Another Crab’s Treasure ha travolto, con la sua onda di freschezza, la calma “spiaggia” delle release di questo periodo.
Il gioco ha fatto capolino il 25 aprile per Xbox, PC e Nintendo Switch. Presente anche al day one per gli abbonati al servizio Game Pass. Nessunə si sarebbe aspettato che un piccolo paguro entrasse, con una forza così dirompente, nei cuori di tantə amantə di videogiochi.
Ma andiamo ad analizzarlo insieme…
Another Crab’s Treasure: La storia
Kril è il nostro eroe, un piccolo paguro pacato e isolato da tutti. Vive la sua semplice vita in una piccola rientranza di scogli entrando e uscendo dal suo guscio, la sua comoda casa.
La calma di Kril, un brutto giorno, viene interrotta, dall’arrivo di un improbabile squalo. Questa marionetta, più che squalo, è l’emissario della nuova Regina-Granchio. Il suo ruolo è quello di esattore delle nuove tasse, è davanti al nostro piccolo paguro per esigerne il pagamento.
Il piccolo Kril si affaccenda a consegnare tre preziose perle come pagamento della quota richiesta. Inaspettatamente, però, il dazio viene rifiutato dallo squalo. Merce di scambio in disuso quella delle perle o dell’oro. Adesso, a farla da padrone nel mercato marino, è l’immondizia!
Tutto il business marino, in una esilarante denuncia sociale, ruota intorno agli oggetti più disparati gettati in acqua. Vista l’assenza di rifiuti nell’immacolata zona del paguro, lo squalo decise di prelevare il guscio del povero Kril per consegnarlo alla Regina come pegno.
Il viaggio di Kril inizia proprio qui: un’odissea al fine di recuperare la sua dimora. Il paguro si troverà costretto a rafforzarsi tra gusci improbabili e armi poco convenzionali. Dovrà infatti affrontare la più agguerrita fauna marina pronta a sopraffarlo senza fare troppi complimenti!
Il souls che non ti aspetti
Nonostante la colorata, ed estiva, veste grafica “indossata” da Another Crab’s Treasure, il videogioco non fa sconti a nessuno. Come in ogni souls-like che si rispetti, infatti, l’imprecazione diventerà una nostra fida compagna di viaggio.
La rappresentazione degli ambienti, degli oggetti o anche dell’immondizia stessa, sembra possedere sempre un filtro cartoonesco. Quasi un sorriso beffardo che vuole attirarci e accoglierci nel peggior girone dell’inferno!
Il gioco ci “inganna” grazie ad una grafica che, ad una prima occhiata, può essere tranquillamente riconducibile ai simpatici classici platform anni ’90. Inoltre allestisce anche un ottimo doppiaggio scanzonato ed irriverente, dove la battuta e la comicità allarga di molto il coinvolgimento di chi gioca.
Ottimo anche il doppiaggio in inglese che, per quasi tutti i personaggi, risulta essere azzeccato e coerente. La localizzazione in italiano inoltre farà felice il Nostro Stivale. Potremo recepire al meglio tutte le sfumature e i giochi di parole con i quali Kril e tutti protagonisti si divertiranno per l’intera avventura.
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Ad avvicinarlo al mondo dei souls, però, non è solo il grado di difficoltà settato verso l’alto. Il gioco, infatti, in chiave ironica riprende a grandi linee quanto proposto nella celebre serie di Hidetaka Miyazaki.
Le fatidiche “anime” sono rappresentate, in Another Crab’s Treasure, dalle microplastiche, la risorsa necessaria per livellare e per comprare tutto l’acquistabile. Onnipresente la meccanica di perdita dell’intero patrimonio qualora, dopo una morte, non si riuscisse a recuperarle prima di un ulteriore sconfitta.
La presenza dei “falò” è rappresentata dai gusci di Lunatia. Si tratta di grandi conchiglie in cui il protagonista potrà salvare la partita, ripristinare abilità e salute, salire di livello e viaggiare immediatamente negli altri gusci trovati nella mappa, come se fossero dei veri e propri teletrasporti.
Il gioco inserisce, all’interno del peregrinare del piccolo Kril, anche molte situazioni platform originali. Questa associazione tra souls-like e platform, riesce a spezzare piacevolmente il ritmo del farming e del combattimento.
Attenzione però, non pensiate che queste sezioni vi diano un momento di respiro, proprio no! In alcuni casi, anche questi momenti, richiedono particolare abilità. Soprattutto verso l’epilogo della storia e nel raggiungimento del fatidico 100% che in Locanda LostInDice possiamo annoverare (Flex Time! N.d.A.).
Ma porc…
Affascinati dalle prime simpatiche battute di gioco, abbiamo portato avanti, in tutta rilassatezza, l’avventura fino al primo grande boss.
Quel maledetto Nephro, una sorta di aragosta del portamento e dalle movenze di un cavaliere di giostra del medioevo! Nephro fa il suo ingresso in scena in perfetto stile Hulk Hogan tra urla e minacce alla nostra minuscola ed indifesa figura. Armati di una forchettina, e protetti da una lattina di soda come guscio di fortuna, ci ritroviamo ad affrontare, come uno schiaffone in faccia, la dura realtà!
Another Crab’s Treasure: Miseriaccia se è difficile!
Di seguito vi lasciamo il link del nostro video sul YouTube per capire di cosa parliamo:
Another Crab’s Treasure prende molto seriamente i combattimenti. I boss, come da “vademecum dei Souls”, non possono essere affrontati con il personaggio sotto livellato e soprattutto senza preparazione. Il boss va studiato e compreso, bisogna saper leggere e prevedere il pattern completo per poter avere la meglio. I tempi di reazione del player sono ridottissimi e la gestione delle risorse e delle abilità va centellinata al meglio.
La propria build è di facile approccio. Non sono tante le cose da incastrare, anzi il gioco le semplifica molto in cinque caratteristiche: Forza, Vitalità, Robustezza, Umami (Mana) e Difesa. Tutti i gusci che troveremo sono l’unico pezzo di armatura da tenere equipaggiato. I gusci incrementeranno e/o ridurranno una caratteristica aggiungendo una piccola abilità unica che aiuterà il proprio stile di gioco.
A dar sostegno alla build, ci saranno i “passeggeri”. Si tratta di tre piccoli abitanti della vita marina che comporranno un set personalizzato per colmare qualche caratteristica bassa o potenziare quelle preferite.
Ah però!
Il titolo di questo capitolo è l’esclamazione che ogni player ha fatto, e farà, progredendo nel gioco. Un segno naturale di stupore perché il gioco ti accompagna in una storia piacevole e a tratti anche molto significativa.
Calca la mano molto sui difetti della civiltà “granchiesca” che di riflesso narra le gesta umane, con tutte le varie criticità del nostro essere umani.
Il titolo si può interpretare in diversi modi. Per chi vorrà godersi la storia, senza essere afflitto dalla difficoltà del gioco (perdendo a nostro avviso un bel po’ di fascino), c’è la possibilità di usufruire delle tante agevolazioni in accessibilità attivabili facilmente nella sezione apposita delle impostazioni, con tanto di guscio pistola che potrà one-shottare anche i boss.
Mentre, chi vorrà affrontare il gioco originale come pensato dalla software house Aggro Crab, troverà sicuramente pane per i suoi denti!
Inoltre, il gioco, premierà molto l’esplorazione degli ambienti. Molte skill e power-up, infatti, non si otterranno affrontando linearmente la storia del gioco. Sarà importante, e necessario, esplorare ogni angolo dell’open map, per scoprire le tante locazioni nascoste anche sorprendentemente grandi.
Prima scelta vs avariato
Ci sono due punti che volevamo citare per evidenziare un bellissimo punto forte del gioco ed un difetto particolarmente fastidioso.
Partiamo dalla “prima scelta”, ovvero un punto di forza del videogioco in questione: la colonna sonora. Ispirata, motivante e calzante la OST di Another Crab’s Treasure, curata da Feasley, accompagna strumentalmente le emozioni e lo stato d’animo del piccolo paguro. Riesce ad incorniciare i diversi biomi del mondo di gioco e leggere benissimo le vicissitudini del nostro alter-ego.
Altresì, neo decisamente fastidioso, soprattutto nei luoghi angusti, è la telecamera poco precisa. È un genere di gioco che richiede la massima attenzione, la telecamera, quindi, dovrebbe seguire creando meno problemi possibili a chi gioca. Ahimè diversi combattimenti da molto punitivi sfociano spesso nell’ essere frustranti per colpa di inquadrature decisamente sbagliate che nascondono insidie ed ostacoli. Risulta così impossibilitato il corretto movimento del paguro e conseguente perdita di pazienza da parte di chi gioca.
Another Crab’s Treasure: In conclusione
Un Indie game con i fiocchi che stupisce ed incanta senza però lesinare arrabbiature e “Joypad distrutti”. Un gioco che sa adattarsi con le impostazioni a diverse preferenze di gioco. C’è da dire anche che se attivate alcune opzioni dell’accessibilità bisogna assolutamente estirpare il titolo dal genere d’appartenenza perché diventa tutt’altro che un Souls-like.
Another Crab’s Treasure è un titolo che riesce con leggerezza visiva a regalare tante ore di divertimento e per noi non è assolutamente vero che dura poco o non coinvolge, critiche mosse da qualche testata giornalistica. L’opera di Aggro Crab si sa rivelare in tutto il suo splendore solo per chi vuole scalfire la superficie addentrandosi in profondità nell’avventura subacquea, offrendo veramente alti momenti videoludici!