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“Cronache di Stardust City” – Star Trek: Picard. Guida all’episodio

Cronache di Stardust Cityè il quinto episodio della serie, “Picard”, marcata CBS e Amazon Prime, ambientata nell’universo di Star Trek.

Metà stagione se ne è andata via, tanto, troppo rapidamente, così tanto da dire e così poco tempo. Beh, poco male! Se vi siete persi qualcosa vi invitiamo a dare una lettura agli episodi precedenti, in maniera tale da zittire le malelingue che affermano quanto questo show sia detestabile se non si hanno conoscenze pregresse.

Non vi preoccupate, vi aiuteremo noi. Siamo qua apposta.
Intanto potete trovare in questi articoli quanto è successo fino ad ora: Breve guida introduttiva, Puntata Uno, Puntata Due, Puntata Tre, Puntata Quattro.

Non perdiamo tempo! C’è tanto, troppo da dire di questo episodio.

Borg, un impianto è per sempre

L’episodio “Cronache di Stardust City”, come ormai ci ha abituati questa serie, si apre con una panoramica sul passato. Fin da subito le citazioni si sprecano. L’azione si svolge sul pianeta Vergessen del sistema di Hypatia. Quindi per prima cosa c’è il nome del pianeta, che in tedesco, vuol dire “Dimenticare”, per quanto riguarda il nome del sistema, Hypatia o Ipazia nella nostra lingua, questa fu una matematica, filosofa e astronoma di origine greca che morì, a seguito di un tumulto perpetrato da dei monaci cristiani ad Alessandria d’Egitto.

Dopo questo preambolo assistiamo ad una scena un po’ gore, come di tanto in tanto sono state viste in Star Trek. Su di un tavolo operatorio vediamo un ufficiale della Flotta Stellare che sta subendo lo stesso trattamento dei Borg sull’Artefatto, e purtroppo per noi, è una vecchia conoscenza di “Star Trek: Voyager”: Icheb.

Icheb, uno dei quattro bambini drone Borg che erano entrati a far parte della “Collettività” della Voyager, ormai cresciuto, ha preso posto tra le fila della flotta e, purtroppo per lui, è rimasto vittima di quello che sembra un mercato nero degli impianti dei droni Borg. Ferito mortalmente, chiede a Sette di Nove di avere una morte rapida e mentre lei compie questo atto misericordioso sussurra: “mi dispiace… figlio mio”.
Ora, per non si sa quale ragione in italiano hanno tradotto in maniera completamente diversa il dialogo, ma ormai siamo abituati, no?

Prima di entrare nel vivo dell’episodio abbiamo un secondo flashback, più vicino al tempo della serie. Su Freecloud, in una cantina degna del peggior porto di Mos Eisley, un’invecchiato e “diverso” Bruce Maddox (hanno cambiato l’attore che lo interpretava, come anche per il personaggio di Icheb) in cerca di aiuto.
Ma cosa viene offerto a Bruce da bere? Della Tranya. Questo liquore è stato inserito nell’Universo di Star Trek nell’episodio “L’espediente della Carbonite”, secondo episodio della serie classica, trasmesso come undicesimo nel nostro paese. Non è soltanto Kirk ad apprezzarne il gusto, ma anche Odo in “Star Trek: Deep Space Nine” mentre ospita la coscienza di Kurzon Dax durante un rituale Trill.

Mai bere da bicchieri sconosciuti.

Tra discorsi Borg e Pop-up pubblicitari cominciano le “Cronache di Stardust City”

Dopo aver avuto modo di riprendersi, Sette di Nove, incontra Picard nella riproduzione del suo Chateaux. Jean-Luc si sta informando su Freecloud e sullo schermo possiamo vedere la siloutte di una ballerina orioniana che danza. Non è la prima volta che vediamo una fanciulla di Orione nello show: la prima apparizione di queste irresistibili, per la razza umana, donne, avvenne nella serie classica, nell’episodio pilota “Lo Zoo di Talos” e successivamente, in vari episodi di “Enterprise”.

Durante il confronto tra Picard e Sette di Nove, possiamo percepire quanto la donna sia cambiata. Durante il suo periodo sulla Voyager era incapace di assorbire le molecole di alcool, tanto da ubriacarsi con un singolo flute di champagne. Ora, invece, trangugia bicchieri di bourbon liscio come se nulla fosse. La vita deve proprio averla indurita. La conversazione, come sempre quando c’è Picard, si sposta su temi esistenziali e lui, ovviamente, dimostra tutta la sua superiorità morale. Nonostante queste differenze, Sette di Nove decide di aiutare Jean-Luc nella sua ricerca.

L’arrivo su Freecloud è anticipato dall’arrivo delle… pubblicità. Su un pianeta “indipendente” dove è possibile trovare di tutto, le pubblicità personalizzate sono d’obbligo. Ciascuno ha la propria: dal “Boliano Rosso” per Rios, al venditore di stupefacenti per Raffi. L’unico che non ha un ads specifico è il giovane Elnor, troppo giovane per essere andato in rete.

Ads in Cronache di Stardust City

Stardust City. Una città ricca di easter eggs

La banda è pronta per scendere sul pianeta. Dopo alcuni preparativi, a tutto l’equipaggio viene fornita un’identità fittizia, quasi un personaggio, per passare chi da facilitatore, in uno scambio, chi da preda, chi da pirata spaziale. E indovinate un po’ a chi tocca mettere la benda sull’occhio e sorbirsi questa “bega”? Ma è chiaro, a Jean-Luc Picard! Un vestito damascato, una benda sull’occhio, una cravatta nera e come un suo possibile antenato Pierre le Picard, ed è tutto pronto per trasformarsi in un pirata.
Ma Stardust City contiene anche vari easter egg come possiamo vedere nell’immagine qui sotto.

Stardust City

Sul lato sinistro dell’immagine potete vedere un locale con l’insegna “Dabo Tables”. Il Dabo è un gioco da tavolo sviluppato dai Ferengi che abbiamo avuto modo di vedere in azione più e più volte sulla stazione di Deep Space Nine. Sempre da quella serie vediamo un riferimento a Quark, il piccolo e intraprendente Ferengi che pare essere riuscito, alla fine, ad aprire la sua catena di locali in giro per la galassia. Che sia anche riuscito a comprare quella luna che tanto desiderava?

In piena vista, al centro, vediamo una nostra vecchia conoscenza. Mot, il barbiere boliano, che per anni ha fatto i capelli all’equipaggio sulla nave Enterprise-D; non c’è che dire, anche lui ne ha fatta di strada. La sua più grande opera d’arte, in fatto di capelli, fu l’acconciatura per Data quando, assieme a Picard, intrapresero una missione su Romulus per prendere contatti con Spock durante l’episodio “Unificazione: Parte 1 e 2” (ne avevamo già parlato in un vecchio articolo).

C’è da dire che Quark la fa da padrone nell’episodio. Viene citato una seconda volta durante la presentazione fatta su Rios da parte del Beta Annari, Vup e qui vengono citati anche i Breen, avversari dell’Alleanza del Quadrante Alpha e Beta contro il Dominio. Questo energumeno, dall’aspetto rettiloide, è un nuovo ingresso nell’Universo di Star Trek.

La sua razza non ha nulla a che vedere con quella degli Annari del quadrante Delta che avevamo avuto modo di conoscere durante i viaggi della Voyager, a lui spetta il ruolo di demolitore della mia teoria, che avevo espresso nel precedente articolo, su Rios. Infatti se nell’articolo precedente teorizzavo che Rios fosse un ologramma, in questo il capitano de “La Sirena”, prima di teletrasportarsi su Stardust City, riceve un’iniezione, e già qui è un po’ difficile farlo ad un ologramma, ma è quando Vep, dopo avergli annusato il fiato, capisce cosa ha mangiato Rios, che il castello di carte crolla.

Due riflessioni sui Guardiani di Fenris e le teorie complottiste

Sette di Nove collabora coi Guardiani di Fenris. Ma chi è Fenris e perché è stato scelto proprio questo nome? Anche qui si recupera la mitologia umana. Fenris è un gigantesco lupo della mitologia norrena figlio di Loki e della gigantessa Angrboða. La scelta del nome è indicativa per questi autoeletti guardiani della fu Zona Neutrale. Pensateci. Romulani, Romolo e suo fratello Remo allattati da una lupa, quindi non può altro che essere un lupo a proteggere i confini di una zona ormai caduta.

Sì, perché la Zona Neutrale, dopo la distruzione di Romulus (e conseguentemente anche Remus) da parte della supernova, ha stravolto completamente gli equilibri nel Quadrante Alfa, permettendo la nascita di cripto democrazie, piene di ladri e malfattori, come su Freecloud, o prese di potere quelle di Bjeyzl.

Non mi sarei stupito di rivedere altri personaggi della Flotta Stellare non a proprio agio con il potere precostituito. Sarebbe stato interessante chessò, Tom Paris, o Ro’Laren.

Vorrei anche parlare delle teorie del complotto. No, niente scie chimiche, onde per il controllo mentale, terra piatta, vaccini e compagnia bella.

No, parlo della teoria del complotto di cui Raffi è certa. Un complotto ordito dai Romulani e da altre potenze del settore per mettere al bando i sintetici. Pensate per un attimo al nome/numero del sintetico F-8 (F-eight/Faith). Speranza. Speranza per cosa? Un futuro migliore? Recuperare produttività dopo tragedie interstellari? E invece, i sintetici, attaccarono Marte. Ma da cosa nasce questo complotto per rimuovere l’organismo sintetico dall’Universo? In molti vedono una connessione con Controllo conosciuto nella seconda stagione di “Star Trek: Discovery”, un’intelligenza artificiale, o un computer che vuole sterminare tutte le razze organiche dall’universo. Chissà, forse nei prossimi episodi capiremo.

Chiacchiere tra ex-Borg e un finale “inaspettato” per “Cronache di Stardust City

Dopo aver tratto in salvo Maddox, Jean-Luc e Sette di Nove si confrontano su quanto è avvenuto. Picard, quando vuole, è sempre il solito instancabile ottimista, pieno di speranza in una galassia dove pare sia svanita quando la Federazione Unita dei Pianeti ha ritirato il suo aiuto all’Impero Stellare Romulano.

È stata molto intrigante la domanda che Sette di Nove rivolge a Picard chiedendogli se sentiva di aver recuperato la propria umanità dopo essere stato assimilato e, alla risposta “sì, ma non tutta”, le incomprensioni tra i due sembrano appianarsi. Tuttavia Sette di Nove, dopo aver preso due fucili phaser dalla nave e sulle note di “Star Trek: Voyager”, si teletrasporta nuovamente sulla superficie per far giustizia sommaria di Bjeyzl e dei suoi scagnozzi. Speriamo di rivedere Sette di Nove prima della fine della stagione.

Il finale ha lasciato molti interdetti, soprattutto per la scena forte e cruda della morte di Maddox. Sinceramente non mi sarei aspettato nulla di meno. Agnes Jurati, fin dal primo momento, non mi è sembrata degna di fiducia, ma con il suo gettare la maschera forse riusciremo a capire qualcosa di più su questo “Conclave degli Otto” di cui Raffi pare sapere qualcosa.

Discorsi tra Borg in Cronache di Stardust City

Conclusioni su “Cronache di Stardust City”

Per la seconda settimana consecutiva vediamo Jonathan Frakes alla regia che gira, a mio modesto parere, un episodio bellissimo, anche se con un paio di problemi nei dialoghi, in particolare nel rapporto tra Raffi e suo figlio.

“Cronache di Stardust City”, è divertente, avvincente e, a tratti, gigionesco. In molti tuttavia hanno mal sopportato l’assenza di speranza, sempre presente nel franchising, e la forte violenza degli ultimi minuti.
Mi trovo quindi obbligato a spendere due parole sulla violenza. La violenza in Star Trek è sempre esistita ed è sempre stata presente. Nessuna razza dei vari quadranti ne è esclusa. Vari episodi hanno trattato in modo più o meno palese tematiche di violenza, brutalità, tortura e ogni altro genere di aberrazione. Non sono neanche mancati gli episodi gore e horror, in particolare quelli con i Vidiani.

Quindi, che dire? Le classiche polemiche sterili ed inutili. Un prodotto può piacere o non piacere e siete più che in diritto di non guardarlo oltre se non ci sentite a vostro agio o non accoglie i vostri gusti, ma credere che un prodotto non si evolva nel tempo è quantomai infantile come pensiero.

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