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D&d e futuro: verso la direzione giusta?

Okay, direi di aver visto abbastanza. Dal lockdown ad oggi è passato un mese, è ora di dire la mia su quanto interessa il gioco di ruolo più famoso al mondo, e l’effetto che molte, moltissime novità stanno facendo sulla comunità. Più che un articolo questo è un commento, fuori da ogni professionalità e senza alcun pulpito, di un narratore come tanti. Di una persona che gioca da anni allo stesso gioco, D&D, e della sua fantastica community!

Rime of the Frostmaiden

La novità più scottante di tutte è sicuramente la prossima uscita riguardante D&D e la nuova saga temporale, Rime of the Frostmaiden. La campagna riguarderà Icewind Dale e Auril, la divinità dei Ghiacci, in una moltitudine di avventure a tema horror-artico. Rime of the Frostmaiden (RotF) avrà una struttura di fondo simile a Ghost of Saltmarsh, con un filone narrativo principale e simile come stile a CoS ma più moderno. Un qualcosa di mai visto prima, secondo i curatori, in una parte dei Reami molto staccata, solitaria e pericolosa. 320 pagine di puro terrore tra segreti, entità che attendono nella fredda e gelida oscurità e molto, molto altro. Assieme al manuale arriveranno molte creature accomunate al tema del gelo/inverno, qualcosa di simile a Frostburn della 3.5.

Sinceramente non ho davvero idea di come prendere questa uscita; parlando della cover art e delle illustrazioni non posso che dare una mega pacca sulla spalla a mamma WotC che, come sempre, ha battuto chiunque. Per quanto riguarda il contenuto, invece, non posso che tirare un sospiro che sa tanto, tantissimo, di bello ma non abbastanza. Intrigante lo sport dei goliath, i 50 mostri aggiuntivi promessi e le probabili regole sul meteo avverso e la sopravvivenza. Insomma, la carne sul fuoco (o sotto ghiaccio) è tanta. Le avventure, slegate tra loro, potranno essere utilizzate singolarmente o collegate in un unico filone. Ottimo.

La Copertina di Rime of the Frostmaiden
La Copertina di Rime of the Frostmaiden

La strategia di marketing della 5E è vincente e non lo nego: AP con infopoint limitati fanno tanto effetto moglie ubriaca e botte piena. Peccato che i Forgotten Realms ormai si siano ridotti alla Costa della Spada e basta; l’ambientazione cigola nella sua interezza e la timeline vacilla. Avremo poi 50 mostri veri e propri, o varianti del solito nano-goblin-elfo? Le regole sulle condizioni e sul tragitto saranno fluide? Tornerà o meno la palla capra?

Notizia confermata e triste, sembra che RotF sarà ambientata nel 1450 DR, 38 anni prima di HotDQ e quindi molto limitata nel suo inserimento. Ma son parole di una persona archivista come la sottoscritta, che per le campagne ufficiali va a cercare il pelo nell’uovo nel modo che tutto sia più canon possibile, e sotto sotto sa che gli piacerà comunque. Scommessa per il futuro? Wildemount come ambientazione ufficiale.

Wildemount, gli Orchi e la Wizard

Che Matt Mercer abbia lanciato un buon manuale nessuno può negarlo. Wildemount è interessante, nuovo, piacevole e allo stesso tempo moderno, fresco. Tutto il contrario di Forgotten Realms che, nonostante le restrutturazioni, sente il peso dell’età. Purtroppo, però, le recenti strade percorse da Wizard (partendo spiccatamente da Wildemount, ma lo spiegherò dopo) sembrano aver dato il calcio d’inizio al malcontento.

Ai tempi di EGtW si parlava solo del Chronomante e di quanto fosse sbroccato, d’altronde. Il problema sembra essere sopraggiunto dopo, nel momento nella quale la Wizard ha annunciato un paio di cambiamenti nel suo modo di lavorare e gestire i progetti futuri. Per odio di sintesi riporterò il testo in inglese, che per completezza potete trovare qua.

Presto parleremo anche del gemello di D&D, non temete
  • We present orcs and drow in a new light in two of our most recent books, Eberron: Rising from the Last War and Explorer’s Guide to Wildemount. In those books, orcs and drow are just as morally and culturally complex as other peoples. We will continue that approach in future books, portraying all the peoples of D&D in relatable ways and making it clear that they are as free as humans to decide who they are and what they do.
     
  • When every D&D book is reprinted, we have an opportunity to correct errors that we or the broader D&D community discovered in that book. Each year, we use those opportunities to fix a variety of things, including errors in judgment. In recent reprintings of Tomb of Annihilation and Curse of Strahd, for example, we changed text that was racially insensitive. Those reprints have already been printed and will be available in the months ahead. We will continue this process, reviewing each book as it comes up for a reprint and fixing such errors where they are present.
     
  • Later this year, we will release a product (not yet announced) that offers a way for a player to customize their character’s origin, including the option to change the ability score increases that come from being an elf, a dwarf, or one of D&D’s many other playable folk. This option emphasizes that each person in the game is an individual with capabilities all their own.
     
  • Curse of Strahd included a people known as the Vistani and featured the Vistani heroine Ezmerelda. Regrettably, their depiction echoes some stereotypes associated with the Romani people in the real world. To rectify that, we’ve not only made changes to Curse of Strahd, but in two upcoming books, we will also show—working with a Romani consultant—the Vistani in a way that doesn’t rely on reductive tropes.
     
  • We’ve received valuable insights from sensitivity readers on two of our recent books. We are incorporating sensitivity readers into our creative process, and we will continue to reach out to experts in various fields to help us identify our blind spots.

Accoglienza non troppo accogliente

Più o meno in maniera simile ai commenti riguardo lo stupro nel gioco di ruolo, son fioccati commenti simili sotto vari post nelle community del mondo. Avendo sott’occhio perlopiù quelle italiane ho notato che il fenomeno è stato simile; molte persone hanno cominciato a lamentarsi del politically correct imperioso anche in mamma Wizard.

Fermo restando che parleremo anche di questa parola, politically correct, di cui tanti e troppi abusano senza saperne realmente il significato, rimasi deluso da questo comportamento. Da tempo notavo che l’impronta del manuale del giocatore di D&D, così come di molti mostri umanoidi, era terribilmente stereotipata; tutti i nani erano così, tutti gli elfi erano cosà. Ogni Drow era cattivo (eppure Driz’zt è famoso per non esserlo), ogni orco stupido e selvaggio. Una sorta di definizione di giusto e sbagliato che stonava molto con la mia narrazione. In realtà, stonerebbe con qualsiasi narrazione; il BBEG è cattivo perché sì regge quando hai 13 anni, non 24.

La community globale non sembra aver preso troppo bene questo "Politically Correct"

Eppure, di fronte a questa ventata di aria fresca, in molti hanno storto il naso. “Vogliamo gli orchi solo cattivi!””Dov’è il Matriarcato Malvagio?” “Aneliamo nani tutti grezzi ed elfi tutti elfe!”. Frasi simbolo di una community che speravo fosse guarita e che, invece, ha ancora dentro di sè qualche cosa di vecchio. Inseriamoci anche una recente aggressione ad una ludoteca ed ecco le fazioni in campo: da una parte io e dall’altra il mio nemico, Ciccio Pasticcio, che di anni ne ha quarantatrè e gioca solo orchi barbari.

Non lo capisco. Non capisco come l’inizio dell’assenza di limitazioni riesca a far sentire le persone limitate. Come una scrittura più inclusiva riesca a far sentire le persone più escluse. Come l’assenza di penalità possa venir vista come una penalità.

E soprattutto perché Ciccio Pasticcio voglia sentirsi libero di esser costretto a giocare come gli dice il manuale di D&D.

13 Commento

  • Conte Gracula
    Posted 20 Giugno 2020 at 8:42

    Di tutto questo, ho giusto alcune perplessità circa la revisione dei vistani, che erano piuttosto affascinanti ai tempi di ad&d (per quel che ricordo, perché non è che abbia mandato a memoria tutta la loro cultura :P ).
    Vediamo cosa ne tireranno fuori, magari lasceranno il fascino correggendo solo il tiro.

    Riguardo al conservatorismo becero di una frangia di giocatori, purtroppo mi sembra che non ci sia nulla di nuovo sotto il sole, che parta dalle meccaniche o dal “flavour text”, diciamo: ricordo che, ai tempi della quarta edizione, alcuni si lamentarono del fatto che tutte le classi fossero forti e utili, mentre ad alcuni piaceva il mago inutile all’inizio e forte alla fine (e il guerriero, viceversa).
    Le modifiche che ho letto nel testo in inglese non sembrano malaccio, bisogna vedere cosa comporteranno all’atto pratico.

  • Alessio Collocola
    Posted 20 Giugno 2020 at 10:02

    Mi affianco personalmente alle tue osservazioni finali. Tuttavia il discorso si fa più ampio nell’esattissimo momento in cui si considera l’assenza di una formazione scolastica che renda chiaro cosa sia un “problema di sostanza”, legato a concetti e terminologie ampiamente superate – sia dal punto antropologico che biologico. L’inclusività è essenziale per sciogliere dei nodi presenti nella società, che si riflettono tra la dimensione del gioco e quella della propria quotidianità. GDR è emulazione, anche simulazione, quindi perché essere conservatori? Perché insistere su tradizioni fantasy 900centesche? Perché contestualizzare la “razza”, così come per il genere e il sesso, ad una tristissima e vecchissima concezione?

    Progresso è evoluzione di concetti e ideologie (non idee, attenzione) verso l’inclusività più totale. Punto.

    • Post Author
      Yari Montorsi
      Posted 20 Giugno 2020 at 14:25

      Forse l’accostamento non è il massimo ma, tutto sommato, è quello che mantiene in vita la maggior parte delle certezze alle quali sono attaccate le persone in questione, più che la sostanza. O almeno, mi piace pensarla così; fosse un problema di sostanza reale (e non derivato) la mia fiducia nel miglioramento si esaurirebbe nel giro di pochi, brevi istanti.

      Il grosso problema è comprendere che è lecito cambiare punto di vista una volta raggiunte conoscenze prima sopite e sconosciute, cosa che in molti non accettano; molti, soprattutto in questo caso, si limitano a chiudersi nella propria bolla di sapone, spesso facendo enormi danni agli altri più che a sé stessi. Il mio (e dei miei colleghi) era un semplice voler punzecchiare quella bolla, tutto qua :)

  • Post Author
    Yari Montorsi
    Posted 20 Giugno 2020 at 10:38

    Ne parleremo anche più avanti, ma ciò che mi ha colpito è stata questa divisione molto profonda nella community, partendo proprio dalle idee. E dire che possono comunque mandare tutto in vacca come hanno già fatto (ottime premesse e risultati beceri) eppure l’uomo comune da D&D si scanna appena vede che tirano via all’orco il -2 all’intelligenza o che permettono agli eladrin di cambiare sesso a piacere.

    Nemmeno fossero cose obbligatorie (è ancora tutto sul facoltativo) eppure…

    • Conte Gracula
      Posted 20 Giugno 2020 at 15:44

      A un certo punto, sarebbe meglio obbligatorio: il facoltativo porta con se il limite di due parole, ovvero “per chi?”, dato che ancora oggi non è scontato che le parti “regolabili” di sistema e ambientazione prevedano di considerare il parere di chi non è il GM/DM.

      Per dire, della possibilità elfica di cambiare genere non sapevo nulla (sto seguendo poco D&D) ma immagino che non si stia ponendo la questione come “ognuno decide per il personaggio che controlla”.
      Se mi sbaglierò, non mi offenderò di certo.

      Magari a qualcuno potrebbe dare fastidio che esista questa caratteristica nella specie del suo PG a prescindere, anche se non ne fa uso sul proprio? Non mi stupirebbe (io ci vedrei bene uno sconfinamento di questa qualità sugli esseri umani, magari discendenti dei mezz’elfi, ma di solito D&D fissa paletti più stretti tra le… chiamiamole origini).

    • Campbell
      Posted 10 Ottobre 2020 at 14:00

      …yet…

      The direction of this blatant pandering of a tiny minority that see injustice within a game based on fantasy and imagination will see the quality of the genre diminish.

      A stereotype is not inherently negative; all cultures have some measure of idiosyncratic behaviour: I’ve lived and worked in the Middle East for a decade, and will unabashedly proclaim that stereotypes of Arabs (both positive and negative) are true to form. It’s not an attack on Arabs as a culture, racial group, or any other distinction, in fact, it’s the opposite. The idiosyncrasies and peculiarities of different cultures, is what makes the world diverse – not the creation of a melting pot when all individuality and originality, and eventually m, diversity, is lost.

      In terms of the forgotten realms settings, Orcs, goblins, ogres, etc are racial phenotypes that we’re initially created to be opponents of the player characters. Drow have a fascinating lore behind them of a matriarchal spider-worshiping cult with totalitarian authority over their populace, and the persecution of males within its society. The majority of drow behave that way because they have been immersed in a particularly brutal culture for their whole lives. As with orcs. Dwarves, elves, Genasi, etc also each have their own lore that makes them interesting.

      To simply do away with all of this rich lore and create a dystopian hell of social justice where racial features are relegated to archaism, and all character races and archetypes have the same values, cultures, social reception, and any other variable you can think of simply annihilates an interesting story and environment for characters.

      I recall playing a half-orc some years ago, in a campaign set in Baldur’s Gate, and the distrust and prejudice applied to being of orcish origin was worked into the NPCs response; and it was fantastic storytelling.

      ‘A Dwarf, an Orc, an Elf, and a Tiefling walk into a bar…and no one cares because the bartender is an Ogre cleric, the waitress is a Kenku Sorcerer, and there’s a group of Drow discussing the charitable work they’ve been doing in the city recently’…It’s garbage, and utterly crappy storytelling. If they want to create a social justice dystopia in Wildemount, then by all means, do so. Leave the Forgotten Realms as they are…it feels like an Orwellian re-write with what they’re doing to Curse of Strahd, Trans-drow in Waterdeep, and same-sex couples wandering around in Icewind Dale.

      As a fan of the old Icewind Dale games on PC, I’ve purchased RotFM, and it will be the last item I purchase from them. Tasha’s Melting Pot of universalism, and non-sensical lore is an atrocious concept, and it’s ruined D&D, along with the recent ‘innovation’ and ‘progressive wokeness’, and the silent majority are of the same opinion. Wizards will kill their customer base with this idiocy – catering to the noisy few.

  • Orcslayer
    Posted 21 Giugno 2020 at 8:48

    Ogni comunità ha i propri tontoloni, la comunità scientifica ha i terrapiattisti, quella dei giochi di ruolo ha quella dei giocatori i quali pensano che razze fantasy immaginarie siano razziste. L’unica differenza è che in questo caso i terrapiattisti fanno la voce grossa su internet e gli editori di atlanti, per paura di non vendere, rifanno le mappe mostrando la Terra piatta.

  • Yuri Molino
    Posted 21 Giugno 2020 at 21:37

    In linea di massima completamente d’accordo non nel “riabilitare” razze malvagie ma nel dare loro una profondità pari a quella delle razze giocanti. Non tutti gli orchi sono dei selvaggi assassini così come non tutti i nani sono dei beceri ubriaconi.
    Ho solo un dubbio (basato sul nulla al momento, vedremo quando questi nuovi prodotti usciranno) Sulla “personalizzazione completa” in base alla regione, e la ridistribuzione dei bonus alle caratteristiche. Non vorrei che si andasse verso una “omologazione” tale da annullare in tutto le differenze razziali, andando a far cadere la scelta.
    Su questo punto preferirei di gran luna che si ponga l’accento sull’interpretazione, e la creazione di moduli e avventure incentrate sulla collaborazione e lo sfatare gli stereotipi.

  • Terentil
    Posted 22 Giugno 2020 at 13:39

    Da quel che ricordo, già sui manuali 3.x le razze come orchi e drow erano segnate come “generalmente malvagie” cioè che esistevano soggetti di quelle razze di altri allineamenti, seppure in minoranza. a Differenza degli esterni malvagi che (finora ma temo cambieranno anche quello) erano intrinsecamente legati al male del loro piano di appartenenza.
    In Eberron questo discorso è diventato più ampio con tutte le razze, anche alcuni mostri, che potevano essere di qualsiasi allineamento volessero.
    Discorso diverso invece è per i drow di grayhawk che erano obbligatoriamente malvagi, ma sinceramente non ricordo perchè e quindi potrei sbagliarmi. O quelli di Golarion (pathfinder) che sono elfi diventati malvagi a causa di una maledizione.
    Quindi io di questo obbligo di modificare la cultura di orchi e drow solo per avere pg buoni non ne capisco la ragione. Tra l’altro in un fumetto online prendevano in giro il fatto che tutti facessero i drow buoni.

    • Post Author
      Yari Montorsi
      Posted 22 Giugno 2020 at 16:54

      Ciò che ti sfugge è che, semplicemente, si stanno aggiungendo cose, non togliendo cose. Si sta pensando di dare profondità alle razze umanoidi più conosciute proprio perché la maggior parte dei giocatori era intrigata dal binomio società malvagia/personaggio buono, come dimostra Drizz’t e gran parte delle creature mostruose utilizzate come pg. Si vuole cercare di dare più profondità a certe razze smettendo di utilizzare il “è cattivo perché sì” come motivazione.

      Sinceramente non capisco il perché vi sia tutto questo astio quando la WotC cerca di distruggere il binomio buono/cattivo, quando i forum sono pieni zeppi di problemi legati all’allineamento…

    • Post Author
      Yari Montorsi
      Posted 22 Giugno 2020 at 16:57

      Il problema è prettamente meccanico, in realtà. Non puoi costringere le persone a recitare in un determinato modo, ma puoi permettere, con la personalizzazione, a varie persone di recitare ciò che piace senza sentirsi vincolata da un mero numero. L’elfo rimarrà l’elfo, l’orco rimarrà (per aspetto) l’orco, ma sembra cambieranno (o verranno ampliate) le scelte sugli attributi. Non che sia fondamentale (metà delle volte che ho visto giocare un personaggio gli attributi erano importanti quanto il due di bastoni con briscola a spade) ma aumenta la possibilità di classi/razze, senza intaccare nessuno.

    • Post Author
      Yari Montorsi
      Posted 22 Giugno 2020 at 16:59

      Temo che ti sia sfuggito il fatto che nessuno sta modificando nulla, bensì si stanno aggiungendo possibilità.

    • Post Author
      Yari Montorsi
      Posted 22 Giugno 2020 at 17:05

      Il facoltativo è la chiave, a mio parere, per tenere quella fetta di nerd conservatori sul gioco anziché mandarli a vanvera con i loro ideali di fantasy standardizzato. E la WotC è da circa 6 anni che lavora nel grattare via quel vecchiume da sé stessa e da chi usa i suoi prodotti. Sinceramente questo fastidio non lo comprendo nemmeno un po’, e temo sia frutto della classica frase “eh ok ma se a me dà fastidio che gli altri abbiano possibilità che io avrei comunque?”.

      Una frase che la dice lunga sul pensiero di chi la dice, e che sinceramente non mi dispiace allontanare dal gioco di ruolo. Se devo decidere tra una maggior libertà nella fantasia e immaginazione ed un fantasy che è lo stesso, uguale sfondato da trent’anni, preferisco di gran lunga la prima. Della scomparsa del secondo ce ne faremo una ragione.

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