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Il Fabbricante di Spettri – Recensione

Il Fabbricante di Spettri è il terzo romanzo di Mauro Longo, famoso scrittore girovago, noto per la sua serie di racconti, giochi di ruolo e librigame ambientati nel mondo di Ultima Forsan, creato in collaborazione con Giuseppe Rotondo.

Quest’opera, come detto anticipatamente, è il terzo romanzo dell’autore e, come lui stesso ne parla nel proprio blog, si scontra contro quella che è comunemente chiamata la “Teoria del Terzo” (album, libro, gioco, fate voi).

Il terzo libro, amici miei, il terzo libro non può mentire. Questo lo hai dovuto scrivere da zero dopo aver finito il secondo. Il terzo libro è quello che sancisce se sei un bravo scrittore o hai finora solo avuto fortuna.

Mauro Longo

Prima del mio parere su questa frase dell’autore, vorrei però parlarvi del Fabbricante di Spettri.

Due parole su il Fabbricante di Spettri

Un dipinto della battaglia di Lepanto a cui le vicende del libro fanno da apertura

Questo volume, edito dalla casa Dana Libri (la stessa casa editrice che importa in Italia Batman e tutti i fumetti della DC), è un romanzo che si colloca a cavallo tra il genere storico e quello di fantasia.

L’anno in cui si svolge la vicenda è il 1571, a pochi giorni dalla battaglia di Lepanto, e narra la storia di Bartimeo Beretta, armaiolo, inventore, fattucchiere. Insomma, il classico Veneziano per tutte le stagioni, come ci hanno già fatto conoscere in passato altri scrittori che hanno narrato storie in questo secolo così travagliato. Il personaggio incarna in sé la volontà di potenza di un popolo che a breve sarà testimone del declino del proprio potere mercantile e politico, in un’Europa che vedrà ridimensionata la propria grandezza dopo la scoperta del cosiddetto Nuovo Mondo.

Le strade che Bartimeo Beretta percorre, nella sua ricerca del “Fabbricante di Spettri” s’intersecano con quelle di personaggi storici realmente esistiti, quale il “Cavaliere Nero” d’Ungheria Ferec Nadasdy, la Contessa Sanguinaria Erzsébet Báthory, la spia Esperanza Malchi o il pirata rinnegato Uluç Alì detto Ucciallì, noto traditore italiano al servizio del Gran Sultano.

La Teoria Sul Terzo Libro

La triade dei libri Mauro Longo

Il terzo libro è stato mandato alle stampe!

Per la prima volta l’autore si discosta dal suo Ultima Forsan, ma non abbandona alcuni aspetti che abbiamo potuto apprezzare nelle sue opere precedenti. Gli intrighi che Mauro Longo ci propone in questo romanzo sono molto ragionati, intricati, per nulla scontati e carichi di suspense e rendono la narrazione molto complessa e piena di colpi di scena, tali da farti restare incollato alle pagine.

Possiamo tranquillamente affermare che le idee ci sono, e che questo terzo libro è all’altezza dei due precedenti!

Le citazioni di Mauro Longo

La prima volta che mi approcciai a un libro di Mauro, che reputo una delle persone più gentili e disponibili con cui mai abbia avuto a che fare nel “mondo” del gioco, fu con il suo “Guiscardi Senza Gloria” (che potete trovare a questo indirizzo). Quando comprai il libro, non sapevo bene cosa aspettarmi: non ero solito leggere di fantasy italiano ed ero molto restio, come mio solito, essendo un lettore molto selettivo. Beh, il volume invece mi fece ricredere. Fin da subito notai la profonda cultura dell’autore, e non solo in campo letterario, ma anche cinematografico. Colsi subito una citazione e lo alle tre di notte per fargli i complimenti.

Anche a questo giro Mauro semina, come tante piccole briciole di pane, delle piccole citazioni nel suo ultimo lavoro, che non vi svelerò per non togliervi il gusto di trovarle a vostra volta.

Due domande all’autore

Una foto dell'autore de il Fabbricante di Spettri

Giacché Mauro è sempre così disponibile, e per amore di completezza, lo abbiamo contattato per fargli due domande, che ci stavano particolarmente a cuore, riguardanti il suo romanzo.

1) Nel tuo libro si percepisce una forte componente pacifista, nonostante vi sia una battaglia all’orizzonte e scontri durante tutta la storia, in particolar modo in uno dei flashback che ci presenta meglio uno dei protagonisti. Vuole essere quindi una critica nei confronti del mondo antico, o anche di quello moderno con l’attuale situazione che stiamo vivendo?

Guarda, lo dico molto semplicemente: io NON sono un pacifista. Credo che la “violenza” sia, nel bene e (soprattutto) nel male, una componente naturale delle specie animali e quindi anche dell’uomo. Anche gli erbivori più mansueti, se minacciati, posseggono in natura gli strumenti e l’inclinazione istintiva a difendersi. Quindi il problema, dal mio punto di vista, non è il concetto di violenza in sé, ma come si applica, come se ne ABUSA e – ancor di più – verso dove la si dirige e perché. Se qualcuno esercita una violenza efferata, crudele, motivata da interessi abietti, allora per me è da denigrare in ogni modo, e da combattere. Esercitare la forza per difendere ideali corretti e positivi (una volta definiti), per difendere valori e persone in difficoltà, invece lo ritengo un fatto accettabile e spesso necessario. Il terzo punto, spesso paradossale, è quello di coloro che esercitano violenza eseguendo degli ordini. È lecito? Non è lecito? Secondo me, la responsabilità individuale rimane anche quando si eseguono degli ordini. 

“Solo perché hai ricevuto un ordine, non significa che devi eseguirlo” è una massima che andrebbe appresa e somatizzata. Costi quel che costi. Questo però, è ovvio, mette in discussione l’intero corpo di difesa di una struttura sociale organizzata… ed è anche giusto che sia così. 

Insomma, io credo che in ogni momento storico, se uno si fa trascinare da quello che qualcun altro gli dice di fare, finirà sempre per sbagliare ed essere un giorno condannato dalla storia. L’unico modo per non essere macchiato dalle ingiustizie della propria epoca è fare sempre quello che si sente giusto, infischiandosene di cosa dicono in quel momento la legge, il re o il generale di turno. E se c’è da menare le mani, non bisogna tirarsi indietro.

2) Questa domanda è più leggera, ma d’obbligo. Rivedremo nuovamente Bartimeo Beretta in uno dei tuoi futuri libri facendo nascere così una serie incentrata su di lui oppure ci dobbiamo accontentare de “Il Fabbricante di Spettri”?

Un lettore attento si accorgerà che nel romanzo ci sono molti agganci a possibili sequel e prequel della storia, ma in questo momento non c’è ancora un piano per il futuro di Bartimeo e dei suoi allegri compari. Non appena decideremo, sarete i primi a saperlo!

Conclusioni su “Il Fabbricante di Spettri”

Il Fabbricante di Spettri è un ottimo libro per cominciare a leggere i lavori di Mauro Longo. Non è necessaria alcuna conoscenza pregressa e, anche chi non conosce la storia del periodo, può goderne appieno. Potrete trovare di tutto in questo romanzo: intrighi, passioni, lotte tutto all’ombra di un periodo storico ricco di eventi che hanno plasmato la nostra storia moderna.

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