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Got 8×03: La più brutta puntata della serie

In queste recensioni parleremo di GOT, abbreviazione ormai nota per indicare lo show Game of Thrones. Se non siete al passo con la serie, vi avvertiamo della possibile presenza di spoiler.

La Battaglia per Grande Inverno è l’episodio più lungo della storia di Game of Thrones. Ha richiesto oltre undici settimane per essere girato. Ci sono circa 750 persone presenti in scena. La produzione complessiva dell’episodio è costata 15 milioni di dollari. Si tratta della battaglia televisiva più lunga mai prodotta e trasmessa. E il risultato fa veramente pena. Questa puntata è, senza dubbio, la più brutta di tutta GOT.

Avete già letto la recensione della puntata numero due di GOT? La potete trovare qui!

Vedo ma soprattutto non vedo!

Prima di vedere la puntata mi erano arrivate voci e lamentele di quanto “buio” fosse l’episodio. Non capivo se fosse semplicemente girato con un’illuminazione sbagliata o se ci fossero problemi di produzione. Sono stato decisamente troppo ottimista.

La produzione e il regista hanno ben pensato di giocarsi l’effetto classico, un po’ da film horror, del non far vedere il mostro. Nello specifico, grazie alla Lunga Notte che viene portata passo passo dall’esercito degli estranei, ogni forma di luce viene assorbita e un muro nero incede ad ogni passo dei morti. Il motivo per cui questa idea sia stata adottata dopo diverse stagioni in cui comparivano gli estranei è per me un mistero. Che effetto può fare su uno spettatore non vedere il nemico nella battaglia finale dopo che lo si è visto dozzine di volte? Di fatto lo spettatore vede dei soldati combattere il buio e menare fendenti nella notte. Non so se questo per qualcuno si possa definire epico, per me non lo sarà mai. Immaginate la battaglia del Fosso di Helm, dove però si può vedere solo il lato sulle mura, niente orchi. Bello, vero?

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Manco le immagini in HD si possono trovare per sto episodio.

In GOT Non conta la lunghezza dell’episodio ma come si usano i minuti

Siamo alla terza puntata e, anche in questo caso, ci sono dozzine di minuti sprecati: scene inconcludenti ai fini della trama, rallenty completamente a caso, draghi che volano nella tempesta, il Night King che guarda Bran e Bran che guarda il Night King. Quando hanno annunciato che questa stagione avrebbe avuto un minutaggio molto più alto per ciascuna puntata, mi aspettavo dei grandi approfondimenti. Mi sbagliavo terribilmente. La produzione ha sfruttato il maggior tempo per puntata per dare spazio al superfluo. Un modo come un altro per dire “non abbiamo voglia di montare seriamente un episodio”.

I mille problemi di sceneggiatura

Game of Thrones potrebbe fare scuola agli sceneggiatori su come non trattare il proprio materiale. Questo episodio, a livello di scrittura, è quanto di peggio ci potrebbe essere. Una fanfiction di un tredicenne conterrebbe meno insensatezze, probabilmente. Ma andiamo con ordine:

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Fior Fior di strateghi buttati dalla finestra

Alla strategia hanno partecipato guerrieri consumati, esperti generali e grandi condottieri. Il frutto del loro lavoro e della loro saggezza è stata la battaglia che abbiamo visto. Dopo tutto è prassi comune affrontare in campo aperto un nemico che conta principalmente unità di fanteria, senza armi d’assedio o arcieri, quando alle spalle hai una fortezza pronta a reggere. Sempre dall’alto della loro esperienza bellica, hanno ben pensato di far attaccare la cavalleria leggera, da sempre ottima per cominciare uno scontro.

“Soltanto un folle affronterebbe i Dothraki in campo aperto”

Con buona pace di quelli che ricordano che affrontare una carica Dothraki in campo aperto dovrebbe essere un massacro annunciato, la cavalleria viene tranciata nei primi cinque secondi di battaglia. A nulla è valsa la benedizione fiammeggiante di R’hllor, principale avversario degli Estranei, contro la pessime scrittura.

Ovviamente lo stesso discorso vale per gli Immacolati. Avete presente tutta la fatica per portare un esercito così numeroso a Westeros? Ricordate tutta la fatica nel trovare navi? Tutto per nulla. Immaginate se l’esercito dei morti di Aragorn fosse stato sconfitto nei campi del Pelennor alla prima carica.

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Forse aprire di cavalleria è stato un po’ scemo

Corri Spettro, corri!

Vogliamo parlare due secondi dei cameo di Spettro? Dopo esser comparso per dieci secondi nella scorsa puntata, lo vediamo alla carica in questo episodio. Non lo si vedrà mai più e, dopo tutto, perché un personaggio come lui dovrebbe essere altrimenti? Jon avrebbe potuto lasciarlo da Bran. Jon avrebbe potuto lasciarlo a guardia delle cripte. La verità è che Jon non sa neanche che Spettro esista ancora.

Quando c’era R’hllor i miracoli arrivavano in orario in GOT

Questo episodio segna il grande ritorno di Melisandre. Probabilmente la Strega Rossa ha viaggiato due metri avanti all’esercito dei morti, arrivando sana e salva a Grande Inverno giusto cinque minuti prima della battaglia. Non dice molto, perché in una puntata così lunga le spiegazioni non ci stavano, ma benedice le spade dei Dothraki. Le fiamme di R’hllor risplendono nella notte… e non servono a nulla. Lo stesso dio, che si era mostrato ricettivo per il primo miracolo, deve essere andato in bagno al momento del secondo. In una scena tanto prevedibile quanto povera di idee, Melisandre riesce ad accendere le trincee solo quando i morti sono a mezzo centimetro dal suo volto. Tuttavia non muore, cosa più unica che rara. Ovviamente l’utilità di R’hllor, nella battaglia più importante per la sua religione, si esaurisce proprio lì. Mi spiace, signori, ma per voi non c’è resurrezione. Dovete morire male ed essere resuscitati dalla sola divinità che si ricorda di poter utilizzare i defunti.

Metteteli due fari antinebbia su questi draghi!

Ora, ammetto di non aver rinnovato la patente per cavalcare draghi, mea culpa, ma ricordo chiaramente che quando il volo risulta impraticabile, si possa sempre combattere a terra. Dal punto di vista di battaglie aeree, trovo che l’apice di questa puntata sia stato lo scontro in volo tra Jon e Daenerys. Ovviamente solo Drogon sputa fuoco, perchè l’altro drago non ha ancora imparato ad obbedire ai comandi di Jon. Lo scopo dei due fidanzatini è di uccidere il Night King, qualcosa alla quale sono tremendamente impreparati.

Barcollo ma non mollo!

“Ah, è ignifugo lei? Non lo sapevo.”

Il fuoco è sempre stato il segreto per battere gli Estranei. Essendo simbolo di R’hllor, loro avversario, ha da sempre rappresentato una soluzione economica per sbarazzarsi di loro. Il fuoco di drago, capace di sciogliere la Barriera, segreto dell’ossidiana e delle spade di Valyria, a quanto pare non può uccidere il Night King. Ah. Questo non c’era scritto nel copione, ma probabilmente la CGI non può battere altra CGI (Lo so che quello del Night King sia un trucco, non preoccupatevi). Ovviamente non c’è alcun motivo per cui un determinato personaggio, al di fuori di chi ha sangue Valyriano, debba essere ignifugo.

Azor Ahai chi? Noi abbiamo Arya

Ricordate tutta la meravigliosa leggenda di Azor Ahai, colui che aveva sconfitto per la prima volta l’oscurità? È un mito chiave nel culto di R’hllor. Allo stesso modo è importante il mito del Principe Promesso, ossia la reincarnazione di Azor Ahai. Il Principe avrebbe risvegliato i draghi dalla pietra, avrebbe riforgiato la spada Lightbringer dal cuore di una persona amata e avrebbe sconfitto l’oscurità. Per quelli che pensavano che questo personaggio fosse Jon e che per questo fosse sopravvissuto e resuscitato… non c’è problema, è un errore comune. In realtà l’oscurità viene sconfitta dal Lampo Giallo di Grande Inverno, Arya Stark, che si teletrasporta dietro al Night King. Dopo un urlo, perchè niente fa assassino silenzioso come urlare prima del colpo, Arya riesce con abilità a trafiggere il nemico mortale. Grande Inverno non è stata salvata da un prescelto, dalla strategia, dai draghi o da qualcosa di sensato e coerente con quanto detto fino ad ora. Westeros è stata salvata dalle capacità di teletrasporto di Arya. Ovviamente, dopo la scena della biblioteca, è superfluo dire che gli Estranei non abbiano percepito la ragazza passare davanti ai loro occhi. Sentono la caduta di una goccia di sangue ma vedere un’assassina è forse troppo.

Prescelto sto piffero

Qual è il senso di ciascuna morte in questo episodio di GOT?

Qualcuno potrebbe dire che, in questo episodio, siano morte le persone alla fine del loro percorso. Nulla di più falso e miope. Uccidere non uno ma tutti e due i Mormont è stato veramente sciocco. Far morire uno dei due avrebbe potuto dare ottimi spunti narrativi per l’altro, specialmente nel caso fosse morta Lyanna e Jorah fosse tornato ad essere Lord, ma anche l’opposto sarebbe stato interessante. Non parliamo poi delle capacità da Tank di Jorah, al cui confronto anche Boromir impallidisce. Quanti saranno stati? 10? 15 colpi?

Menzione speciale per Theon, quel personaggio che è riuscito ad avere una scena di morte lunga e penosa. Avevamo tutti capito che la sua morte fosse imminente ma una bella corsa in rallenty verso di essa è sempre d’effetto. Ovviamente solo la corsa è a rallentatore, il resto avviene in un attimo.

Tutte le colpe di questa puntata di GOT

Ricapitolando brevemente, la terza puntata è il peggior episodio di sempre. Ci ha fatto buttare via R’hllor solo sa quante puntate, quante trame, quanto sangue. Non ho neanche segnato tutte le incongruenze e le storpiature ma, davvero, non mi capacito di come si possano buttare via così tanti soldi e non combinare nulla di buono. Solitamente cerco di vedere serie come un “si poteva fare meglio, però se non altro intrattiene” ma la verità è che questo episodio è solo lungo. Provate a guardare la puntata a velocità raddoppiata, vedrete che non vi perderete nulla.

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