A due mesi (14 luglio 2023) dall’inizio dello sciopero dei membri del SAG-AFTRA (qui potete trovare la loro pagina ufficiale) ci sembra doveroso chiarire qualche dubbio.
Per fare ciò dobbiamo rispondere ad una semplice domanda.
Perché alcuni set sono ancora aperti?
La domanda non ha una risposta semplice, ma cercheremo di fare del nostro meglio per cercare di spiegare che cosa sta succedendo.
Lo sciopero dei membri del SAG-AFTRA segna una data epocale. In questo momento, con solo i registi a aver firmato un nuovo contratto, Hollywood è praticamente ferma. Certo, alcuni CEO come Kristin Dolan (AMC+) sostengono di avere prodotti da presentare sulle proprie piattaforme fino a buona parte del 2024. È anche vero, però, che si conoscono le cifre, in perdita, delle grandi piattaforme streaming. Lo sciopero sta colpendo dove fa male, e questo è innegabile.
Ma lo sciopero non è contro i produttori in generale. Non è una guerra dove due fazioni divise tra di loro e facilmente identificabili, si fronteggiano senza esclusione di colpi. Lo sciopero che vede uniti attori e sceneggiatori, anche se si parla di una possibile risoluzione per i membri della WGA dopo più di cento giorni di sciopero (N.d.A.), è indirizzato all’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi.
Questo vuol dire che tutte quelle produzioni indipendenti, slegate dai membri dell’AMPTP e che rispettano le richieste del SAG-AFTRA, possono lavorare e tenere aperti i set per consentire ai membri di lavorare e pagare le bollette.
Facendo richiesta al comitato centrale del SAG-AFTRA, si può dunque ottenere un accordo che permetta non solo il lavoro sul set, ma anche tutte quelle operazioni di marketing che avvengono dopo la fine della produzione. È per questo che alcuni attori hanno la possibilità di partecipare ai festival, come Venezia, dove Penelope Cruz e Adam Driver potrebbero presentare i loro ultimi film.
È facile ottenere un accordo?
No, affatto. Il contratto da riempire, che ha pieno valore legale, è composto da circa settanta pagine. In queste la produzione si impegna a seguire tutte le regole imposte dal SAG-AFTRA. Si va dal salario minimo alle pause, dalla distribuzione dei proventi alla condivisione delle royalties. Insomma, le produzioni indipendenti si impegnano a fare quello che le grandi case ritengono impossibile.
Eppure sono più di cento le produzioni indipendenti che sono sul set in questo momento.
L’unione analizza con attenzione tutti i progetti che richiedono un Accordo ad Interim. A prescindere dal budget o dai nomi del cast, ogni progetto accettato ha dimostrato di essere separato dall’AMPTP ed interamente indipendente, eccetto la straordinaria eccezione di Teheran che ha però motivi legali di esistere. È importante notare che i termini di questi accordi sono stati creati dalla nostra commissione per i negoziati e dal dipartimento contratti per rispettare i termini delle nostre richieste nelle trattative. I produttori indipendenti devono rispettare tutti i termini, senza eccezioni, anche quelli rifiutati dall’AMPTP.
Comitato SAG-AFTRA per i negoziati
Lo scopo del SAG-AFTRA
Lo scopo di questi accordi è duplice e semplice.
Da un lato si vuole consentire ai membri di continuare a lavorare per produzioni che rispettano le richieste del comitato, ma dall’altro si vuole anche mostrare come le richieste che sono state definiti irragionevoli ed inattuabili dai membri dell’alleanza, sono state invece accolte da produzioni più piccole. Si vuole mettere così in mostra la cattiva fede di chi dal tavolo delle trattative è scappato.
Questi accordi incoraggiano le produzioni a ridirigere il proprio budget su progetti coperti dall’unione. Daranno lavoro così ai membri dal SAG-AFTRA, invece di andare a perdersi in un dedalo di produzioni straniere sotto il controllo dei membri dell’AMPTP, seppur per vie traverse.
Perché gli accordi non includono progetti scritti dai membri della WGA, ma solo quelli del SAG-AFTRA?
Per richiesta stessa del comitato direttivo dell’unione degli sceneggiatori.
I nostri legali hanno attivamente discusso con la WGA su come fare in modo che i nostri Accordi ad Interim possano supportare le loro strategie di sciopero che al momento non includono l’offerta di un accordo. Dopo molti incontri produttivi e collaborativi abbiamo approvato una modifica alle politiche dei nostri Accordi. Da questo momento escluderemo ogni progetto coperto dai membri della WGA e prodotto in America. Siamo stati consigliati dalla WGA stessa ad aggiungere questa modifica per assisterli al meglio nell’esecuzione delle loro strategie di sciopero e crediamo che la decisione non vada ad inficiare l’effettività della nostra strategia. È la soluzione giusta per tutti.
Comitato SAG-AFTRA per i negoziati
Non sappiamo quanto ancora durerà lo sciopero. Speriamo però di aver chiarito qualche dubbio anche per coloro che si domandano se uno sciopero in questo momento sia davvero necessario.
Che cosa cambia adesso, con la risoluzione dello sciopero degli sceneggiatori?
Possiamo dire, con grande orgoglio, che l’accordo raggiunto è eccezionale con guadagni significativi e vere protezioni per gli scrittori ad ogni livello di appartenenza.
Comitato per i negoziati WGA
Domenica 24 Settembre arriva la notizia che tutti a Hollywood stavano aspettando. Lo sciopero degli sceneggiatori sembra essere arrivato alla fine dopo centoquarantotto (148!) giorni di picchetti. Ma andiamo con ordine, sebbene ci sia da festeggiare non pensiamo che gli sceneggiatori possano tornare a lavoro da domani.
Ci sono ancora degli step legali da seguire. Da lunedì 25 settembre spariscono i picchetti davanti agli Studios, ma nessuno è ancora autorizzato a tornare a scrivere. Perché? Semplice, prima di martedì l’accordo raggiunto non può essere ratificato, sia per la festività dello Yom Kippur, sia per il fatto che il documento stilato ieri deve passare adesso nelle mani degli avvocati della WGA.
Ciò che accadde quindici anni fa non deve riaccadere. Durante le trattative questo il comitato lo ha promesso. Comunque ad oggi non ha ancora reso pubblici ai suoi membri i dettagli di quello che sarà, con tutta probabilità, il nuovo contratto nazionale della categoria.
Nel precedente sciopero gli sceneggiatori capitolarono più per sfinimento che non perché fossero stati raggiunti gli obiettivi che la gilda si era prefissata. In un clima teso ed ostile si giocò con l’uso del gergo legale e fu così possibile, anni dopo, trovare il modo per aggirare le promesse fatte.
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Non di nuovo. Per questo ci si è rivolti agli avvocati, per rendere blindato quello che è al momento solo un memorandum che può diventare il nuovo contratto. Una volta che il memorandum verrà ritenuto completo, il comitato per i negoziati dovrà votare se l’accordo è consigliabile o meno. Se la risposta è sì il passo successivo è mandarlo alla direzione della WGA e al consiglio di amministrazione della WGAE per l’approvazione. La direzione ed il consiglio sono i soli che possono decidere di indire un voto dei membri per la ratifica del contratto.
Se l’autorizzazione verrà approvata la direzione ed il consiglio sono anche chiamati a votare sulla fine dell’ordine restrittivo che impedisce agli sceneggiatori di entrare nelle sale di scrittura.
Solo allora termina lo sciopero. O meglio, solo allora gli sceneggiatori sono autorizzati a tornare a lavoro anche se la ratifica è ancora in sospeso. Questa decisione, però, non influisce sulla loro libertà di prendere una decisione sull’approvazione o meno del contratto.
Per essere chiari nessuno torna a lavoro senza l’esplicito permesso della Gilda.
La strada è ancora lunga, ma non in salita. Il traguardo è finalmente visibile. Ma l’ultima parola spetta a coloro che per cinque mesi sono stati, giorno dopo giorno, a protestare e sì, combattere per i propri diritti!
Conclusioni
Il momento della ratifica dell’accordo segnerà una data fondamentale che cambierà la faccia di Hollywood. Sarà inoltre importante per altre conseguenze che porterà…
Gli sceneggiatori sono dunque ad un passo dal riprendere il proprio lavoro. Se tutto va come deve andare ci potrebbe anche essere il tempo di scrivere una nuova stagione di qualsivoglia serie che non superi gli otto episodi. Prima di arrivare al punto di non ritorno. Proprio quel momento della stagione autunnale dopo il quale non si avrebbe il tempo materiale per produzione e post produzione di nuovi contenuti e che renderebbe dunque impossibile vedere nuovi prodotti prima dell’autunno 2024.
Pericolo scampato dunque? Non esattamente…
Come abbiamo già detto, ci sono degli step legali e tecnici che non possono essere ignorati o velocizzati, ma soprattutto c’è sempre in corso lo sciopero del SAG-AFTRA. Se fosse vero che gli attori vogliono arrivare a fine anno, non è difficile arrivare a comprendere quali saranno le conseguenze per Hollywood!