Continua la nostra rubrica Come si gestisce un gruppo Facebook?, questa volta con l’intervista a Marco Cuccu, amministratore del gruppo Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player del GdR).
Oggi intervistiamo Marco Cuccu, lo storico amministratore di uno dei maggiori gruppi Facebook italiani dedicati ai giochi di ruolo. Stiamo ovviamente parlando di Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player del GdR), che potete visitare qui. Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player del GdR) conta 12.551 utenti, è nato nel febbraio del 2013 ed è un gruppo privato, amministrato da una sola persona, ossia Marco Cuccu.
Vediamo dunque come Marco abbia vissuto la creazione e la gestione di Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player del GdR) nel corso degli anni, in che modo si impegni per creare un luogo di discussione positivo e quali consigli dia a chi vuole aprire un gruppo Facebook dedicato ai gdr.
Innanzitutto, grazie per esserti prestato a questa intervista. Partiamo dall’inizio: come è nato Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR)? Già dal nome si intuisce una certa evoluzione!
Grazie a voi per l’invito!
Il gruppo Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia è stato fondato il 14 febbraio 2013 da Alessia Olivetta, mentre io sono entrato effettivamente in amministrazione qualche settimana più tardi.
Si è trattato di un progetto comune: volevamo uno spazio virtuale in cui fosse possibile rimanere in contatto con altri giocatori di ruolo. Il nome iniziale del gruppo, Player dei GDR, indicava appunto il pubblico a cui il gruppo era rivolto.
Con il passare del tempo le nostre strade si sono separate, e da circa 4 anni amministro il gruppo in autonomia. Nel 2018 ho cambiato il nome del gruppo in quello attuale, perché volevo che fosse chiaro fin dal principio il tema (il gioco di ruolo nella sua interezza) e la community di riferimento (quella italiana).
Qual è lo scopo del gruppo?
Lo scopo principale è rendersi un punto di incontro accogliente e propositivo per chi ama il gioco di ruolo e per chi desidera avvicinarsi ad esso. È un obiettivo che ha molte sfaccettature.
Ad esempio mi impegno per accorciare le distanze tra creatori e fruitori di contenuti, promuovere la conoscenza del gioco di ruolo in ogni sua forma, favorire il confronto costruttivo e proporre spunti di discussione in grado di stimolare la creatività e l’apertura verso nuove prospettive. Non ultimo, cerco di limitare i comportamenti nocivi che rendono difficile scardinare i pregiudizi che da decenni affliggono il mondo dei giochi di ruolo.
Quanto tempo dedichi al gruppo durante il giorno?
Dipende. Il gruppo è mediamente molto tranquillo: la maggior parte degli iscritti è rispettosa, di mentalità aperta e pronta a confrontarsi sui più disparati temi di discussione. Solitamente sono sufficienti alcune ore a settimana per proporre nuovi contenuti, leggere le discussioni degli iscritti, gestire le collaborazioni e i contatti privati.
Ci sono però momenti in cui la community si fa per un motivo o per l’altro più irrequieta, e il gruppo necessita di maggiori attenzioni. Mentre rispondo a quest’intervista è in atto un acceso dibattito globale in tema di lotta alle discriminazioni, che si riflette anche sul nostro hobby. È un tema delicato a prescindere dal gioco di ruolo, e in periodi come questo emergono divergenze personali, malumori e dinamiche sociali che richiedono attenzione. Nei giorni scorsi mi è capitato di dover restare concentrato sul gruppo anche per 8-10 ore al giorno, notte fonda compresa.
In che modo credi che Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR), essendo uno dei più popolosi gruppi Facebook relativi al GdR, abbia aiutato la community italiana del gioco di ruolo?
Sarebbe interessante rivolgere questa domanda alla community stessa, per conoscere l’opinione di chi partecipa alla vita del gruppo o ne conosce l’esistenza.
Stando ai feedback positivi che ricevo più di frequente posso dire che grazie al gruppo sono nate numerose collaborazioni, che molte persone hanno conosciuto realtà che prima non conoscevano, che molti curiosi hanno iniziato ad appassionarsi al gioco di ruolo e che il clima interno favorisce un’interazione sana e proficua. Questo ultimo punto secondo me è il più importante: la community italiana, come tutte le community, ha bisogno di ambienti sani che favoriscano lo sviluppo di nuove idee e collaborazioni, e che siano un biglietto da visita positivo per l’esterno.
Come funziona la tua iniziativa natalizia, Giochi sotto l’albero? Quando ti è venuta in mente? E perché?
A fine 2018 il gruppo contava circa 10.000 iscritti. Ricordo che una sera mi sono soffermato a pensare quanto sia raro che un gruppo così numeroso possa essere amministrato da una sola persona senza che questa finisca al manicomio, e ho riflettuto su quanto il gruppo fosse positivo e quanto i suoi iscritti meritevoli di attenzione.
Ho sentito il bisogno di dimostrare in qualche modo la mia riconoscenza per il clima che si era creato nel corso degli anni, perciò ho contattato alcuni autori ed editori di giochi di ruolo che frequentavano il gruppo fin dai suoi esordi e ho chiesto loro se fossero disposti a mandarmi alcuni dei loro giochi da regalare alla community per Natale. Mi aspettavo una risposta tiepida, e invece in pochissimi giorni mi sono trovato sommerso di manuali, illustrazioni e bonus da usare a piacimento. È stato commovente.
Ho capito che non potevo limitarmi ad un singolo regalo di Natale, perciò ho aperto la pagina Giochi sotto l’albero e ho iniziato un’attività di promozione del gioco di ruolo (e dintorni) tramite giochi a premi, che continua tutt’oggi. Ad ogni evento ricevo giochi e prodotti accessori da chi è interessato a metterli a disposizione e organizzo sfide sempre nuove che permettono al pubblico di aggiudicarseli.
Nel tempo il progetto si è arricchito di nuovi elementi, ha acquisito nuovi collaboratori e guadagnato sostenitori su Patreon. È ancora tutto in evoluzione, ma il desiderio di far conoscere il gioco di ruolo in maniera originale e accattivante non è mai cambiato.
Esistendo dal 2013, Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR) ha osservato la community del gioco di ruolo per ben sette anni. Quali sono i cambiamenti maggiori che hai visto nella nostra community? Che cosa invece è rimasto immutato?
Il gruppo rappresenta solo una parte di tutti i giocatori italiani, ma ho notato che nel corso degli anni sono aumentati sensibilmente l’interesse e l’attenzione riguardo la sfera emotiva dei giocatori, almeno in termini di dibattito, e che sia cresciuto il desiderio di esplorare le potenzialità del gioco di ruolo in campo educativo e nell’ambito della sensibilizzazione verso importanti temi sociali.
Allo stesso tempo stiamo assistendo ad un graduale interesse “dall’esterno” verso il mondo dei giochi di ruolo. Potrebbero esserci interessanti sviluppi se la community approfitterà di questo momento per uscire dalla propria nicchia.
Quel che invece non è cambiato, purtroppo, è la generale ostilità di alcuni giocatori verso tutto ciò che rappresenta il “nuovo”: nuovi sistemi, nuove forme di gioco, nuovi approcci all’hobby, nuove nicchie di mercato, nuove possibilità di crescita. In tal senso assisto oggi come sette anni fa alle stesse manifestazioni di chiusura e intolleranza, che su Facebook si traducono spesso in aggressività verso chi si approccia all’hobby in una maniera che si discosta dai canoni che alcuni considerano intoccabili. È un comportamento deleterio che ha come unico effetto l’allontanamento di potenziali nuovi giocatori, e che contribuisce a veicolare un’immagine negativa della community.
Come si è ben visto negli ultimi tempi, a volte il mondo del GdR è scosso da discussioni serie e polarizzanti. Come ti comporti generalmente nei confronti di questi dibattiti?
Il dibattito porta alla crescita. È importante che la community si confronti su ciò che la riguarda e su ciò che da essa potrebbe arrivare al mondo che la circonda. Il dibattito deve però essere costruttivo, perciò cerco sempre di favorire lo scambio di idee, anche acceso se necessario, limitando al contempo le manifestazioni di intolleranza e l’aggressività fine a se stessa.
I grandi dibattiti che periodicamente scuotono la community affondano quasi sempre le radici in contrasti che vanno oltre la community stessa, quindi cerco sempre di avere una visione d’insieme più ampia possibile e cerco di capire come vivono il dibattito le persone che ne prendono parte, in modo da favorire il dialogo senza che questo si trasformi in una mera lotta tra fazioni. Non è sempre facile, soprattutto perché alcune persone non riescono a riconoscere un comportamento nocivo quando esse stesse lo mettono in atto, e spesso faticano ad accettare e capire le moderazioni rivolte alla forma dei loro interventi, interpretandole come censure alle loro idee.
In generale, come gestisci le discussioni e i comportamenti tossici all’interno di Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR)? Che tipo di ambiente cerchi di creare?
Cerco di creare un ambiente accogliente e propositivo. Chi frequenta il gruppo deve sentirsi tutelato/a, così da potersi esprimere liberamente senza il timore di subire aggressioni verbali da chicchessia.
La descrizione e le regole del gruppo sono sufficienti per comprendere quale condotta sia richiesta e quali atteggiamenti non vengono tollerati, perciò quando ho poco tempo a disposizione mi limito a rimuovere i contenuti inadeguati notificando la specifica regola infranta. Nella maggior parte dei casi preferisco però intervenire direttamente nelle discussioni spiegando all’autore o all’autrice di interventi scorretti quale sia lo spirito del gruppo e il comportamento richiesto al suo interno. Se l’intervento ha successo siamo tutti felici, se il comportamento scorretto persiste procedo con moderazioni più formali fino ad arrivare, quando necessario, all’allontanamento dal gruppo.
Ci sono però casi particolari che punisco con il ban diretto senza perdermi in chiacchiere, ad esempio le condotte illegali e le manifestazioni esplicite di bullismo, discriminazione e disinteresse verso gli inviti a rispettare le regole del gruppo.
Cosa hai imparato sui giochi di ruolo grazie a Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR)?
Quasi tutto ciò che so sui giochi di ruolo l’ho imparato grazie al gruppo.
La mia esperienza come giocatore si limita a quelli che chiamiamo Play by Chat: giochi costruiti per lo più su siti dedicati, con una propria ambientazione e un proprio sistema di regole. Non ho mai giocato attivamente a giochi di ruolo cartacei o dal vivo, e amministrando il gruppo ho avuto modo di imparare davvero tanto.
Non essere un “esperto” di GdR ha rappresentato spesso un vantaggio: mi aiuta a mettermi nei panni di chi vuole avvicinarsi all’hobby senza conoscenze pregresse, e mi permette di raccontare il gioco di ruolo in modo comprensibile anche ai non addetti ai lavori.
Che consigli daresti a chi vuole creare oggi un gruppo dedicato ai giochi di ruolo?
Guardatevi intorno, cercate di capire cosa manca alla community e provate a offrirglielo. Ci sono tanti gruppi dedicati al gioco di ruolo, sia generici che dedicati a specifici titoli.
Fare la differenza non è facile, e in gran parte il successo del gruppo sul lungo periodo verrà determinato dai vostri principi, dal vostro carattere e dalla vostra capacità di guardare lontano e avere una visione d’insieme della community.
Non esiste una formula univoca per gestire al meglio un gruppo, ma un ottimo primo passo è tenere sempre a mente che ogni gruppo è composto da singole persone, e che ognuna di esse va tenuta in considerazione.
Due parole conclusive
Innanzitutto, ringrazio sentitamente Marco per aver partecipato a questa intervista. Credo che il leitmotiv della rubrica Come si gestisce un gruppo Facebook? sarà proprio la risposta “gestire un gruppo Facebook è complicato”. Certamente, però, bisogna riconoscere che Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR) è un ambiente più tranquillo e positivo di altri, e come utenti dovremmo impegnarci tutti a mantenerlo tale.
In questo periodo complesso, in cui tensioni etiche, sociali e ideologiche (ne abbiamo parlato qui, qui e qui) stanno facendo ribollire la nostra società e, quindi, anche la nostra community, ricordarsi di avere a che fare con un’utenza di esseri umani è importante, così come è importante ricordarsi che il dibattito ci aiuta a crescere. Ciononostante, è importante anche moderare il bullismo e l’hate speech, poiché sono i principali fattori che rendono un gruppo tossico.
In tal senso, mi sento di dire che Giochi di Ruolo – Il GdR in Italia (ex Player dei GDR) sia un gruppo che andrebbe preso come esempio positivo.