Da quella notte il rapporto tra lui e Ivana era cambiato. I due avevano cominciato a vivere come marito e moglie, senza mai avere vita facile, fino al giorno in cui la Cacciatrice non era diventata un abominio. Il loro ultimo incontro era stato turbolento e, mentre Milano rischiava di essere distrutta da un’armata simile a quella che ora seguiva Rodrigo, lui non pensava che a lei.
Milano era in procinto di essere distrutta. I Nobili Cacciatori rimasti in Città, dopo che Leonardo Da Vinci aveva trasformato diverse Famiglie in abomini, non potevano combattere due guerre. Da un lato il Tarantasio e dall’altro i loro amici e compagni, trasformati. Era solo questione di tempo prima che la Città cadesse, Rodrigo lo sapeva bene. Il suo sguardo si era fatto più severo con il passare dei mesi. Aveva conosciuto il tradimento e la disperazione in ogni loro forma. La scelta si presentava semplice: morire o unirsi al nemico. In tutto questo, la sua mente riusciva a pensare solo a Ivana.
Da quando lei era mutata, non avevano avuto occasione di riappacificarsi. Quel pensiero lo tormentava. Con il suo gruppo di Caccia Rodrigo cercò l’amata, o quello che ne restava, nella speranza che in lei ci fosse ancora qualcosa di umano.
Ma non era rimasto niente della Cacciatrice che il giovane Lurani aveva conosciuto. La graziosa e sinuosa dama che lo aveva sposato era scomparsa, lasciando il posto a qualcosa di tremendamente oscuro e tutt’altro che nobile e delicato.
Ivana non si nascose, pronta com’era alla battaglia, ma non si sarebbe aspettata l’esito dell’incontro che l’attendeva.
Rodrigo fermò il gruppo di Caccia con la parola, le promesse e le minacce, fino a quando le ostilità furono sospese. Il Nobile Cacciatore avanzò verso Ivana, o quel che rimaneva di lei, e cercò di riportarle alla mente i mesi trascorsi insieme. Dama Lurani era cambiata, questo è vero, ma la freddezza con cui sapeva gestire situazioni complesse era ancora saldamente radicata in lei. Interruppe con un gesto il discorso di Rodrigo e gli impose la scelta: seguirla e, forse, trovare il tempo per terminare quello che doveva dirle… oppure morire.
Il resto era storia.
Milano poi era stata risparmiata e i Lurani, seguendo Leonardo Da Vinci, avevano trovato una nuova casa.
Esistevano dei luoghi in grado di incanalare la Straordinaria Realtà per purificare la terra, qualcosa che nessuno avrebbe mai ritenuto possibile. Era stato un lungo viaggio, non privo di pericoli, ma con il duro lavoro e la guida di Ivana, ora divenuta la loro regina, era nato un piccolo insediamento. Quei piccoli agglomerati di case avevano prosperato, trasformandosi nel dominio fiorente che i Nobili Cacciatori erano stati mandati a spiare per conto di Milano.
L’ultima volta in cui aveva visto la Città, Rodrigo si trovava dall’altro lato delle mura. Posare ora il suo sguardo da guerriero sulle difese approntate, e pensare a modi ingegnosi per abbatterle o superarle, lo pungeva con la sua amara ironia.
Il cavaliere in nero voltò il cavallo e si diresse verso la sua Regina. Con l’avvicinarsi dell’ora della battaglia, sentiva di doverle dire ancora un’ultima cosa.
Ivana avanzava sicura in mezzo alle sue truppe. Il suo volto era una maschera imperscrutabile, per non tradire insicurezze o dubbi dell’ultimo minuto. Quel giorno avrebbero conquistato Milano o sarebbero morti e, in ogni caso, la loro vita sarebbe cambiata nuovamente. Le truppe Lurani non dovevano percepire nulla che non fosse certezza della vittoria dalla loro regina.
Rodrigo aveva imparato a guardare sotto la calma di Ivana tempo addietro. Lui solo, tra tutti i presenti, avrebbe potuto leggere il vero stato d’animo della sua Strega.
Bastò uno sguardo tra i due per scambiarsi un discorso intero. Rodrigo confermò la sua fedeltà alla moglie e il desiderio di non lasciarla mai sola in battaglia. Ivana gli lasciò intravedere, per un fugace istante, un sentimento di dolcezza e amore, ringraziando quell’uomo che le era sempre stato accanto, a prescindere dalle circostanze.
Quando i due volsero nuovamente gli occhi a Milano, l’attacco ebbe inizio.