissero che eravamo dei suicidi e degli sconsiderati. Come l’equipaggio dell’Olandese Volante che, per la disperata bonaccia decise di sbranare l’albatros, noi con fiera follia rispondemmo che non avremmo lasciato a nessuno il permesso di maledirci e che avremmo scelto da soli la nostra dannazione. Noi. Soli a scrivere come pirati finché, il fil di spada, o il cappio, non ci avrebbe fermato. Ma, fino ad allora liberi di scegliere tutte le guerre che ci pareva.
Come vanno le vostre pubblicazioni? Dove possiamo trovarle?
Ad oggi abbiamo pubblicato: “Fiaba il Mago“, “Pane” (quattro volumi di prossima riedizione), “il Gergo delle Noci“, “la Cacciatrice d’Orsi“, “Springlynn e Dads Baubles“, “Patti di Streghe“, “L’attesa“, “Fuori di 3“, “O.Z.“, “QB“, “i Mangiadraghi“, “Erbasecca e Volaqui“, “Mouse God“, “Il Meteospam” (attualmente in ristampa), “27 martore e 4 caffè – dialoghi dall’Inferno“.
Trovarci invece è tutt’altra impresa. Potete senza dubbio vagare nel nostro negozio online dove potete trovare anche le versioni ebook dei libri, ma nella grande distribuzione di Amazon, Lafeltrinelli e compagnia bella invece, sarà molto dura.
Ma, giusto per capire, come funzionano i vostri giochi di scrittura? Da quello che ho percepito in tanti anni che vi seguo, ma in cui, ahimè, non ho mai partecipato a nessuno dei vostri giochi, ho notato che a volte i giocatori prendono in prestito personaggi di altri. Sai che questo è la base di molti giochi a narrazione condivisa?
Le Arene di gioco LPV sono “palestre” frequentate per puro piacere e per gioco, in cui chiunque, anche chi fa tanti errori di ortografia, o gestisce male le declinazioni, può ricominciare a imparare, ma soprattutto può migliorare fino a farsi trascinare nel nostro catalogo.
Perché nel gioco, nella serenità di un gioco, sopravvivono le storie. Per il personaggio, non per lo scrittore. Per l’Eroe non per l’autore. Per l’avventura epica, non per l’autografo a fine presentazione. Vorremmo far capire, ancora, che se l’Eroe, il personaggio, non diventa più famoso del suo autore, per quell’autore si può parlare di perfetto fallimento.
A bordo di LPV ci siamo resi conto che senza imporlo, questa è diventata LA regola, mai pronunciata davvero, ma lo è diventata. Gli autori fanno di tutto per tenere in vita il personaggio. Arrivano a cederlo ad altri autori quando la loro storia è finita. Decidono di scambiarseli, utilizzarli e cercarli tra le storie in catalogo. Ci sono “medici” che passano da un libro a un altro, demoni che varcano il confine della propria storia e finiscono in mano a un altro autore, mondi le cui chiavi vengono lasciate in mano al prossimo narratore… pur che restino in vita e si continui a raccontare. È bello, meraviglio, vedere un gruppo di persone lavorare per un progetto e non per la propria effimera immaginetta.
Ma quindi voi de “LaPiccolaVolante”… *nemmeno mi fanno finire la domanda, già sanno*
Noi lavoriamo per tenere in vita un universo di personaggi di cui ci siamo innamorati, e aspettando nuovi personaggi che ci faranno innamorare di più. Quale sarebbe, altrimenti, il senso del leggere, se non viver quante più vite, quanti più mondi e quante più avventure in una sola vita reale? Lo diceva anche Umberto Eco, no?
Conclusioni e ringraziamenti alla ciurma
È bello vedere tanta passione. Ripensavo alle loro parole oggi, mentre ero in libreria, e mi sono chiesto: “Un libro cos’è in realtà?”. È un insieme di fogli stampati o manoscritti, di forma simile, rilegati assieme, in un certo ordine, e racchiusi da una copertina. Ma non è soltanto questo. È la vita e il coraggio di qualcuno che ha avuto l’ego smisurato o il bisogno di narrare una storia.
Perché chiedo cosa sia un libro? Lo chiedo perché oggi ne ho spedito uno ad una persona, che ne cercava uno ormai fuori produzione, ma che sapevo dove recuperare, e ne ho comprato uno per fare un regalo. Per me il libro è sempre stato il simbolo del fatto di volere bene a qualcuno anche se, per molti, può sembrare il voler forzare qualcuno a leggere una scelta arbitraria di un’altra persona.
Forse, coi libri de LaPiccolaVolante potreste iniziare a ricredervi, iniziare a scrivere e a raccontare storie.
Avete mai sentito dire da qualcuno che leggere rende felici? Forse, ma sono quasi certo di no. Affrontare i “Fiori di Algeron” di Daniel Keyes non mi ha reso più felice, solo più triste. Leggere “Q” di Luther Blisset mi ha reso disilluso nei confronti del potere e dello stato di diritto.
Leggere quindi mi ha reso più triste? Sicuramente, ma mi ha fatto anche crescere, e lo fa tutt’ora.
Forse oggi ho preso la mia decisione e al prossimo gioco racconto, se il tempo vorrà, chiederò un passaggio sulla loro nave castellomorfa, LaPiccolaVolante.