“Kids on Bikes” è un gioco di ruolo del 2018 scritto da Jon Gilmour e Doug Levandowski che porterà i giocatori a vivere grandi avventure in piccole città. Si tratta di un buon titolo, seppur ridotto nel regolamento, che può spaziare da campagne che richiamano “I Goonies” al più recente “Stranger Things”, senza dimenticare che anche “Dark” potrebbe avere il suo fascino.
Ambientazione
L’ambientazione di “Kids on Bikes” viene creata durante la sessione zero, tenendo come capisaldi alcuni dei punti che aiutano le avventure a esser vissute al meglio. Il manuale enfatizza come il luogo perfetto per una campagna o sessione di “Kids on Bikes” siano le piccole cittadine, circondate dal nulla, con pochi abitanti e qualche oscuro rumour o segreto. Si tratta di quelli che in Italia chiameremmo “paesini”, nei quali tutti si conoscono e ben poche persone si fanno gli affari loro.
Nonostante il nome del gioco, i giocatori non saranno obbligati a interpretare dei bambini ma potranno scegliere anche adolescenti e adulti. Ovviamente un’avventura in cui i protagonisti sono dei bambini, dei teenagers o delle persone fatte e finite avrà toni, possibilità e colpi di scena completamente diversi.
Seguendo le migliori correnti del pensiero moderno del gioco di ruolo, i giocatori partecipano attivamente alla scrittura dell’ambientazione rispondendo a domande che il narratore porrà loro. Questo permette non solo di togliere un po’ di peso dalle spalle del master ma anche di permettere ai giocatori di vedere le loro idee costruire il mondo.
Sistema
Il sistema di “Kids on Bikes” è semplice e facilmente spiegabile. Si possono utilizzare tutti i dadi, dal d4 al d20, e si distribuiscono tra le varie statistiche del personaggio. Ogni volta che un tiro di abilità verrà richiesto dal narratore, il giocatore tirerà il dado appropriato. A differenza di altri sistemi, come Savage Worlds, la difficoltà non sarà fissa ma variabile da “impossibile” (20) a “triviale” (1). Fortunatamente i dadi possono esplodere, dunque consentire di essere ritirati in caso si ottenga il massimo che quel dado ha da offrire.
Per la creazione del personaggio si può scegliere uno dei modelli pregenerati, che ricalcano cliché da personalizzare al meglio delle proprie personalità, oppure si può inventare da zero. Il manuale guida il giocatore sia in caso voglia
Struttura del manuale
Il manuale di “Kids on Bikes” si compone di 169 pagine, di cui oltre la metà sono occupate da spunti per avventure. Con oltre 22 idee su cui riflettere, anche il party meno fantasioso potrà giocare per lungo tempo senza mai doversi preoccupare di nulla. A questo si aggiunge una lunga introduzione sulla sicurezza delle persone al tavolo, uno spazio per la creazione di personaggi queer e qualche analisi sulla correttezza storica. Le regole in sé, va ammesso, sono molto poche perché il sistema è molto semplice. L’ambientazione naturalmente è scarna perché necessita che sia il party a crearla.
A chi è consigliato?
“Kids on Bikes” è consigliato a tutti coloro che vogliono vivere avventure alla “Stranger Things” dal quale chiaramente il gioco attinge a piene mani. Coloro che non amano questo genere di storie avranno pochi incentivi a giocare questo titolo, sebbene rimanga di facile lettura.