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Lo sciopero continua

E lo sciopero continua, anzi… si allarga!

Le reazioni allo sciopero

Lo trovo molto allarmante. Abbiamo più volte parlato di forze di disturbo che agitano questo business e tutte le sfide che stiamo affrontando. Ci stiamo ancora riprendendo dal COVID, e non siamo ancora ai livelli di prima. Questo è il momento peggiore per aggiungere altri fattori perturbanti.
Capisco la necessità dei sindacati di battersi per i propri membri per ottenere compensi che siano adeguati al valore dei prodotti che presentano. Siamo riusciti, come industria nella sua interezza, a negoziare un accordo molto vantaggioso con il sindacato dei registi che rispecchia il valore del contributo che i registi apportano a questa magnifica industria. Volevamo la stessa cosa per gli sceneggiatori e ci piacerebbe raggiungere lo stesso obiettivo con gli attori. Ma, il livello di aspettative che hanno, è semplicemente non realistico. E il loro comportamento non fa che aggiungere altro fardello alle difficoltà che l’industria sta già affrontando, ed è, francamente, senza precedenti.

Bob Iger, Disney’s CEO

Il 12 luglio, a mezzanotte, sono ufficialmente falliti i negoziati per il rinnovo del contratto degli attori e doppiatori di Hollywood. A differenza degli sceneggiatori, questa volta, si parla di un sindacato che conta più di sessantamila iscritti. 

Dopo una proroga di undici giorni, che aveva fatto sperare in una risoluzione pacifica del contrasto tra produttori e i rappresentanti degli attori, ancora una volta non si è giunti ad un accordo. Come era già successo con gli sceneggiatori. 

Così, dopo 63 anni dall’ultima volta, anche gli attori hanno abbandonato i set per prendere in mano i cartelli per i picchetti davanti agli Studios. Colpevoli, ancora una volta, di aver abbandonato il tavolo delle trattative prima della scadenza ufficiale dei lavori. 

Qualcosa è andato storto dunque…

Dopo settimane di pressioni inaudite e tentativi di corruzione, non solo da parte dei produttori, ma anche dei registi che hanno mostrato, una volta di più, dove sta la loro lealtà, Fran Drescher (La Tata), presidente del SAG-AFTRA, ha pubblicamente dichiarato lo sciopero (qui l’intervista per Variety). Annuncio che ha colto di sorpresa solo l’alleanza dei produttori visto che da settimane membri del sindacato manifestano fianco a fianco con gli sceneggiatori che sono appena entrati nella dodicesima settimana di sciopero.

Fran Drescher (La Tata), presidente del SAG-AFTRA, ha pubblicamente dichiarato lo sciopero

Questa mattina Bob Iger, CEO della Disney ha dichiarato alla TV nazionale che le richieste di attori e sceneggiatori sono irrealistiche perché semplicemente non ci sono i soldi per pagarle. Lo ha fatto da un ritiro per miliardari dove si trovavano anche Mark Zuckerberg e David Zaslav, e dove è arrivato grazie ad un jet privato. E sapete cosa io credo che quello non sia fottutamente realistico. Ecco una dose di realtà per te Bob. Gli sceneggiatori non possono permettersi di pagare il mutuo. Gli attori non sono più in grado di guadagnare abbastanza per vivere a Los Angeles. Questa è la nostra realtà, e no, noi non voliamo su jet privati. E finché tu non accetti la nostra realtà, noi continueremo a stare qui, a fare picchetti, tendendo per noi i nostri lavori e privandoti dei tuoi prodotti così che tu non possa più guadagnare un centesimo sulla nostra pelle finché non torni al tavolo delle trattative a negoziare con noi come hai rifiutato di fare fino ad adesso e finché non lo farei non ci sarà nessun attore e nessuno scrittore da sfruttare.     

Adam Conover,  WGA

Questa la risposta di uno dei membri del comitato per le trattative degli sceneggiatori. 

Abbiamo già analizzato perché gli scrittori hanno sentito il bisogno di incrociare le braccia, adesso vediamo perché gli attori hanno seguito le loro orme. 

LEGGI ANCHE: SCIOPERO DEGLI SCENEGGIATORI DI HOLLYWOOD: QUALI CONSEGUENZE?

I motivi che hanno spinto allo sciopero

Prima di tutto c’è da chiarire un punto. Sì, Meryl Streep (I ponti di Madison County, Il Cacciatore, Mamma Mia, Kramer contro Kramer), Matt Damon (Il Genio Ribelle, The Martian, Oppenheimer), Brendan Fraser (The Whale) e molti altri attori di serie A fanno parte del SAG-AFTRA, ma non sono i soli. Tra i membri ci sono anche quegli attori e doppiatori che come molti altri in Hollywood vivono di assegno in assegno. 

Ci sono membri che a malapena raggiungono i 26.000 dollari annui, necessari per accedere alla copertura sanitaria offerta dal sindacato. Pensate che un cameriere di Starbucks a tempo pieno raggiunge i 29.000 dollari annui (N.d.A.). 

Il 97,91% dei membri ha votato “SÌ” per un eventuale sciopero, pur sapendo che molti saranno in difficoltà, a seconda della lunghezza dello sciopero stesso. 

Perché? Ecco alcuni punti che hanno portato i membri a questa decisione. 

Adeguamento del salario

Sag-aftra – 11% di incremento del salario minimo nel primo anno, 4% nel secondo anno, 4% nel terzo anno. Senza un adeguamento per l’inflazione nel primo anno, gli attori si troverebbero nel 2023 a percepire meno di quanto percepivano nel 2020 prima del blocco delle attività per via del COVID. E entro il 2026 si troverebbero a lavorare per meno del salario minimo consentito. 

Produttori – 5% il primo anno, 4% il secondo anno, 3,5% il terzo anno. 

Condivisione delle entrate dai nuovi media

Sag- Aftra – I membri dei cast condividono le entrate generate quando le loro performance vengono messe in onda sulle piattaforme streaming. Questo permetterebbe ai membri di condividere i proventi di show di altra fascia.   

Produttori – Rifiutata

Comparse

Sag-Aftra – Aumentare i salari delle comparse e migliorare le condizioni lavorative. Le comparse sono le uniche figure tra i membri a lavorare sotto diverse regole nella East-Coast rispetto a quelle seguite nella West-Coast. Il sindacato sta cercando di fare in modo che si trattino le comparse in maniera uguale. 

Produttori – Rifiutata 

Sag-Aftra – A New York le comparse devono presentarsi sul set prima delle 6 di mattina. Cerchiamo di convincere i produttori che non dovrebbero essere costretti ad aspettare per i mezzi di trasporto in zone non sicure. 

Produttori – Ignorata

Sag-Aftra – Gli attori che in un giorno sono chiamati al doppio ruolo di pubblico e comparse, dovrebbero essere compensati con il 150% del salario minimo giornaliero. 

Produttori – Rifiutata

Sag-Aftra – Le comparse che hanno pensato da sole ai capelli e al trucco dovrebbero essere compensati con l’equivalente di un’ora e mezza di lavoro. 

Produttori – 35 dollari forfettari, 

Sag-Aftra – Le comparse che lavorano come controfigure dei personaggi principali e devono memorizzare dialoghi da recitare davanti alla macchina dovrebbero essere pagati come i personaggi principali ma senza il residuale. 

Produttori – 150 dollari forfettari. 

Le IA

Ma quello che è peggio è quello che viene fuori dalla sezione sull’uso delle intelligenze artificiali. 

Quello che si vuole raggiungere in questo campo è l’uso di comparse, pagate per una singola giornata di lavoro, che verrebbero renderizzate in maniera tale da poter usare le loro immagini virtuali, senza pagare un centesimo, per innumerevoli progetti. 

Come se non bastasse, neanche le voci di attori e doppiatori sono al sicuro. Basta infatti registrarle per poi riutilizzarle, manipolate, in un qualunque momento. 

Questi tra i principali fattori che hanno portato al nuovo sciopero. Come dicevamo, il primo che vede attori e sceneggiatori, fianco a fianco, dopo 63 anni. 

Quali sono (e saranno) le conseguenze dello sciopero? 

Lo sciopero cade forse nel peggior momento possibile per i produttori, già alle prese con lo stop delle sale di scrittura. A pochi giorni dall’inizio del San Diego Comic-Con che ha visto la cancellazione di tutti i panels previsti, compreso quello per il lancio della seconda stagione di Interview with the Vampire, per il quale era stato preparato anche un percorso interattivo con la possibilità per il pubblico di visitare i luoghi del set ricostruiti in loco. Ma soprattutto quello per la presentazione ufficiale di Dune 2. 

Ma non sono solo le conventions ad essere a rischio. Questo era il momento che tutti nell’Industry stavano aspettando. Con la preparazione dei tour promozionali per film come Barbie ed Oppenheimer. I produttori speravano di veder aumentare il numero degli spettatori nelle sale, richiamati dai grandi nomi dei cast. Piani ormai andati a monte da questo sciopero!

Durante lo sciopero sono molte le cose che gli attori non possono fare, a parte, ovviamente, rimanere sul set. Tutte le attività promozionali non sono permesse. Questo include interviste, podcasts, ma anche prendere parte a cerimonie di premiazione e postare sui social media qualunque cosa sia collegata ad un progetto che ha ricevuto l’okay dagli Studios. 

Questo vuol dire che se lo sciopero non finirà prima di questi eventi, gli attori non potranno essere presenti sul Red Carpet di Venezia e Toronto!

Facciamo un esempio di come l’imminente stagione dei Festival potrebbe apparire. Il cast di Oppenheimer ha lasciato la prima Mondiale a Londra nel momento in cui c’è stata la conferma dell’inizio dello sciopero!

Il cast di Oppenheimer ha lasciato la prima Mondiale a Londra alla conferma dello sciopero

Conclusioni

Non è dato di sapere quanto questo sciopero durerà. Una cosa è però certa: i produttori non possono tornare ora al tavolo delle trattative per non perdere la faccia. Cosa prevarrà, l’amor proprio o il Dio denaro? 

Fateci sapere le vostre sensazioni e la risposta a questa domanda retorica.

Un’altra domanda non scontata: quali potrebbero essere le ripercussioni in Italia? Qui Variety dice la sua. Cosa ne pensate?

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