Se nell’articolo precedente avevamo accennato agli eroi come mitologici esseri paragonabili agli dei e ai semi-dei del mito antico, ora pare giusto affrontare l’altro lato della medaglia: il livello cittadino con il suo eroe urbano.
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La Strada e la Città sono un po’ diversi dallo Spazio, sapevate?
La strada e la città sono ecosistemi fortemente legati a qualsiasi tipo di eroe, ma in questo contesto parliamo di individui che non dispongono di “mirabolanti poteri cosmici in minuscolo spazio vitale” o che non rientrano nella vera e propria categoria di archetipi. Insomma, passiamo dall’Olimpo e dai temi epici a qualcos’altro, un livello inferiore, forse?
A dire il vero no, infatti l’eroismo urbano, pur non parlando tramite eleganti metafore o simboli, affronta temi molto delicati e spesso più vicini al quotidiano. Così mentre eroi dai poteri leggendari affrontano invasioni di mondi e divoratori di pianeti, dall’altro lato della barricata il nemico sono i danni legati all’abuso di sostanze, allo sfruttamento delle persone o temi come la discriminazione, non importa verso chi.
Quindi mentre Batman parlerà del problema della dipendenza tramite la metafora del Venom, la super-droga in grado di fornire prestazioni fisiche al limite dell’umano, e che poi diventerà il punto di forza di Bane, una delle sue più letali nemesi, Freccia Verde, uno dei tanti personaggi minori nati come copia di Bruce Wayne, sbatterà direttamente il tema dell’eroina in faccia ai lettori con una storia “Snowbirds don’t Fly” dove si scoprirà che Speedy, la sua spalla, fa uso della sostanza.
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Il vostro “amichevole” eroe urbano di quartiere
L’eroe più urbano quindi in che mondo si muove? E cosa rappresenta?
La vita, l’epicità del quotidiano e la banalità del male credo possano essere ottime risposte.
Per quanto Spider-Man possa affrontare ogni tanto la Maggia o Wonder Woman possa avere un episodio dedicato alla violenza domestica, sono solo i “super”, che poi tanto super non sono, che si muovono nei vicoli e senza colorati costumi o buffi mantelli a trovarsi davvero a combattere gli abusi costanti che subiscono le persone comuni.
Quindi se Superman ci invita a dare il meglio di noi, puntando sempre più in alto, eroi come Luke Cage o Daredevil ci insegnano che comunque non serve avere un set enorme di capacità o essere individui dal carisma illimitato, ma basta anche dare solo l’esempio compiendo ogni giorno quello che ci è stato insegnato essere giusto e che spesso i grandi ideali corrono il rischio di allontanarci da quello che è l’ingiustizia.
Un esempio fondamentale che vale la pena ricordare è la saga di Lanterna Verde. Poliziotto intergalattico dotato di un anello in grado di creare costrutti d’energia, e il già sopracitato Freccia Verde, eroe della DC Comics fortemente politicizzato a sinistra, e del viaggio in giro per l’America.
La saga si aprire con un ladro che fugge da un negozio di una zona terremotata inseguito dal derubato: mentre Freccia Verde blocca il negoziante perché “il vero ladro è chi alza i costi in caso di disastri”, il poliziotto spaziale, di tendenza repubblicana (erano gli anni di Reagan) si attiene alla legge intrappolando il ladro. La litigata tra i due si risolve con un peregrinare in giro per i territori degli Stati Uniti, territori che sotto il Sogno Americano nascondono il dramma di una paese in crisi economica, ancora ricco di contraddizioni e in mano al potere delle aziende.
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Conclusioni sull’Eroe Urbano e consigli di gioco!
Il punto che personalmente trovo più simbolico è quando in uno dei classici ghetti dove regna la brutalità della polizia e lo sfruttamento dei lavoratori, un uomo anziano accusa Lanterna Verde di avere fatto molto per la gente dalla pelle verde di un pianeta, per quella dalla pelle arancione di un altro e nulla per la gente dalla pelle nera del suo.
Ecco il nodo di tutto e allo stesso tempo il motivo per cui in un mondo di semidei servono anche eroi minori che si muovano in mezzo alla gente comune e li aiutino grazie a poteri quasi irrisori.
La mitologia ci deve essere, è il racconto che ci stimola a spingere verso il meglio, che colpisce il nostro immaginario e parla al nostro inconscio aiutandoci ad avere esempi che vanno oltre l’umano, ma senza la parte urbana, senza il contatto con la vita comune tutti questi ideali e queste belle speranze rimangono nell’aria, a fluttuare come una bandiera trascinata dal vento.
Pure il mondo del gioco di ruolo ci aiuta in questo, portandoci davanti ai nostri occhi prodotti eredi del decostruzionismo anni ‘80 come #UrbanHeroes di Alessandro Rivaroli e Matteo Botti ed edito da Tin Hat Games.
Un gioco crudo figlio di fumetti come “Watchmen” di Alan Moore o “The Boys “di Garth Ennis, che pone davanti alle persone tutto quello che si nasconde dietro il mondo dorato degli eroi, riportandoci con i piedi e a terra e ricordandoci che spesso chi compie certe scelte non lo fa spinto da utopistici ideali ma anche semplicemente da un “qualcuno dovrà pur farlo”, rendendoli nella loro epicità, più umani degli esseri umani stessi che difendono.