In risposta al vergognoso articolo in cui Libero diceva che “i maniaci del videogioco vanno curati in clinica”, le associazioni di LARP italiano scrivono una lettera aperta.
Nello scorso articolo, in cui analizzavamo come Libero avesse sommariamente dato la colpa della strage di Jacksonville alla dipendenza da videogiochi, avevamo iniziato dicendo che “il giornale di Vittorio Feltri riesce proprio a far incazzare tutti”.
A causa del fatto che l’articolo incriminato non fosse disponibile nella sua interezza in formato digitale, non ci eravamo resi conto di quanto avessimo ragione.
Il LARP italiano secondo Libero? Una cosa da matti.
Infatti, il pezzo di Costanza Cavalli non si limitava solo a distribuire disinformazione sulle dipendenze videoludiche e sulle motivazioni della sparatoria, con annesso suicidio, compiuta da David Katz, ma procedeva anche a tirare in mezzo anche i giocatori di ruolo dal vivo.
Come mostra anche un estratto pubblicato da varie associazioni di LARP italiano, Cavalli descrive i giochi di ruolo dal vivo come l’altra faccia della medaglia della dipendenza videoludica. Per quale motivo?
Ma ovviamente perché, secondo l’autrice dell’articolo, il LARP serve a trasportare realmente i videogiocatori incalliti nella trama di un videogioco, che dunque diverrebbe un’esperienza reale e soddisferebbe la loro enorme dipendenza. Il tutto, ovviamente, costruito ad arte da organizzatori pagati per inventare trame e ambientazioni, che hanno costruito un business sulla malattia dei poveri drogati di consolle. I quali poi si ridurrebbero in condizioni pietose:
I giocatori si travestono, interpretano un personaggio, mangiano cibo in scatola come se fossero in guerra, non si lavano per giorni, si sparano con armi finte, vengono inseguiti da attori-giocatori travestiti da zombie, a volte lo diventano anche loro, e i ruoli si mischiano e si confondono.
A nulla poi servono le spiegazioni degli organizzatori/appassionati di LARP, poiché Cavalli insinua sempre il dubbio sulla loro attendibilità:
Come su un set di un film, dicono loro, è: “una ricostruzione realistica per calarsi pienamente in un mondo fantastico. La nostra passione non è un semplice passatempo ma è reale impegno, reale dedizione e soprattutto regala reali emozioni.” Chissà.
Ovviamente, non si citano in alcun modo le fonti che spiegherebbero la natura dei giochi di ruolo dal vivo, mentre la citazione riportata non si trova da nessuna parte, se non in questo articolo. Grande professionalità.
AGGIORNAMENTO: alla fine, si è scoperto che Libero ha citato un utente membro del Progetto Eden, Nicolò Cappello, che il 22 agosto aveva condiviso un video di questo LARP, commentandolo come segue:
Sicilia 12 Agosto 2018.
Un vero elicottero atterra durante un evento LARP e riparte con quattro giocatori durante il finale.
Progetto Eden ha apposto una pietra miliare nella storia del LARP, dimostrando che la nostra passione non è un semplice passatempo ma è reale impegno, reale dedizione e soprattutto regala reali emozioni.
Auguri per i vostri progetti e grazie per quello che fate per il mondo del LARP.
Come rendere il LARP malvagio: la retorica del terrore
C’è poco da dire: nella sua disinformazione, l’articolo di Costanza Cavalli è un capolavoro di retorica del terrore.
Il LARP è chiamato “business” per dare l’idea di un giro di soldi losco e che sfrutta la stupidità della gente, tratto direttamente da “business della prostituzione” o “business della droga”.
I giocatori sono descritti con un crescendo di stilemi negativi, che passano dal “travestirsi”, al “mangiare cibo in scatola”, al non lavarsi, passando dallo spararsi con armi finte, fino al mischiare e confondere i ruoli tra zombie e giocatori. Sono termini scelti con cura, che evocano ora un infantilismo di questi adulti disfunzionali, ora le privazioni che si sopportano per tuffarsi nel proprio videogioco preferito, ora la violenza intrinseca di queste attività, fino all’interpretare mostri non morti e al diventare loro stessi degli zombie.
E qualsiasi affermazione o spiegazione data dai giocatori di ruolo è riportata attorniata da incisi dubbiosi, da “dicono loro” e “chissà” che mettono in discussione l’affidabilità di gente con problemi mentali così evidenti.
C’è tutto: dalla tecnologia che ci rende zombie, ai videogiochi che rendono violenti, fino alle attività ludiche “strane” che sono roba ora da bambini, ora da pazzi psicopatici senza amici.
Sarebbe anche degno di stima, se non si trattasse di vera e propria diffamazione nei confronti del LARP italiano, tale che Libero si deve ritenere fortunato ad aver ricevuto solo una lettera aperta postata su Facebook e non una denuncia. Che tanto a questo giornale non interesserebbe nemmeno, visto che campa della notorietà derivata dall’offendere qualsiasi categoria di persone.
La risposta delle associazioni di LARP italiano
Ad articoli del genere si reagisce spesso con la rabbia e l’indignazione, come abbiamo fatto anche noi.
Tuttavia, ad una settimana di distanza, le maggiori associazioni di LARP italiano si sono riunite, rispondendo alle insinuazioni e alla disinformazione di Libero non con insulti o lettere da avvocati, bensì con una corretta, pacata ed efficace rettifica. Il loro intento, infatti, sta proprio nel dare all’utenza un’informazione puntuale e onesta di cosa sia il live-action role playing, spiegandone anche la storia e la rilevanza culturale in Italia.
Quindi, dopo aver citato il passo incriminato dell’articolo di Libero, l’intervento delle associazioni di LARP italiano si esprimono così:
Crediamo sia doveroso da parte nostra fare chiarezza sulla reale natura del Gioco di Ruolo dal Vivo, e confutare il sottinteso esposto nell’articolo della giornalista Cavalli, senza entrare nel merito dello stesso, consapevoli che più autorevoli comunità e organizzazioni vicine al mondo videoludico si sono già ampiamente espresse.
Il larp è l’acronimo di “Live-Action Role Playing”, ossia “Gioco di Ruolo dal Vivo”. È quel gioco che tutti noi abbiamo fatto in tenera età: “facciamo finta che io sono, e tu sei…”, declinato in una versione più strutturata e matura. I giocatori di un larp vivono una storia condivisa e sono loro stessi a decidere con le proprie scelte l’evolversi degli eventi di questo mondo immaginario. È un po’ come trovarsi sul set di un film che non ha copione né un finale prestabilito. La realtà dei fatti, appurabile con una breve ricerca fra le molte realtà che organizzano e rendono fruibile il larp in Italia, rivela subito come la genesi di queste narrazioni, spesso ben antecedenti all’affermazione del videogioco come uno dei leader nel settore dell’intrattenimento, sia estremamente variegata: è possibile trovarne di completamente originali, oppure ispirate a libri, pièce teatrali, eventi o determinati periodi storici, film e, perchè no, videogiochi.
Il Gioco di Ruolo dal Vivo dunque non nasce come risposta all’esigenza di una platea non meglio definita di videogamers intenzionati a rendere reale la finzione di ciò che avviene sullo schermo, ma dal desiderio di essere parte di una grande narrazione collettiva, mettendosi in gioco in un contesto sociale ampio e comunitario, in antitesi di quel senso di isolamento che, a torto o a ragione, viene imputato al meta del videogioco. Il larp può vantare oltre venti anni di attività in Italia, con migliaia di partecipanti, frequenti collaborazioni con organi istituzionali e numerosi riconoscimenti dal mondo accademico e ludico: una simile realtà non merita definizioni riduttive, imprecise o marginali. Nel concludere, pur sottolineando come la quasi totalità delle azioni elencate nell’articolo e imputate alla generalità dei larp, siano invece legate alla volontà di far vivere storie e narrazioni ben specifiche, condividiamo le parole finali del passo citato, sentendole affini alla nostra passione, sulla quale speriamo di aver fatto luce.
Noi Cercatori non possiamo che applaudire l’onestà e la correttezza delle associazioni che hanno contribuito a questa lettera aperta, le quali hanno portato nella discussione una ventata di professionalità.
E basta. Non c’è davvero altro da aggiungere a questa chiarificazione, se non che è abbastanza evidente chi, fra Libero e le associazioni di LARP italiano, sappia fare informazione corretta.
Sotto vi riportiamo i partecipanti alla lettera aperta:
Costituente:
Larp Italia – portale italiano del gioco di ruolo dal vivo
Associazioni LARP aderenti:
- Alessio Fabro, Marco Palamin, Ivano Piva – Arcana Domine
- Giuseppe Borace – ARS Ludica Rievocativa
- Mirko Allegra, Gaia Rinaldini, Christian Ferretti – Associazione Elysium
- Tommaso Nonvino – Avventurieri di Randomar
- Ylenia Macrì – Bardi di Sadirvan
- Alessandro Verga, Luca Randazzo – Bollaverde Live
- Ernesto De Coro – Campo77
- Alessandro Giovannucci – Chaos League
- Lorenzo Giannotti – Cronosfera
- Francesco Mandica, Emanuele Veltri, Vincenzo Galea, Alfredo Arturi – Edur GRV
- Umberto Francia, Emilio Fabbri – Eryados
- Filippo Cumoli – FulcronGRV
- Diego Comunian – GRVItalia
- Andrea Castellani – Il Congegno di Leonardo
- Vivien Valli – La Chiave d’argento
- Lorenzo Scotto – La Forgia del Tempo
- Jole Rotello – Larp Cafè
- Alberto Toro, Andrea Banchelli – Mad2Factory
- Cristina Picuti – OltreVerso
- Lorenzo Fossetti, Sara Spini, Gregorio Taddei, Jessica Cervicato – Ouroboros GRV
- Nicolò Cappello – Progetto Eden
- Elisa Tognari, Antonio De Leo – Secondi Figli
- Martina Grossi, Elia Rosaverde – Squadra dei Falchi
- Francesco Pregliasco, Daniele Cristina, Marco Bielli – Terre Spezzate
- Laura Dolla – The Elder Scrolls GRV
- Marica Russo, Francesco Anderini – The Living Theater: I Rami di Yggdrasil
- Carlo Baronti, Matteo Bresci – WHL Warhammer live
Immagine di copertina ad opera di Ugo Pisano e tratta dalla pagina Facebook dell’associazione I Rami di Yggdrasil Live Action Role Playing
2 Commento
Nicolò Cappello
Ciao, la fonte del passaggio: “La nostra passione non è un semplice passatempo ma è reale impegno, reale dedizione e soprattutto regala reali emozioni.” sono proprio io, in un post che alcune settimane fa ha fatto il giro delle pagine larp italiane.
Comunque grazie mille per la solidarietà espressaci, ad maiora.
Nicolò Cappello
Progetto Eden
Gloria Comandini
Caro Nicolò, grazie mille per la segnalazione.
Alla fine, ho rintracciato la tua frase di commento al video di Progetto Eden sul gruppo di Terre Spezzate. Editerò l’articolo per darti il giusto merito.
Mi dispiace solo che la tua bella frase sia stata usata da Libero senza alcuna citazione e senza alcun contesto.
In bocca al lupo per i prossimi eventi!
Gloria