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Il Grande Inquisitore: il fandom di Star Wars fra critiche legittime e insulti gratuiti

Perché il look del Grande Inquisitore nel trailer della serie su Obi-Wan Kenobi non piace? Perché il fandom di Star Wars è stufo delle critiche? Perché le critiche servono, a patto di non essere insulti gratuiti?

Ebbene sì, siamo di fronte a una nuova polemica interna al fandom di Star Wars. Dopo quella su Gina Carano e l’orribile fat-shaming a Temuera Morrison come Boba Fett, questa volta al centro del piccolo ciclone è un personaggio secondario della serie Obi-Wan Kenobi.
Questa volta, però, chi scrive si unisce alle lamentele. In questo articolo, vorrei parlare brevemente della questione, argomentare la mia posizione e fare alcune riflessioni sulle lamentele del fandom di Star Wars, che spesso risultano anche molto pesanti e gratuite.
In tal senso, sottolineo di aver scritto questo articolo a partire da alcune riflessioni che mi ha suscitato un altro articolo sull’argomento, scritto da Gaetano Vitulano per la redazione de L’Insolenza di R2D2. Gaetano ha un punto di vista diverso dal mio, ma vi consiglio la lettura del suo articolo perché comunque porta delle buone argomentazioni.

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Il Grande Inquisitore nella serie Obi-Wan Kenobi
Il Grande Inquisitore nella serie Obi-Wan Kenobi

Cosa è successo e chi è il Grande Inquisitore?

Come ho accennato, al centro della polemica della settimana c’è un personaggio secondario, ossia il Grande Inquisitore. Vediamo meglio chi è e dove compare.

Per chi non è addentro al fandom di Star Wars, un piccolo riassunto: qualche giorno fa è uscito il trailer della serie su Obi-Wan Kenobi. Il trailer è molto bello, è piaciuto sostanzialmente a chiunque e, insomma, la serie promette molto bene.
C’è però una cosa che ha attirato, negativamente, l’attenzione dei fan. Si tratta dell’aspetto di un personaggio che avevamo visto per la prima volta nella serie animata Star Wars: Rebels. (Se ve la siete persa, guardatela, perché è un gioiello!) Il personaggio è il Grande Inquisitore, un Pau’an ex-Jedi che adesso lavora per l’Impero, dando la caccia ai Jedi scampati all’Ordine 66.

Il look originale del Grande Inquisitore è quello che vedete qui sotto, evidentemente molto ispirato al character design dei Pau’an de La Vendetta dei Sith. Invece, nella serie su Obi-Wan, il look è quello nell’immagine qui sopra. Via la calotta cranica allungata, via gran parte dell’aspetto da Nosferatu, via gli occhi gialli e via i denti aguzzi frontali.
Capirete che questo cambio di look non è piaciuto molto a diverse persone. Io mi inserisco fra gli scontenti, e vorrei dire un paio di cose.

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Rupert Friend, in Hitman: Agent 47, foto di Reiner Bajo
Rupert Friend, in Hitman: Agent 47, foto di Reiner Bajo

L’importanza di non scambiare la critica legittima per bullismo sull’attore

Innanzitutto, è fondamentale che qualsiasi lamentela sul look del personaggio non vada a toccare l’attore, Rupert Friend. Friend è un ottimo attore e la voce che dà al Grande Inquisitore è perfetta, assolutamente alla pari del doppiaggio di Jason Isaacs in Rebels. Friend non è il problema.
Questa sembrerebbe una cosa ovvia e scontata. Ma è importante sottolinearlo, perché purtroppo il fandom di Star Wars tende a bullizzare gli attori, anche molto pesantemente. Lo abbiamo già visto con Temuera Morrison, Kelly Marie Tran, Jake Lloyd (che interpretava Anakin Skywalker da bambino) e Ahmed Best (che interpretava Jar Jar Binks).
Insomma, il fandom deve smettere questi comportamenti tossici: si possono fare critiche senza essere dei bulli da due soldi.

Il Grande Inquisitore nella serie animata Star Wars Rebels
Il Grande Inquisitore nella serie animata Star Wars Rebels
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Cosa c’è che non va nel look del Grande Inquisitore?

Quindi, facciamo delle critiche.
Da parte mia, trovo che il look del Grande Inquisitore in Obi-Wan Kenobi sia un downgrade rispetto al trucco che abbiamo visto ne La Vendetta dei Sith e rispetto al character design del personaggio nella serie Rebels.

Protesi facciali, recitazione e trucco invadente

Certamente, l’attore deve essere in grado di muoversi e di recitare in maniera espressiva, quindi non può avere tutto l’armamentario che avevano i Pau’an nel film di Lucas. Una protesi con i denti aguzzi frontali sarebbe molto problematica per un’enunciazione chiara, quindi possiamo sorvolare.
Per quanto mi intristisca dirlo, anche gli occhi gialli del Grande Inquisitore in Rebels si possono evitare. Infatti, abbiamo già visto che manipolare troppo (con lenti a contatto o in digitale) gli occhi degli attorni fa perdere loro espressività. Forse, risulterebbe perfino meno invadente dare a Friend occhi totalmente neri, invece di dargli degli occhi gialli in CGI.
Insomma, non possiamo pretendere una trasposizione uno-a-uno dalla serie animata al live-action, perché ciò che funziona nell’animazione non sempre fa un bell’effetto con attori in carne e ossa.

Ma il resto, ossia la calotta cranica non allungata e la pelle senza le profonde solcature verticali, sono, sempre secondo me, un lavoro puramente malfatto. Una protesi sul cranio non impedisce la recitazione, le solcature sul volto non sono così invadenti, anche perché abbiamo visto che Friend qui ha già delle protesi facciali, e la stessa calotta cranica tondeggiante che indossa sembrerebbe una protesi (ma potrebbe anche non esserlo, vista la testa al naturale di Friend). Quindi, davvero, cosa costava usare una protesi più in linea col character design del personaggio in Rebels, che evidentemente riprende in Pau’an de La Vendetta dei Sith?
Almeno così si capirebbe a che specie appartiene il personaggio. Invece, in questo trailer, nessuno lo potrebbe accostare ai Pau’an del film di Lucas: è un umano pallido, con la testa tonda e gli occhi neri.

L’influenza dei fumetti?

C’è chi dice che l’aspetto del Grande Inquisitore nella serie su Obi-Wan riprende l’aspetto che gli hanno dato nei fumetti di Star Wars, dove in effetti la sua testa è più tondeggiante. Ma, lasciatemelo dire, credo che ciò sia da attribuire al fatto che spesso nei fumetti di Star Wars gli artisti non fanno un gran lavoro nel rispettare le reference a personaggi già esistenti: ecco perché il Grande Inquisitore dei fumetti non c’entra nulla, esteticamente, con la sua controparte in Rebels.

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I Pau'an ne La Vendetta dei Sith
I Pau’an ne La Vendetta dei Sith

Il fandom di Star Wars e le critiche: un rapporto difficile, reso più difficile da un fandom spesso tossico

A cosa servono le critiche

Ma a che pro lamentarsi del look di un personaggio secondario, comparso in due fumetti in croce e introdotto in una serie animata?
Ebbene, da parte mia, penso che sia importante far arrivare queste critiche alla Lucasfilm, poiché laggiù devono capire che no, non possono sempre dare al fandom un contentino di bassa qualità pensando di potersela cavare sempre. Se fanno un pessimo lavoro di costumistica, il loro lavoro verrà criticato a colpi di meme. Se il look del Grande Inquisitore ha reso male nel trailer, allora significa che hanno fatto un pessimo lavoro nel costume e nella presentazione del personaggio.
Potevano fare di meglio, e si spera che le critiche convincano la produzione a fare di meglio: fate dei costumi migliori, curate meglio il design dei vostri personaggi.

Quando la critica si trasforma in insulto

Per i/le fan di Star Wars che ci leggono: sì, le costanti critiche hanno stufato. A volte sembra che certa gente guardi le opere di Star Wars solo per lamentarsene. A volte sembra quasi un crimine apprezzare le opere di Star Wars, perché saremo bombardati commenti negativi, alcuni anche molto tossici e aggressivi.
Capisco che siate stanchi/e di tutte queste critiche, perché un po’ lo sono pure io. Inoltre, quando le critiche sono così aggressive e polarizzate si trasformano in insulti verso chi, invece, apprezza l’opera: “questa cosa è brutta e può piacere solo al fanboy stupido”. Così, si tende a fare il parallelismo “critica all’opera = insulto alla mia persona”, o “qualcuno critica l’opera = quest’opera non mi può piacere”.

La critica legittima è, invece, cosa diversa. E non deve mai consistere nel giudicare moralmente una persona solo per i suoi gusti su Star Wars. Mi sento ridicola a dover dire una simile banalità, ma a volte questo fandom sembra scordarsi le basi della conversazione civile.
Per fortuna, però, almeno in Italia non mancano spazi virtuali in cui è possibile discutere in maniera non troppo polarizzata e in cui si cerca di contrastare le discussioni tossiche.

Ma non ci possono piacere solo i capolavori

Ma il mondo non è diviso tra capolavori e monnezza. Io, probabilmente, apprezzerò molto la serie Obi-Wan Kenobi, e probabilmente apprezzerò anche il personaggio del Grande Inquisitore in live-action, perché già l’interpretazione di Friend mi convince. Però non credo che potrò apprezzare la serie al 100%: ci saranno sempre alcune cose che mi faranno storcere il naso, e va bene così. Quasi mai troveremo opere che sono letteralmente cucite addosso ai nostri gusti.
Quindi sì, dobbiamo farci andar bene le critiche alle opere che ci piacciono, a patto che siano critiche educate e non insulti. Ricordatevi che, prima o poi, tutti/e noi finiamo per imbatterci in qualcosa, nelle opere di Star Wars, che ci fa storcere moltissimo il naso e che criticheremo. È inevitabile.

Oggi, tocca a me col Grande Inquisitore, un personaggio secondario totalmente ininfluente che però io ho amato moltissimo in Rebels. E che sì, avrei voluto vedere reso meglio nella serie su Obi-Wan. Quindi mi lamento, sperando che la Lucasfilm corregga il tiro in futuro. Ma se a voi il look del personaggio è piaciuto o non vi fa né caldo, né freddo, sono contenta per voi e va bene così.

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