In quanto appassionato e amatore di storia moderna, accolgo sempre con infantile curiosità ogni serie riguardante questo periodo storico. La Rivoluzione Francese, a mio parere, raccoglie con interessante coincidenza i vari aspetti di questa era, annaffiandoli abbondantemente con sangue e decapitazioni. Ricordo ancora il video di Alessandro Barbero riguardo il tracollo finanziario della corte di Francia; incredibile che abbia guardato quel video pochi giorni prima di rendermi conto de La Révolution, una serie che trattava lo stesso periodo con un tocco di paranormale.
La Révolution è una serie francese uscita nel 2020 e distribuita attraverso Netflix ad Ottobre. Girata tra Maggio e Settembre 2019 in varie località francesi, tra cui Versailles stessa, centro di moltissime scene della serie. Tra i vari attori troviamo Amir El Kace nel ruolo di Joseph-Ignace Guillotin, Marilou Assiloux come Elise di Montargis e Julien Frison come Donatien de Montargis. Tutti attori (quasi) alle prime prese con il piccolo schermo e la grande distribuzione.
La trama de La Révolution in breve
Immaginare una storia francese raccontata nel 1787 lascia davvero poco spazio alle sorprese, soprattutto quando al centro di questa storia sta la vita di una giovane aristocrativa, Elise di Montargis, alle prese con una contea in subbuglio. Elise ha difatti da pochissimo tempo smarrito il padre, reggente nonché amico intimo del Re di Francia, e si trova “spodestata” dalla famiglia del cugino Donatien de Montargis, dalle vedute decisamente meno democratiche della giovane. Proprio quando le cose sembravano non poter andare peggio una serie di brutali omicidi sconvolge la popolazione già infervorata: ad indagare sui cadaveri è un giovanissimo Joseph Ignace Guillotin, ancora agli albori della sua carriera come medico.
Questi tre personaggi cambieranno drasticamente la vita della piccola Contea di Montargis scuotendola nelle sue fondamenta: in un periodo storico dove il sangue blu fatica a mantenere il suo potere e le masse popolari cominciano a scuotersi dalle catene, riusciranno a sopravvivere alla Rivoluzione?
Tutto ciò che ci è piaciuto
Anche se abbiamo aperto l’articolo mostrando che la Révolution non ci è bastata – con connotazioni negative – la serie non è completamente da gettare alle ortiche. La Révolution è infatti una serie che inizialmente piace, anche grazie ad un pilot abbastanza solido, alcuni effetti speciali piacevoli ed una scrittura abbastanza intrigante. Il mistero è gestito bene e centellinato per tenere lo spettatore quanto più possibile interessato allo schermo, mentre costumi, scene d’azione e scrittura dei personaggi tamponano alcune evidenti mancanze.
Anche il reparto sonoro, sebbene non memorabile, non finisce nella lista degli scartati. Con qualche composizione interessante a dominare le scene più concitate, ed altre ancora per quelle più drammatiche, il sonoro si salva. Avremmo preferito qualche tocco di moderno, anche se forse avrebbe stonato nei contesti sbagliati.
Tutto il resto
Purtroppo, però, la lista dei punti positivi si ferma qua. La Révolution è una serie che, semplicemente, fatica troppo a mantenere il suo tono dopo la terza puntata, che comincia a scemare con un passaggio di testimone troppo veloce e si getta in situazioni troppo difficili da gestire con un budget ristretto.
Le ambientazioni rimangono, seppur ricercate, troppo varie; il set costruito intorno alla piazza cittadina rimane il centro di tutte le scene nel villaggio o quasi, il giardino sul retro della villa svolge la stessa funzione per cene, pranzi, dimostrazioni e scontri, così come parti di foresta. In sostanza, sembra di girare in un set e non in una città vera e propria, con scorci sempre diversi e varietà di ambiente.
Le comparse, per un film che vede le rivoluzioni popolari e esseri soprannaturali, sono troppo poche; vedere una sommossa popolare composta da quindici contadini battersi contro dieci soldati in armatura mette semplicemente tristezza più che epicità. Stesso discorso vale per la nobiltà, le guardie cittadini e la corte di Versaille tutta: la carenza di persone (di contorno) rende i protagonisti soli sulla scena e quindi poco credibili.
Gli stessi attori, infine, sono spesso fuori posto, fuori luogo e si muovono e comportano nella maniera sbagliata; alle volte sembra di trovarsi d’innanzi ad una gigantesca macchietta della vita di corte, altre di quella contadina. Nella serie manca quel tocco di realismo becero, sporco e volgare nella quale versava la Francia alla fine del 1700.
Attendendo (?) la seconda stagione
Come a voler solidificare gli aspetti che caratterizzano ogni serie ad oggi, La Révolution termina con un Cliffhanger. Forse il successo della serie ed un aumento di Budget i creatori potranno rattoppare alcune mancanze e rendere questa serie più godibile ai nostri occhi. Per ora rimaniamo in attesa, aspettandoci un prodotto migliore nel 2021.