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Il Campione Eterno nell’opera di Michael Moorcock

Il Campione Eterno è la figura che forse mi ha più affascinato dell’intera produzione di Michael Moorcock. Facile, direte voi…

Il Campione Eterno è un qualcosa di molto versatile ed è ovvio che possa piacere. Sapete di cosa o di chi stia parlando?
Ma è chiaro, sto parlando Elric di Melniboné, di Erekose, di Corum, di Hawkmoon, di Von Bach, di Jerry Cornelius e di tanti, tanti e tanti altre incarnazioni, nomi, persone, quante sono le ricorsioni del Multiverso.

Non basterebbero tutte le pagine di un libro per parlare del Campione Eterno e delle sue reincarnazioni. Infatti, nella mente e nelle opere di Moorcock, questo essere è presente attraverso le dimensioni, lo spazio e il tempo nel “Multiverso”.

Il concetto di Multiverso non credo vi giunga nuovo. È infatti anche trattato in altre serie di racconti, dalle “Cronache di Narnia” a “Queste Oscure Materie”, o in alcuni film come “Donnie Darko”, l’Universo Marvel e addirittura, e non ridete vi prego, “Sliding Doors”.

L’idea di Campione Eterno mi ha sempre interessato, poiché questi è impegnato a riportare l’equilibrio nei mondi e negli universi in cui è trascinato, spesso contro la sua volontà. Nelle opere di Moorcock, infatti, vi sono alcuni temi ricorrenti, come potete ben immaginare, e sono l’eterna lotta tra Bene e Male, Caos e Legge, gli amori che il Campione Eterno vive nelle sue innumerevoli vite, le armi che ha al suo fianco, coloro che lo accompagnano nelle lotte, ma soprattutto l’eterno migrare verso altre vite e verso nuove battaglie alla ricerca di Tanelorn. Su questa dovrò spendere più che un paio di parole se non addirittura un articolo intero.

L’immagine di copertina è opera di Goran Gligović.

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Michael Moorcock
Il volto di colui che ha creato il Campione Eterno

Il concetto di Equilibrio nei libri di Moorcock

Come prima questione voglio trattare il concetto di Equilibrio. Non è solo tra il Bene e il Male come lo possiamo pensare noi, ma anche un equilibrio tra la Legge e il Caos. L’Equilibrio, nei libri di Moorcock, è necessario perché un “ciclo” possa prosperare, poiché senza di esso il mondo dove è stato chiamato il Campione è destinato alla distruzione. Un eccessivo spostamento della “bilancia” verso il Caos trascinerà il ciclo verso l’annichilimento a causa delle guerre e delle devastazioni portate senza controllo, mentre se questa ipotetica bilancia si spostasse verso la Legge si andrebbe invece incontro ad una staticità degli esseri presenti nel ciclo, ad un annullamento della personalità della gente e delle idee, alla formazione quindi di una sorta di “gabbia grigia” dove tutto, nuovamente, andrebbe incontro alla fine.

Interessante in questa visione dello scontro è quello che viene detto ad Elric durante i libri da una creatura del Caos ovvero:

“Noi viviamo per alimentare la lotta cosmica, non per vincere”.

A volte, nei romanzi, il Caos e la Legge sono palesi, come appunto nella Saga di Elric dove inizialmente il dio patrono del guerriero albino è uno degli dei del Caos, precisamente Arioch, mentre in altri racconti questi sono nascosti o addirittura assenti come nel caso della Saga del Campione Eterno, Erekose.

Gli amori del Campione Eterno

Altro concetto ricorrente sono gli amori del Campione Eterno. Forse la parte più debole di tutti i romanzi, a mio avviso. Questi amori sembrano sorgere perché così deve essere e perché serve alla narrazione. Molte sono le compagne del Campione Eterno, e tutte sembrano essere quasi vuote a livello psicologico, pronte ad essere assorbite dalla personalità del Campione e ad accettarlo nelle sue manifestazioni, senza quasi mai mettere in dubbio le sue scelte e quasi sempre pronte a sacrificarsi per nutrire la “forza” che alberga e vive dentro l’arma del Campione.

Quest’ultima frase vuole introdurre un altro topos ricorrente nei racconti di Moorcock, che è per l’appunto l’arma del Campione Eterno.

L’Arma del Campione Eterno

Questa può prendere molte forme e molti nomi. A volte può essere una spada e le più famose impugnate dal Campione sono Tempestosa (Stormbringer), la Lama Nera, Kanajana, la Lama Fredda; altre volte può essere una pistola come la Pistola ad Aghi di Jerry Cornelius, o infine un bastone come quello impugnato da Hawkmoon. Nonostante che le forme dell’arma possano essere diverse, questa è sempre Una in tutto il Multiverso. L’essenza stessa dell’arma e della sua sete di vita è una costante in ogni incarnazione, come è costante la lotta del Campione contro l’arma stessa, che agendo di vita propria, spesso porta quest’ultimo a dilemmi morali e a terribili sensi di colpa. Più di una volta infatti l’arma del Campione ha mietuto vittime tra i suoi amori o i suoi compagni di ventura.

Durante i racconti questo eterno conflitto tra il Campione e la sua natura distruttiva, di cui l’arma ne prende la forma, è ben messo in evidenza, come il fatto che alcune volte lui voglia cercare di cambiare le cose senza l’aiuto di alcuna arma, eppure nonostante la sua volontà di negare la propria natura, non utilizzando uno strumento di morte, è costretto dagli eventi a dover impugnare e a mietere vittime, sia innocenti che non. Questa sua lotta con il suo alleato, e al contempo la sua nemesi, viene anche esplicitamente identificata come la rappresentazione stessa della Paura.

Campione Eterno Elric
Elric sul suo trono. Uno degli aspetti del Campione Eterno

I compagni di viaggio

Per quanto riguarda i suoi compagni di viaggio, anch’essi come lo sono gli amori del Campione, spesso sono personaggi vuoti in cui lui riversa parte della sua personalità. Solitamente i compagni sono neutrali nella lotta dell’equilibrio e non appoggiano apertamente la Legge o il Caos, ma appoggiano le scelte del Campione. Succede invece che talvolta il compagno del Campione abbia avuto nel suo passato una storia simile a quella del Campione, possibilmente era devoto ad una fazione in lotta, per poi trovare una sorta di equilibrio che lo ha portato a voler accantonare la lotta per mettersi alla ricerca della pace e della città di Tanelorn.

Nel racconto il “Drago nella Spada” succede qualcosa di più complesso in questi personaggi. Il compagno del Campione è il conte Ulrich von Beck che in realtà è anche, egli stesso, un’incarnazione del Campione. Questo esempio di dualità è riscontrato anche nella saga di Elric dove, la dualità, è rappresentata dalla presenza di due armi gemelle ovvero Tempestosa e Luttuosa (Stormbringer e Mournbringer). Questa dualità è anche presente, sempre in Elric di Melniboné, in un passo del libro dove varie incarnazioni del Campione combattono assieme, e dove alcune di queste perdono la propria vita.

Ad un’analisi più approfondita, tuttavia, non è detto che effettivamente esista una dualità nei Campioni di Moorcock, forse questa visione altro non è che un meccanismo di difesa come la scissione o la dissociazione che il protagonista attua per poter accettare le scelte, talvolta discutibili, nella speranza di completare il ciclo in cui è trascinato contro la sua volontà.

La Migrazione attraverso i Cicli

Siamo arrivati al momento più complesso di tutta questa trafila. L’eterno migrare del Campione da un ciclo all’altro.

Dunque, l’eterno migrare per i vari cicli del Multiverso è, forse, il più interessante dei punti delle opere di Moorcock. Ogni ciclo che il Campione deve vivere è sull’orlo della perdita dell’Equilibrio; nonostante che la lotta tra queste due fazioni sia eterna e non potrà mai finire il Campione è trascinato a combattere contro la sua volontà. Per lui non c’è mai pace e l’unica cosa che può fare è combattere per l’una o l’altra fazione. Dalle ceneri della guerra il ciclo successivo nascerà forgiato dai fuochi della battaglia, e in base alla fazione che avrà vinto, la Legge o il Caos avrà una presa maggiore.

Forse Moorcock ha trovato fondamentale per la sua opera lo scritto di Hans Von Arnim precisamente lo ”Stoicorum Veterum Fragmenta” che in un passo dice così:

La ricostituzione del tutto avverrà non una, ma più volte, o meglio le stesse realtà si ricostituiranno all’infinito e senza limite. E gli dèi, non essendo soggetti alla distruzione, ma succedendo ad ogni ciclo, conoscono perciò tutto quanto avverrà nei cicli successivi, perché non vi sarà nulla di diverso rispetto a ciò che è accaduto in precedenza“.

Questa visione stoicistica del Multiverso è forse la più grande maledizione per il Campione Eterno.
Questo essere risulta essere completamente privo di libero arbitrio poiché è obbligato nel suo compito e non vi si può sottrarre. L’unica possibilità di trovare pace per lui è raggiungere, di tanto in tanto, alla città di Tanelorn l’unico punto fisso nei vari mondi del Multiverso dove il Campione può trovare una sospensione, almeno momentanea, e potersi riposare.

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Campione Eterno

Conclusioni e un po’ di musica!

Per riassumere le opere di Moorcock penso che basti questa singola immagine e questa frase tratta da Nietzsche:

In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte

Per cui l’universo rinasce e muore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. Un’eternità di lotta per l’Equilibrio.

Ora invece, prima di chiudere, vorrei trattare un argomento particolare, ovvero come Moorcock abbia anche profondamente segnato un particolare filone musicale con le sue opere ovvero la musica Metal.

Molti gruppi hanno collaborato con lo scrittore per alcune delle proprie canzoni a partire dagli Hawkwind che hanno citato nel brano “The Black Corridor” l’opera scritta nel 1969 e che vi consiglio fortemente di leggere. Ha addirittura lavorato con loro nell’album “Warrior on the Edge of Time”.

Per i Blue Öyster Cult ha scritto i testi per tre brani che sono “Black Blade”, “Veteran of The Psychic Wars” e “The Great Sun Jester”. Essendo un uomo molto di spirito si è anche esibito con questi due gruppi nel 1987.

Per completare i “corrotti” da Moorcock citiamo i Blind Guardian con “The Quest of Tanelorn” e “Tanelorn (Into The Void)“, e la band nostrana dei Domine.
Che altro? Direi che ho detto abbastanza, ma non tutto, così, se volete, potete iniziare a scavare alla ricerca dei volumi e del significato profondo di questi. Vi lascio con uno dei punti più strazianti dei libri.

Siamo i perduti, siamo gli ultimi, siamo gli sgraditi.
Siamo i Guerrieri alla Fine del Tempo.
E siamo stanchi. Stanchissimi. Stanchi di amare
Siamo le schegge delle tue illusion
I rimasugli delle tue speranze.
Siamo i Guerrieri alla Fine del Tempo

Ci vediamo alla Fine dei Tempi!

3 Commento

  • Gabriele
    Posted 13 Giugno 2022 at 15:07

    Bell’articolo, complimenti.
    Restando nell’ambito musicale vorrei citare altre due band di un certo rilievo (seppur di nicchia):
    gli americani Cirith Ungol le cui copertine degli album sono i le illustrazioni ufficiali dei romanzi di Elric di Melniboné e naturalmente le vicende del principe albino sono ampiamente presenti nei testi della band.
    gli italiani Doomsword che, come si evince già dal nome della band, sono molto legati a Tempestosa. Di questo gruppo voglio segnalare un brano che mi è sempre stato caro, Days of High Adventure, che è sostanzialmente un’ode alla letteratura Fantasy classica e al rapporto che ha il lettore con le storie che ama, quelle storie che rimangono nel cuore e che in un certo modo abbiamo vissuto anche noi come se fossimo a fianco di quegli eroi.

    • Riccardo Gallori
      Posted 14 Giugno 2022 at 19:40

      Sono l’autore dell’articolo, per prima cosa ti volevo davvero ringraziare per la dritta, e come seconda cosa, porti una domanda: se scrivessi un articolo su musica metal e fantasy, avresti piacere a leggerlo?

      • Gabriele
        Posted 19 Giugno 2022 at 6:37

        Assolutamente sí e… buona fortuna, è un argomento che definirlo vasto è riduttivo :)

I commenti sono chiusi.

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