I’m not Okay With This è una serie netflix co-prodotta da Jonathan Entwistle e Christy Hall ispirata all’omonimo fumetto di Charles Forman. All’interno della serie abbiamo volti già noti al grande e piccolo schermo, tra i quali Sophia Lillis e Wyatt Oleff (IT, parte 1). La serie Netflix consiste in 7 episodi della durata di trenta minuti ciascuno, e termina con un poderoso Cliffhanger. A chi se lo sta chiedendo: la seconda stagione di I’m Not Okay With This non ci sarà. Come rivela Deadline in questo articolo, difatti, la pandemia ha costretto Netflix ad optare per il taglio della serie, nonostante la buona volontà di registi, scrittori e pubblico.
Avanzate quindi con prudenza, dal momento che l’articolo è pieno di spoiler!
Differenze tra fumetto e serie televisiva
Giunto un paio di giorni fa abbiamo parlato di Sweet Tooth e di come questa sere Netflix, che vede la stessa genesi di I’m Not Okay With This, sia peggiore rispetto al fumetto dal quale è presa. Con I’m Not Okay With This invece avviene l’opposto, con una serie che è definitivamente più interessante del fumetto, sebbene la trama si discosti come in ogni adattamento che si rispetti.
Il fumetto di I’m Not Okay WIth This è infatti molto simile ad uno “slice of life”, con episodi interconnessi minimamente e di difficilissimo adattamento televisivo; Entwistle e Hall hanno fatto man bassa di tutto ciò che era possibile mantenere e hanno gettato il resto, ottenendo un prodotto a mio avviso secoli luce avanti al prodotto di partenza. Complice, ovviamente, la buona interpretazione di Lillis e la scrittura generale.
Una serie interessante con un pizzico di Carrie
Parlando quindi della serie, si apre come una normalissima serie teen; Syndey (Sophia Lillis) è una ragazza di 17 anni che ha recentemente perso il padre, morto suicida. La madre ed il fratello sembrano aver digerito meglio di lei la scomparsa, anche se le cose non vanno benissimo né a casa né a scuola. Solo Stanley (Wyatt Oleff) sembra comprenderla e accettarla, sebbene sia a sua volta un emarginato un po’ strambo e fuori dall’ordinario. Dina (Sofia Bryant), sua migliore amica, è interessata a Brad (Richard Ellis) e la aiuta quanto possibile, sebbene spesso l’amica e l’amante entrino in conflitto.
La serie snocciola la scoperta dei poteri telepatici di Sydney, in grado di spostare oggetti e ferire le persone, mentre questa sembra essere inseguita da una strana presenza. Il climax avviene al ballo scolastico dove Brad prova a svelare all’intera scuola il segreto di Sydney; alcuni istanti prima della brutta e orribile rivelazione la ragazza fa esplodere la testa del ragazzo, gettando la scuola nel caos. La ragazza si dà quindi alla fuga, arrivando ad una vecchia torre in legno dove la presenza la raggiunge. Ed è subito cliffhanger per la seconda stagione.
Pareri senza cliffhanger
I’m Not Okay With This è una serie piacevole che scorre come poche; i personaggi sono ben scritti e delineati, con quel minimo di maturazione che si richiede ad una serie pilota con propensione a seguiti. In sostanza, le potenzialità per creare una narrazione di qualità ci sono tutte, dalle relazioni di Sydney con Dina e Stan fino al suo rapporto con la madre ed il defunto padre.
Ad un primo sguardo I’m Not Okay With This mi ha ricordato Carrie, probabilmente per la corsa della Lillis tutta insanguinata, il fatto che i poteri e le circostanze nei quali questi esplodono sono gli stessi e moltissimi altri piccoli particolari. Dai registi di Stranger Things, in realtà, mi sarei aspettato qualcosa di molto meno impegnato (da numerosi punti di vista) e invece sono rimasto piacevolmente colpito.