Anche se si parlerà per mesi dello schiaffo tra Will Smith e Chris Rock, la cerimonia degli Oscar 2022 ha visto qualche alto e basso tra sorprese e previsioni azzeccate. A vincere l’Oscar a miglior film del 2022, però, è stato I Segni Del Cuore (CODA in originale), un film che tratta dell’adolescenza in una famiglia sorda dell’unica figlia udente. La regista, Sian Heder, aveva già girato un film dalle tematiche abbastanza particolari nel 2016, Tallulah, con Elliot Page nei panni di una ragazza alle prese con una piccola bambina in una Manhattan piena di figure genitoriali a dir poco scadenti. La regista si è detta “grata alla comunità sorda e a CODA per aver cambiato permanentemente la sua vita, come artista e essere umano”.
Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler di I Segni del Cuore. Se siete interessati a vedere il film in questione saltate la prossima parte e andate direttamente alla valutazione!
Trama in breve
Ruby Rossi (Emilia Jones) è una ragazza di diciassette anni che vive con la sua famiglia a Gluchaster, nel Massachussets. Essendo l’unica udente della famiglia fin da piccola si è vista addossata la responsabilità di fare da mediatrice. La sua famiglia (Troy Kotsur, Daniel Durant e Marlee Matlin) ed il resto del mondo, d’altronde, le sembrano realtà separate. La cosa non l’ha resa ovviamente particolarmente popolare a scuola. Il padre ed il fratello maggiore, entrambi pescatori, non se la passano bene tra quote e mercato al ribasso. Ruby li aiuta in barca prima di andare a scuola, con conseguenze negative sul rendimento scolastico.
La vita della ragazza però cambia quando si iscrive al coro ed incontra il Signor V. (Eugenio Verbez), un professore di canto dai metodi un po’ particolari. Cantare è sempre stato un tabù per Ruby: la sua famiglia non la sentirebbe e sarebbe scortese emarginarli da una cosa così importante. Quello che inizialmente è stato quindi una scelta impulsiva – al coro partecipa anche Miles (Ferdia Walsh-Peelo), ragazzo che piace a Ruby – si trasforma nell’opportunità di far avverare il sogno della vita. Ruby, difatti, ha una bella voce ed il signor V decide di insegnarle quello che sa per permetterle di andare al college.
Allo stesso tempo la famiglia decide di mettersi in proprio (anche a causa della ristrettezza di finanze) e Ruby serve come mediatrice: la sua posizione non è facile e, alla fine, decide di seguire il proprio sogno. Prima al concerto scolastico d’autunno e poi alle audizioni per il college, la sua famiglia la sostiene e la va ad “ascoltare”; inizialmente circondata dal solo silenzio, all’audizione Ruby utilizza la lingua dei segni rendendo quindi la famiglia partecipe. Sul finale si osserva la partenza di Ruby per il college. La famiglia la assiste e la guarda partire, poi la ragazza ci ripensa, torna indietro e li abbraccia a lungo. Infine, si sporge dal finestrino, salutandoli con un “i love you forever” in lingua dei segni.
Un film che ha provato a spezzarmi fin dall’inizio
Pur non godendo de I Segni del Cuore al cinema, il film è riuscito a prendermi e catturarmi fin dall’inizio. La regista Sian Heder è riuscita, attraverso una regia magistrale, a far vivere nel quotidiano la vita di Ruby; le prime ore, con il silenzio del mare ed il rumore della barca, fino alla scuola rumorosa e piena di voci. Infine, la casa, con rumori forti, stoviglie che sbattono e la quotidianità di scontri e interessi divergenti.
Menzione speciale va a Troy Kotsur, Daniel Durant e Marlee Matlin, molte scene con loro mi sono apparse decisamente sentite, probabilmente perché protagoniste in prima persona al di là del ruolo attoriale di persone affette da deficit uditivi. Una differenza che stacca il film originale, La Famiglia Beliér, per immedesimazione e profondità.
Ho apprezzato il modo che ha il film di far capire quanto è difficile integrare due comunità distanti ma uguali; il fatto che la lingua dei segni sia completamente sconosciuta a chi non la utilizza, come questo separi due gruppi nella sostanza con gli stessi problemi e come questo possa creare barriere oltre a quelle già presenti dei deficit uditivi. Nonostante tutto, I Segni del Cuore non è riuscito a spezzarmi, a farmi cadere in lacrime; il suo obiettivo, però lo persegue in modo fino e si può dire che porta a casa un buon risultato.