La Cucina Incantata è un libro di ricette, e allo stesso tempo un saggio, scritto da Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua, sul connubio del cibo coi film di Miyazaki.
Per chi non lo conoscesse Hayao Miyazaki è forse il più famoso esponente della cinematografia di animazione giapponese e il co-fondatore del famoso Studio Ghibli. Con oltre mezzo secolo di lavoro nel settore alle spalle, Hayao Miyazaki, ci ha deliziato con le sue ricette nei suoi racconti di animazione.
In questo libro, scritto a più mani, si può riconoscere il profondo legame tra il cibo e la sua filmografia.
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Sinossi del libro La Cucina Incantata e due parole sulla casa editrice
Gastronomia e cinema sono due mondi capaci di offrire esperienze sensoriali uniche e indescrivibili. Chi ha compreso a pieno questa filosofia è il maestro Hayao Miyazaki, che con le sue storie è riuscito a incantare grandi e piccini. E se c’è una cosa che non manca mai nei lungometraggi di Miyazaki, è proprio il rapporto tra i personaggi e il cibo. La Cucina Incantata propone una serie di ricette tratte dai film del grande regista in tre stuzzicanti varianti. Preparatevi quindi ad avere l’acquolina in bocca con la Pancetta sfrigolante de Il castello errante di Howl e la torta Siberia di Si alza il vento: Miyazaki vi aspetta.
Questo libro è stato pubblicato dalla casa editrice Trenta Editore ed è uscito ad agosto dello scorso anno.
Trenta Editore si dedica alla cultura del cibo in ogni sua forma, per diffondere con qualità, curiosità e innovazione, la grande emozione della buona tavola. Potrebbe essere quindi considerata una grande tavola conviviale capace di unire pensieri, parole e persone.
Ma andiamo ad analizzare meglio il concetto del cibo nei mondi di Miyazaki.
Il cibo nella filmografia di Miyazaki
Dal Ramen di Ponyo sulla Scogliera allo Sformato di Aringhe e Zucca di Kiki – Consegne a Domicilio, i piatti nei film di Miyazaki ci hanno sempre fatto salire l’acquolina in bocca. E come poter dimenticare il pasto più importante della giornata ne Il Castello Errante di Howl? Delle gigantesche uova fritte in padella con delle enormi fette di pancetta affumicata assieme a pane e formaggio. Una delizia per lo stomaco e per gli occhi.
Quanti di noi, in una fredda sera di autunno avrebbero voluto cucinare lo Stufato di Verdure visto in Laputa ne il Castello del Cielo o la Zuppa di Miso e Riso della Principessa Mononoke?
Ogni piatto è costituito da ingredienti “poveri”, non vedrete mai il caviale o l’ankimo (鮟肝), un piatto a base di fegato di rana pescatrice considerato uno dei piatti più cari e ricercati al mondo. Il perché è molto semplice. Lo stile di vita dei personaggi nei film di Miyazaki non è mai sopra le righe. Ogni portata sa di vita quotidiana, di famiglia e purtroppo anche di dolore e assenza.
La cucina come mezzo per parlare durante i film di Miyazaki
Tutti o quasi i piatti presenti in questo libro provengono della tradizione culinaria giapponese.
Il vederli preparare immergono lo spettatore in una atmosfera familiare e al tempo stesso quasi irreale. L’atto di cucinare e mangiare, eccetto che in alcuni film della cinematografia di Miyazaki, è un momento di pausa totale dalla narrazione. Un tempo sospeso, lontano dalla sofferenza. Howl prende una tregua dalla guerra per fare colazione e sembra molto distaccato da quello che vive durante i suoi voli.
Ma non è sempre così.
Quando si pensa alle opere di Miyazaki possiamo sempre intravedere il forte impegno pacifista e ambientalista come in Nausicaä della Valle del Vento, il dramma della guerra raccontato ne Una Tomba per le Lucciole, e la morte per inedia.
Il cibo, o l’assenza di questo, rappresenta un filo conduttore nella narrativa delle opere dello Studio Ghibli: ne La Città Incantata le varie pietanze non sono soltanto un colorato e goloso elemento scenografico, di cui a tratti ci sembra quasi di sentire il profumo, quanto un mezzo attraverso cui i personaggi creano una connessione sentimentale, si rassicurano.
Per esempio gli anpan, panini dolci farciti di una gustosa marmellata di fagioli rossi, detta anko. Oppure gli onigiri, polpette di riso dalla forma piramidale avvolte alla base da un piccolo strato di alga nori e farcite con vari ingredienti, come salmone, tonno e funghi Shiitake.
In altri momenti invece il cibo è un momento di apertura al nuovo mondo o all’accettare qualcosa di diverso da noi. Ne è un esempio l’ananas di Pioggia di Ricordi. Questo frutto, mai visto fresco fino a circa gli anni ’60 nel Giappone del dopoguerra è il momento in cui possiamo comprendere l’apertura del paese al mondo intero ed è molto divertente la scena in cui la famiglia si trova alle prese con questo frutto “sconosciuto”!
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Conclusioni su La Cucina Incantata
Il cibo di Miyazaki è bello da vedere, fa venire fame, ma soprattutto lo si può quasi annusare. È un amore che è nato nella cucina di una persona che poi ha deciso di trasferirlo nei suoi film. È vita reale in un film di animazione. Possiamo quasi sentire il sugarello che viene fritto ne La Collina dei Papaveri.
Ed è proprio da questo amore che nasce il libro La Cucina Incantata. Le tre persone dietro a questo lavoro hanno amato ogni singolo attimo di scrittura di questo libro, lo si percepisce dal loro lavoro. Hanno voluto trasportare i sentimenti del maestro Miyazaki nel libro.
Tante ricette, tanta intimità e, tramite le pietanze, un saggio sul connubio tra cibo e vita che si percepisce con forza nei lavori dello Studio Ghibli.
Questo e tanto altro è quello che potrete trovare nel libro La Cucina Incanta che potete acquistare a questo indirizzo. Un ottimo lavoro sì, ma non scevro da pecche: l’assenza di immagini, che avrebbe reso il tutto ancora più immersivo ed evocativo, si percepisce molto. Un piccolo problema che spero potranno risolvere aggiungendole in una futura ristampa. Nonostante questo un ottimo lavoro che vi consigliamo caldamente!
E voi cosa ne pensate del cibo nei mondi dello Studio Ghibli? Quale è il vostro piatto preferito? Ditecelo nei commenti!