Dopo un incredibile primo episodio, la cui recensione può essere letta a questo link, Gen:Lock torna subito sulla cresta dell’onda con una seconda puntata ricca di risposte. La serie evento dell’animazione americana, la cui produzione ricordiamo esser stata costellata di successi e grandi attori, non alza il piede dall’acceleratore e ci regala un secondo episodio pieno di avvenimenti.
Sinossi Secondo episodio di Gen:Lock
La storia riprende nel punto esatto in cui si era interrotto il primo episodio, con Miranda Worth che guarda con occhi sorpresi e ricolmi d’affetto l’ologramma del suo amato, Julian Chase, creduto morto per quattro lunghissimi anni. Il Dr. Weller si meraviglia con il giovane per le sue battute di spirito e si accinge a spiegare la situazione ma, contro ogni protocollo militare, nella stanza briefing scoppia il caos. Soltanto dopo qualche minuto, l’ordine viene ristabilito e il dottore è in grado di spiegare come stiano le cose: Julian Chase è vivo. Dopo averlo recuperato dallo schianto, è stato curato e tenuto in osservazione. Il soldato è il primo soggetto ad aver fatto parte di un programma top secret iniziato poco prima della guerra. Gli altri candidati sono stati selezionati con cura per tutto il mondo, seguendo test fatti a loro insaputa. Visto che l’incidenza dei candidati rispetto alla popolazione è di meno di una su un milione, forse addirittura uno su un miliardo, Chase è stato tenuto d’occhio per tutto il tempo e anche dopo lo schianto non è stato considerato una risorsa a cui rinunciare.
La spiegazione a questo punto verge sui nuovi mech visti durante la missione Coyote. Il Dr. Weller li definisce Holons, robot che non sono droni, non vengono controllati da remoto e che non hanno spazio per ospitare il corpo di pilota. Ciò che muove questa nuova generazione di mech sono le menti dei piloti, uploadate direttamente negli Holons dopo esser state digitalizzati. Coloro compatibili con la procedura di caricamento vengono chiamati Gen:Lock, almeno nella prima fase del progetto. Il Dr. Weller rivela in seguito che Madrani, il pilota che l’ha accompagnato fino a quel momento, sia la seconda persona ad essersi collegata ad un mech. Dopo quello che molti definiscono “tanto da digerire” il briefing termina e i soldati vengono rimandati alle loro mansioni. Il colonnello conclude la riunione affermando che l’unità di ricerca si sarebbe trasferita in pianta stabile nell’Anvil per delle esercitazioni congiunte con i soldati del Polity. Contro ogni aspettativa, Chase vede Miranda voltargli le spalle e uscire dalla stanza senza proferirgli parola.
Nella sala adibita a laboratorio, i vecchi commilitoni possono scoprire cosa ne sia stato di Julian. Immerso in un liquido rigenerante, privato di un braccio e della parte inferiore del corpo, Chase è attaccato a delle macchine che possono tenerlo in vita a fatica. Fortunatamente il soldato non ha perso il senso dell’umorismo e ride alle battute che gli vengono fatte sull’aver perso peso. I compagni chiedono se non ci sia una possibilità di rigenerare il corpo di Julian ma il Dr. Weller spiega che solo le nanomacchine dell’Union potrebbero avere una chance di farlo, in ogni caso non con la tecnologia che possiedono all’Anvil. Il racconto continua, spiegando come Chase sia stato fortunato da esser stato brevemente infettato dalle stesse nanomacchine al momento dello schianto, evento che gli ha permesso di restare in vita fino all’estrazione.
Qualche giorno dopo, i restanti candidati del programma Gen:Lock, raccolti da ogni parte del mondo, arrivano all’Anvil per ulteriori test. Non sono tutti soldati e non parlano neanche tutti l’inglese. Comprendiamo che la tecnologia corrente permetta una traduzione simultanea tramite sottotitoli ai discorsi altrui. I candidati vengono presentati dal Dr. Weller mentre scendono dall’aereo: la signorina MacCloud; Lida-san; Valentina Roman qualcosa (il dottore ha difficoltà a pronunciare correttamente il cognome, o forse a ricordarlo) e lo specialista Sinclair. I candidati scoprono che ulteriori test li attendano e che siano stati radunati da tutto il mondo senza che il loro futuro sia confermato.
Nel frattempo Miranda ancora non vuole saperne di visitare Chase, cosa che permette al soldato di fare la prima mossa. Potendosi essenzialmente teletrasportare grazie all’ologramma, i due hanno una possibilità di stare da soli. Miranda, come prevedibile ma non giustificabile da un soldato, si lamenta delle bugie che le sono state dette e afferma che in quattro anni Chase avrebbe potuto farsi sentire, mandare un messaggio o confermare di essere in vita. Purtroppo per lei, la partecipazione di Julian ad un programma top secret non gli ha permesso di comunicare con l’esterno. All’affermazione di Chase sull’aver lavorato quattro lunghi anni per poter essere lì, Miranda risponde che lui non sia effettivamente in quel corridoio. La giovane non si fida di lui e se ne va senza aggiungere altro.
Gli altri candidati non hanno perso tempo e, mentre Chase parlava con la sua ex, si sono premurati di indossare le tute che il Dr. Weller ha fatto preparare loro. Madrani giunge in aiuto dei quattro spiegando che siano dei prototipi di armatura che l’ESU ha sviluppato per l’avanguardia. Le spiegazioni vengono interrotte dal corpo di guardia dell’Anvil che, facendo irruzione nella stanza, dichiara in arresto tutti i presenti. Sembra che ci sia stata una violazione di sicurezza e che uno dei presenti sia una spia dell’Union. Madrani dichiara di essere appartenuta al nemico ma di aver tradito molto tempo addietro, i soldati però spiegano che siano venuti per lo specialista Sinclair. L’uomo, abbandonando ogni volontà di cooperare, sguinzaglia le nanomacchine e si lancia all’attacco. Nonostante l’eroica resistenza del corpo di guardia, la spia riesce a farsi strada all’interno della base.
Raggiunto il laboratorio, l’intruso dell’Union prende un ostaggio e si chiude dentro, comunicando con l’esterno solo per ottenere uno degli Holon, nei quali chiede di essere caricato. Il Dr. Weller deduce che lui non sia il vero Sinclair e che quindi non sia compatibile con il programma. Sfruttando questo fatto, il dottore accontenta Sinclair e ordina al robot Caliban di iniziare il collegamento, esaudendo il desiderio della spia. Non essendo il vero candidato, il corpo dell’intruso si dimostra inadatto al collegamento che lo respinge e lo uccide nel giro di secondi. L’intera base ha così un’ottima dimostrazione del perché i candidati siano pochi e soltanto loro possano essere caricati sugli Holons.
Commento al secondo episodio di Gen:Lock
Facendo qualche ricerca possiamo scoprire come Genlock sia un termine utilizzato e che derivi dall’inglese “Generator Lock”, indicando una tecnica che comprende la sincronizzazione di più sorgenti video usando l’uscita di una per agganciarne un’altra. La forma abbreviata dona il nome alla serie animata. Dopo tutto, le spiegazioni del Dr. Weller possono benissimo trovare spazio nella controparte tecnica. La mente del candidato, con tutti i segnali che questa produce ed elabora, viene digitalizzata e connessa all’Holon, permettendo la sincronizzazione dei segnali cerebrali con i movimenti del mech. Il perché soltanto pochi candidati al mondo possano connettersi non è ancora perfettamente chiaro ma il fatto che i non compatibili vengano uccisi all’istante è un buon deterrente a determinati pensieri sui personaggi.
In questo episodio continua la storia personale tra Miranda e Chase, con la prima comprensibilmente sconvolta per la rivelazione ma la cui rabbia è mal riposta. Essendo ambedue soldati del Polity, è comprensibile che siano abituati al termine top secret. Avendo visto, al termine della puntata, lo stato del corpo di Julian, mi aspetto che Miranda cambi opinione e comprenda che l’ex fidanzato non fosse esattamente nelle condizioni di poter prendere decisioni.
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