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I Guardiani di Pietra – Dragonero, il Ribelle #3

I Guardiani di Pietra volevano proprio essere trovati!
In questi giorni, infatti, ho tentato la fortuna nell’edicola sotto casa per vedere se, per caso, fosse uscito in anticipo il numero di “Dragonero, il Ribelle” (ne abbiamo parlato anche qui e qui) di gennaio… così è stato.
Vai con l’intro!

“…
Questa cespiscante epidemia
questa endemica malattia,
questa nemesi prodigiosa,
questa spirale nebulosa,
della storia ha la stessa circolarità
e la stessa maledetta ambiguità,
figlia dell’abisso come della vetta
reca ad un tempo perdono e vendetta.”

“Golem”, “Der Golem”, Il Segno del Comando, 2002

Luca Enoch torna al comando (soggetto e sceneggiatura) di Dragonero nell’albo di gennaio, “I Guardiani di Pietra” e lo fa con una storia che non ha il solo scopo di ampliare la nostra visione sui cambiamenti in corso nell’Erondár.

Dragonero in copertina mentre affronta due giganti di pietra
Sarà dura lotta

Gli attori principali della storia sono i membri della comunità di Eleusi di Floriluncăr, la cui sorte è evocata dall’albero che si para innanzi a Ian e agli altri ribelli, mentre sono alle prese con la propria missione.

Dragonero davanti ad un albero con persone impiccate
Un albero di impiccati non è mai un buon segno

Chi sono gli Eleusi?

Gli Eleusi sono una minoranza nel mondo di Dragonero, presenti fin dagli albori della serie (“Nel regno di Zehfir“, n° 7, dicembre 2013). Si dedicano all’alchimia e all’erboristeria e per questo si spostano per tutto l’Impero alla ricerca di piante e funghi rari e preziosi. Possiedono delle peculiari caratteristiche fisiche: sono completamente glabri e tutti hanno le labbra nere, in conseguenza al consumo del fungo Olleana, considerato la manifestazione fisica della divinità in questo mondo. Tale usanza, manco a dirlo, è malvista in tutto l’Erondár, poiché si ritiene che allontani il favore dei Khame [Khame Morhea è (o meglio era) la religione ufficiale dell’Impero].

Va da sé che la diversità d’aspetto e di usanze, le loro preferenze alimentari e il loro lavoro li rendono vittima di pregiudizi e disprezzo dalla maggior parte della popolazione. Sono spesso ritenuti responsabili di epidemie o carestie, il che li rende facili capri espiatori con conseguenti sommosse popolari ed interventi militari contro di loro, la più famosa delle quali è stata narrata nella storia doppia “Il contagio” (n° 30, novembre 2015) e “L’agonia di Yastrad” (n° 31, dicembre 2015). Queste purghe sono così tanto frequenti, che gli Eleusi hanno coniato un termine specifico per indicare tale situazione: Pusztulàsh.

Ma torniamo a “I Guardiani di Pietra

I ‘Riveriti‘, i portavoce della comunità di Eleusi di Floriluncăr, si troveranno a dover affrontare un’intolleranza mai vista prima, segno distintivo della nuova religione della Signora delle Lacrime, che ha ormai soppiantato il precedente culto dei Khame.
Come l’affronteranno? Basta leggere l’episodio per scoprirlo!

Occhio agli SPOILER
Per combattere i seguaci dell’Occhio che Lacrima diventeranno proprio quello di cui la gente li ha sempre ingiustamente accusati.
Il capo degli Eleusi mette a riposo i Vhédök, i Guardiani di Pietra
I Vhédök fanno molto Golem, vero?

I Ribelli, “Le Spade di Giustizia“, impegnati nello scortare i pochi Eleusi rimasti nel loro esodo, non assisteranno alla tragica conclusione degli eventi, come previsto da Ian.
Fugace, come un motivetto fischiettato nel cielo notturno, è l’unica nota di allegria dell’episodio: attenti al “Aki houzå a pöle” (“Colui che porta il palo“)!

Per concludere

Le storie che parlano dell’odio e dell’intolleranza dettata dall’ignoranza, sono universali (basti guardare alla Storia reale dell’umanità), ma è sempre difficile trattare tali argomenti sensibili. Quindi quale modo migliore di raccontarle se non tramite narrazioni fantastiche? In questo modo siamo in grado di tessere un ordito senza tempo, che possa funzionare sempre, proprio perché in qualsiasi epoca lo si guardi, ci saranno sempre coloro che useranno la forza per sottomettere gli altri.

Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.

I ribelli dell’Erondár

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