Il gioco di ruolo arriva in università col convegno Genere e R-esistenze in Movimento: vediamo l’intervento di Donne, Dadi & Dati (DD&D) sulla discriminazione di genere nel gioco di ruolo!
Negli ultimi anni il mondo del gioco di ruolo è stato ampiamente indagato in relazione a moltissime tematiche. Prima di parlare del convegno Genere e R-esistenze in Movimento, facciamo una breve carrellata su alcuni degli argomenti sociali ed educativi che il gdr può toccare.
Il gioco di ruolo come strumento per crescere e come ambiente da studiare
Si è parlato dei suoi vantaggi educativi e lo si è portato nelle scuole, come abbiamo visto con Genitori di Ruolo. Specialisti del settore hanno studiato come il gioco di ruolo possa essere utilizzato per affrontare e superare traumi o per esercitare l’empatia mettendosi nei panni altrui.
Ma nel frattempo ci sono stati anche studi che hanno indagato come disparità e pregiudizi sociali già esistenti possano ripresentarsi nel gioco di ruolo, de facto rendendolo un’esperienza potenzialmente spiacevole. Di queste tematiche e di come affrontarle si è parlato molto, dentro e fuori dal sito dei Cercatori. Abbiamo già parlato dei due Genderplay (qui e qui!), in cui si sono indagate prima le discriminazioni di genere e poi la sicurezza emotiva nei giochi di ruolo. In seguito, abbiamo parlato delle meccaniche di sicurezza e di come trattare tematiche forti qui. Infine, abbiamo parlato dei casi negativi in cui lo stupro dei personaggi è stato usato per mettere a disagio delle giocatrici qui.
Il grosso del lavoro è stato fatto dai gruppi di studio di Donne, Dadi & Dati. Le persone interne a DD&D si sono impegnate per contrastare la discriminazione, il sessismo, l’omobitransfobia e il razzismo (poco frequenti, per fortuna!) nella community italiana del mondo dei giochi di ruolo. Nel corso dell’ultimo anno, i risultati di una loro grande ricerca sulla discriminazione di genere (a cui ho contribuito un po’ anch’io e che potete leggere integralmente qui!) nel mondo italiano del gdr sono stati esposti in molte occasioni. La prima è stata durante il Modena Play 2019, seguita da altri incontri in contesti interni ed esterni alla community.
Noi Cercatori abbiamo parlato di questa ricerca varie volte. Oggi, quindi, vedremo come questa ricerca sia finita ad un convegno sugli studi di genere all’Università degli Studi di Trento.
La presentazione di DD&D al convegno Genere e R-esistenze in Movimento
Il convegno Genere e R-esistenze in Movimento: Soggettività, Azioni e Prospettive all’Università degli Studi di Trento (dove hanno fatto anche seminari su Tolkien, come abbiamo riportato qui e qui!) si è tenuto il 31 gennaio e il 1 febbraio. In questa sede, io, Claudia Pandolfi e Aurelio Castro abbiamo esposto la ricerca di DD&D. Potete trovare il programma della conferenza qui e le nostre slide qui!
La presentazione si è concentrata, dopo aver spiegato cosa fosse il gioco di ruolo, sull’esposizione dei dati raccolti dalla ricerca di DD&D e sulla loro analisi. Sostanzialmente, come si è già detto nella ricerca, nel gdr italiano le discriminazioni di genere interessano una parte minoritaria della community, ma le persone che le subiscono sono per lo più donne e persone non binarie. Queste discriminazioni riprendono quelle della vita di tutti i giorni e non paiono essere maggiormente presenti nella nostra community. Tuttavia, nel campo del gdr tendono a presentarsi in forme particolari, legate appunto alla struttura del tavolo da gioco e all’interpretazione di personaggi.
Quindi, ci si è concentrati su queste modalità di discriminazione proprie anche, ma non solo, del gdr, così da capire come contrastarle e rendere l’esperienza del gioco piacevole anche per quella minoranza di persone che si è sentita dire cose come “le donne non sapranno mai giocare bene di ruolo”.
Le domande poste dopo la presentazione e la ricezione del pubblico
Dopo l’esposizione, durata circa 15 minuti, ai relatori e alle relatrici sono state poste alcune domande.
In primo luogo, ci è stato chiesto come le persone giocanti reagissero allo stupro dei propri personaggi in game. Si è dunque specificato che c’è una grossa differenza tra giochi di ruolo in cui lo stupro è qualcosa su cui tutti i/le player sono d’accordo nel voler giocare, e i casi riportati nello studio di DD&D, in cui lo stupro era stato usato per mettere a disagio le giocatrici. Dopo questa doverosa specificazione, abbiamo riportato ciò che era stato detto nelle testimonianze raccolte: in questi casi, gran parte delle giocatrici abbandonava il party.
In secondo luogo, ci è stato chiesto quanto fosse grande la community del gdr in Italia e se capitasse che le giocatrici dovessero adattarsi ad uno stereotipico “giocare come un uomo” per farsi accettare in certi contesti. Alla prima domanda abbiamo risposto che non ci sono dati precisi, ma che alcuni membri della nostra community e di certe case editrici ipotizzano che i giocatori/le giocatrici di ruolo siano attorno ai 60.000. Abbiamo poi specificato che, in alcuni casi, ci sono arrivate testimonianze in cui delle giocatrici raccontavano di aver dovuto adattare il proprio stile di gioco a quello murderhobo del loro party tutto al maschile, per essere accettate.
In generale, tutte le persone che hanno tenuto una talk nella nostra stessa sessione sono state molto capaci ed hanno portato tematiche molto interessanti. Tuttavia, devo dire che, quando abbiamo tirato fuori i giochi di ruolo, l’interesse del pubblico ha avuto un bell’aumento. Dopo tutto, i gdr sono una tematica nuova nel campo degli studi di genere in Italia ed è stato molto bello vederli accolti con curiosità e genuino interesse.
Non a caso, infatti, dopo la sessione alcune persone ci hanno avvicinato per chiederci maggiori informazioni sia sul tema della nostra presentazione, ossia la discriminazione di genere, sia sui giochi di ruolo in generale.
Alcune considerazioni finali
Alla fine della giornata, mi fa piacere dire che, probabilmente, dalla facoltà di Sociologia di Trento una quarantina di persone è uscita avendo scoperto cos’è un gioco di ruolo. Il fatto che nella nostra community esistano dei problemi difficilmente metterà in cattiva luce il nostro hobby, poiché questi stessi problemi sono stati indagati all’interno di moltissime altre realtà che tutti concordano essere comunque positive. Infatti, si è parlato di discriminazione di genere e/o legata all’orientamento sessuale nella letteratura, nel mondo della comunicazione, sul luogo di lavoro e nelle scuole di ogni grado.
Questo convegno è stato un’occasione di crescita e un’opportunità per confrontarsi con altri esperti del settore, portando il gioco di ruolo fuori dalla sua nicchia. Speriamo che il nostro intervento spinga il pubblico ad approfondire le proprie conoscenze sui giochi di ruolo, esplorandone le potenzialità e la varietà.