Black Hills, di Luca Mazza, edito da Moscabianca Edizioni è uno dei cinque finalisti in gara per il Premio Italia nella sezione “Romanzo di autore italiano – Fantasy”.
Oltre a Luca Mazza, in concorso in questa categoria, ci sono alcune nostre vecchie conoscenze di cui abbiamo recensito qualche opera: Marco Cardone, con il suo Italian Way of Cooking – Pizza, Mostri e Mandolino e Livio Gambarini con il terzo capitolo della saga Eternal War (da noi potete trovare la recensione del primo volume, lo so, siamo indietro con le letture N.d.R.). Questi ultimi due titoli sono stati pubblicati da Acheron Books.
Prima di addentrarci in questa breve recensione, vogliamo augurare a tutti i concorrenti del Premio Italia un grande in bocca al lupo. Continuate così! Come ultimamente ripeto, ci sono ancora tante storie da raccontare, quindi fateci leggere, fateci sognare e fateci rimanere sempre informati!
È il momento di andare ad esplorare il libro e le Black Hills.
Sinossi di Black Hills
Siamo nel Nord America e la frontiera è contesa. Ci avviciniamo allo scontro di Little Bighorn quando Lakota, Sioux e Arapaho annientarono il Settimo Cavalleria dell’esercito degli Stati Uniti agli ordini del Generale Custer. La conosciamo tutti la storia, no? Sappiamo come quel criminale di Custer uccise intere popolazioni di nativi americani, vecchi, donne e bambini perché la frontiera doveva espandersi, no? Bene.
Questa è la cornice all’interno della quale il pistolero-stregone Ofiuco chiede aiuto all’eroe dei Due Mondi per difendere il mondo dal nuovo attacco da parte del Caos.
Nonostante la storia si sviluppi in pochissime pagine, in queste si susseguono le vicende di molti personaggi, tutti ben caratterizzati.
Non abbiamo il “dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia” come cantava De Gregori, abbiamo un libro che, giocando con la Storia, la cambia e racconta uno scontro millenario tra Ordine e Caos. Ogni personaggio, a parte Garibaldi, è al suo posto. Troviamo Giovanni Martini, Felice Vinatieri, Carlo di Rudio, Agostino Luigi, Agostino Luigi Devoto, Giovanni Casella, tutti personaggi realmente esistiti, molti dei quali avevano combattuto anche con Garibaldi.
Non sono qui per raccontarvi come va a finire, ma se siete appassionati del West e delle tinte fantasy non dovete farvelo scappare!
Conclusioni
Era già da qualche mese che mi ero riproposto di acquistare Black Hills e leggerlo. Ho già avuto modo, in passato, di affrontare qualcuno dei lavori di Luca Mazza anche se, in quelli, scriveva a quattro mani con Jack Sensolini (ricordate la Vilupera? N.d.R.).
Anche in quest’opera, come in alcune delle precedenti, il citazionismo è ben presente e coadiuva la narrazione.
Mi si è scaldato il cuore, nelle prime pagine, quando ho letto le parole di Fabrizio de André, sono quasi certo che Luca deve aver ascoltato tante volte “Fiume di Sand Creek” durante la stesura, ma non solo questo, anche Buffalo Bill di Francesco de Gregori!
Il West che Luca ci ha presentato in Black Hills, è un West malinconico, triste, crepuscolare e polveroso. Un West che deve molto a Quentin Tarantino e che si sforza di reinterpretarsi. Ma non solo Quentin Tarantino, scomoderei anche “Dust” di Milčo Mančevski, chissà se ho colto tutte le citazioni…
Quindi, per concludere, il West può anche essere italiano! Lo sapevamo già grazie a Sergio Leone, ma Luca Mazza si è spinto un po’ (troppo?) oltre per rammentarcelo.
Sicuramente una lettura consigliata per gli amanti del genere. Potete trovare il suo lavoro a questo link e non temete, vi terremo informati su chi saranno i vincitori del Premio Italia!