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Paizo: accuse ai piani alti della casa editrice di Pathfinder

La designer Jessica Price svela retroscena di sessismo, omotransfobia e maltrattamento dei lavoratori nella casa editrice Paizo.

Siamo in un periodo in cui i panni sporchi di realtà ludiche vengono esposti in strada o, per meglio dire, su Twitter. E noi rimaniamo qui, a sospirare e a chiederci “Ma davvero? Ma seriamente? Ma perché nel mondo dei videogiochi e dei giochi di ruolo esistono così tanti stronzi?”.
Ecco, oggi è una di quelle giornate. E, per me che scrivo, è una giornata particolarmente sgradevole, perché i panni sporchi appartengono a una delle case editrici di giochi di ruolo a cui sono più affezionata.

Nei giorni scorsi, una ex-dipendente della casa editrice Paizo, Jessica Price, ha fatto un lunghissimo thread su Twitter, in cui ha rivelato tutta una serie di situazioni e comportamenti tossici e/o pericolosi che i vertici della Paizo hanno tenuto nei confronti suoi e di altro personale.
In questo articolo, cercheremo di esporre in maniera ordinata ciò che Jessica Price ha detto. Ma prima, un po’ di background.

Content Warning: in questo articolo si parlerà di pessime condizioni lavorative, omofobia, transfobia, razzismo e sessismo.

Paizo: cos’è, cosa pubblica e da chi è formata?

Per chi non lo sapesse, la Paizo è una casa editrice americana, conosciuta soprattutto per aver pubblicato tre franchise di gioco di ruolo: la prima e la seconda edizione di Pathfinder, e Starfinder. Fondata nel 2002, la Paizo ha iniziato pubblicando le riviste ufficiali di Dungeons & Dragons, per poi annunciare nel 2008 la pubblicazione della prima edizione di Pathfinder.

La casa editrice è stata fondata da Lisa Stevens, Vic Wertz e Johnny Wilson. Il sito della Paizo non dice esplicitamente da chi sia composto lo staff della casa editrice, ma alcuni loro annunci ci fanno capire chi detiene alcuni ruoli chiave.
Attualmente, Lisa Stevens è la CEO, mentre Jeffrey Alvarez ha il ruolo di Presidente. Erik Mona è Publisher and Chief Creative Officer e si occupa quindi di decidere cosa verrà pubblicato, mentre Jason Bulmahn è direttore della sezione di game design. Invece, Vic Wertz (un altro dei fondatori e marito di Lisa Stevens) è Chief Technology Officer e supervisiona il gioco di carte ufficiale di Pathfinder.
Alcune informazioni in più sulle persone che lavorano alla Paizo ce le dà la PathfinderWiki.

Chi è Jessica Price?

Jessica Price è un’editor, scrittrice e designer che ha lavorato a diversi prodotti negli ultimi 15 anni. Si è unita al team della Paizo nel 2013, contribuendo alla stesura di manuali della prima edizione di Pathfinder e di Starfinder.
Successivamente, Price ha collaborato anche con la Wizards of the Coast, specialmente con la Van Richten’s Guide to Ravenloft.
Fuori dal mondo dei giochi di ruolo, Price è stata narrative designer per il MMORPG Guild Wars 2, e prima di dedicarsi alle opere ludiche lavorava per Microsoft.

Price è anche una femminista che ha parlato apertamente più volte del sessismo presente nel mondo videoludico, sperimentato tanto da lei quanto da altre sue colleghe. È stata inoltre licenziata da ArenaNet per aver fatto notare a un commentatore su Twitter che le stava facendo mansplaining, “insegnandole” quello che è letteralmente il lavoro di Price. Il suo licenziamento ha portato un notevole dibattito oltreoceano.

Il tweet iniziale di Jessica Price sulla Paizo
Il tweet iniziale di Jessica Price sulla Paizo

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: l’inizio

Ora che abbiamo chiaro chi siano i protagonisti di questa faccenda, vediamo come il tutto è iniziato.
Martedì 14 settembre, Jessica Price pubblica il seguente tweet sul suo profilo Twitter:

Welp, Paizo just fired their two most senior customer service people (one a woman, one a POC) for apparently being too willing to push back on abusive management.
Of course, this also means that the last person they might retaliate against for me airing dirty laundry is gone.

Quindi, Paizo ha appena licenziato due dei suoi più vecchi dipendenti del servizio clienti (una donna e una persona di colore), apparentemente perché sono troppo disposti a opporti a una gestione abusiva.
Ovviamente, questo significa anche che se n’è andata l’ultima persona sulla quale potevano vendicarsi qualora io avessi esposto i loro panni sporchi.

Chi sono le due persone licenziate dalla Paizo?

Price non fa nomi, ma parrebbe che uno di questi sia Diego Valdez, che è anche uno degli autori di Pathfinder: Gods & Magic. Valdez, infatti, sul suo profilo Twitter aveva annunciato, il 13 settembre, di non lavorare più nell’azienda in cui aveva passato gli ultimi 7 anni. In seguito, ha specificato che si trattava della Paizo.
Grazie ai tweet di Valdez scopriamo che l’altra persona licenziata era il suo capo, Sara Marie.

Un licenziamento avvenuto in maniera poco chiara e trasparente

Valdez comunica che il licenziamento era arrivato dopo tre settimane di problemi interni. Inoltre, parrebbe anche che il licenziamento di Marie sia stato condotto in maniera poco trasparente. Valdez scrive:

That she was fired, along with the cowardly nature in which it was carried out, and the misery my department has been put through had me especially frustrated and furious. I need for the people I work for to have some amount of managerial competence and integrity.
Yesterday, and the preceding 3 weeks made clear that the 2 mangers involved have none of either. I made clear that they are not worth working for and I will not work for them. Sara was fired, my exit was voluntary. I need that to be clear to everyone.

Il fatto che [Sara] sia stata licenziata, insieme al modo codardo in cui il tutto è stato fatto, e la tristezza che il mio dipartimento ha dovuto subire mi ha reso particolarmente frustrato e furioso. Io ho bisogno di lavorare per persone con una certa competenza manageriale e integrità.
Ieri e le tre settimane precedenti hanno reso chiaro che i due manager coinvolti non hanno né l’una, né l’altra. Ho detto chiaramente che non vale la pena lavorare per loro e che io non ci lavorerò più. Sara è stata licenziata, la mia invece è stata un’uscita volontaria. Ne ho avuto bisogno per essere chiaro con tutti.

Dal profilo di Price, poi, scopriamo che il presidente della Paizo, Jeffrey Alvarez, non aveva detto agli altri impiegati che Marie fosse stata licenziata, ma che se ne fosse andata da sola per cercare un’altra carriera.

I due maggiori giochi di ruolo della Paizo: Pathfinder e Starfinder
I due maggiori giochi di ruolo della Paizo: Pathfinder e Starfinder

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: il trattamento dei dipendenti

Il licenziamento di Marie e Valdez ha quindi spinto Price a rivelare alcuni retroscena sul modo in cui la Paizo tratta i suoi dipendenti.
Price afferma che nella Paizo ci sarebbe l’idea che i dipendenti non si debbano lamentare di nulla. Questo atteggiamento sembrerebbe risalire a due dei fondatori della casa editrice, Lisa Stevens e Vic Wertz.

Okay, where to start. I mean, I have a million horror stories about the founders of the company, Vic & Lisa, such as Vic’s violent rages that literally put a manager in the hospital…
Lisa’s insistence that employees should not complain about anything, let alone that many of them could make more working at a fast food restaurant, because they should be honored to work on Pathfinder and willing to do it for free.

Okay, da dove iniziare? Voglio dire, ho un milione di storie dell’orrore sui fondatori, Vic & Lisa, come le scenate violente di Vic che hanno letteralmente mandato un/a manger all’ospedale…
L’insistenza di Lisa sul fatto che i dipendenti non dovrebbero lamentarsi di nulla, nemmeno del fatto che molti di loro potrebbero guadagnare di più lavorando in un fast food, poiché [i dipendenti] dovrebbero essere onorati di lavorare su Pathfinder e dovrebbero essere disposti a farlo gratis.

Il rifiuto dei dirigenti di pulire gli uffici per sette anni

Riprendendo dei propri tweet del 6 marzo 2020, Price racconta del fatto che i dirigenti della Paizo non avessero pulito gli uffici in cui lavoravano i loro dipendenti per ben sette anni. Price scriveva nel 2020:

I’ve worked at a lot of big game companies, and have friends at most of the ones I haven’t worked at, and Paizo used to be better about some things but the way it treats its employees at this point is worse than the majority of them.
Like, they won’t even follow health and safety requirements unless the employees force them too–they didn’t clean (by which I mean even VACUUM) the carpet in the creative team area for seven fucking years. And then got pissy when wheezing employees collectively emailed HR.

Ho lavorato per molte grosse compagnie di giochi e ho amici in molte di quelle in cui non ho lavorato. La Paizo tendeva a essere migliore per certe cose, ma il modo in cui tratta i suoi dipendenti a questo punto è peggiore rispetto a molte altre aziende.
Tipo, non seguono nemmeno i requisiti sanitari e di sicurezza, a meno che i dipendenti non li forzino a farlo. Non avevano nemmeno pulito (e con questo intendo DARE L’ASPIRAPOLVERE) il tappeto nell’are del team creativo per sette cazzo di anni. E poi si sono risentiti quando dei dipendenti che non riuscivano a respirare hanno avvertito le Risorse Umane.

Il rifiuto dei dirigenti a trovare una soluzione

Riprendendo il discorso martedì, Price afferma che alcuni dipendenti avessero problemi di asma negli uffici. Così tanto da preferire uscire all’aperto in primavera, con il polline, per riuscire a respirare.
Chiedendo a Erik Mona (Publisher and Chief Creative Officer) se i locali venissero puliti, questi ha risposto che chi faceva le pulizie non passava l’aspirapolvere da quando si erano trasferiti nell’edificio, ossia sette anni prima. Chiedendo a Jeffrey Alvarez (il presidente) di chiamare qualcuno che facesse le pulizie, Price si è sentita rispondere che fosse troppo costoso. Inoltre, secondo Mona, i dipendenti non potevano pulire il posto da soli perché l’assicurazione non copriva questa attività.

Così, Price e altri dipendenti hanno contattato le Risorse Umane per lamentarsi del problema. Solo a quel punto, i dirigenti della Paizo hanno trovato i soldi per pulire i locali.

La reazione dei dirigenti della Paizo

Tuttavia, dopo questo evento Price ha ricevuto un trattamento peggiore da parte dei suoi superiori, che parevano risentiti per il suo comportamento. Price scrive:

As always, I was pretty baffled by this. It was literally my job to make sure our products shipped on time, to try to make the team work as smoothly and efficiently as possible.
And it seemed self-evident to me that people who can’t breathe can’t work.

Come sempre, ero piuttosto confusa da tutto ciò. Era letteralmente il mio lavoro accertarmi che i nostri prodotti venissero spediti per tempo, e assicurarmi che il mio team lavorasse nella maniera più efficiente possibile.
E mi sembrava evidente che se le persone non possono respirare, non possono nemmeno lavorare.

And again, this isn’t a terribly dramatic story. It’s petty and it’s silly and it’s boring. But it is one of the best indicators of the exec team’s attitude toward their employees: their willingness to destroy the company’s own productivity to prove THEY’RE in charge.

Di nuovo, questa non è una storia drammatica. È meschina, stupida e noiosa. Ma è uno dei migliori indicatori dell’atteggiamento del team esecutivo verso i loro dipendenti: la loro volontà di distruggere la produttività della loro stessa compagnia per provare di essere LORO al comando.

La retorica degli impiegati pigri come seme di tutti i mali

Price afferma che i dipendenti con cui lavorava lei fossero molto dediti al loro lavoro, tanto da essere disposti ad andare in ufficio nei weekend per pulirli. Tuttavia, i dirigenti ritenevano che i ritardi nelle spedizioni fossero dovuti alla pigrizia dei lavoratori, non ai loro problemi di salute dovuti alla scarsa pulizia degli ambienti di lavoro.
In particolare, secondo Price, era Lisa Stevens ad avere questa idea:

But Lisa Stevens had this idea that if things weren’t shipping on time, it wasn’t because we were under-resourced, even when employees were in crunch mode year-round.
It was CLEARLY because the team was sitting around in hammocks with their feet up.
And so in our meetings, she’d rail about the need to “find the cancer.”
The “cancer” being the employee(s) that weren’t working hard enough.
Imagine referring to human beings who work for you like that.
And it’s not like this attitude has gone away just because she’s basically retired.

Ma Lisa Stevens pensava che se le cose non venivano spedite per tempo non era perché eravamo troppo pochi, anche quando i suoi impiegati erano in crunch-mode per tutto l’anno.
Era CHIARAMENTE perché i dipendenti poltrivano sulle amache.
Quindi, nelle riunioni si inalberava sul bisogno di “trovare il cancro”.
Il “cancro” erano i dipendenti che non lavoravano abbastanza.
Immaginate di riferirsi a degli esseri umani che lavorano per voi in questo modo.
E non è che questo atteggiamento è sparito solo perché lei si è praticamente ritirata.

Jessica Price
Jessica Price

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: Erik Mona tra razzismo, abilismo e sessismo

Secondo Price, Erik Mona (Publisher and Chief Creative Officer) è tra i dirigenti della Paizo più tranquilli ed empatici. Ciononostante, Mona avrebbe avuto diversi comportamenti e atteggiamenti problematici.
Price racconta che Mona ha una passione per l’occultismo vittoriano e per la teosofia, e che quindi i suoi social e il suo ufficio presentavano spesso simboli che mettevano a disagio diversi dipendenti, come svastiche o croci di ferro. Mona ha ignorato le richieste dei dipendenti a non avere simboli del genere nel proprio ufficio, secondo Price.

La meccanica della follia e le malattie mentali

Inoltre, Price racconta di aver avuto diversi problemi nella stesura del manuale Horror Adventures di Pathfinder, specialmente per come era gestita la meccanica della Follia. Price scrive:

...when his team was like, “hey, maybe we shouldn’t be doing mechanics for mental illness and saying some forms of it make you CE? like maybe instead of a madness mechanic we could just do a stress mechanic?”
was like “I figure we’ve only got 3 or 4 more years before it becomes too politically incorrect to do madness stuff in our books so we need to milk it while we can.”

…quando il suo team diceva, “ehi, forse non dovremmo creare delle meccaniche per le malattie mentali e dire che alcune loro forme ti rendono Caotico Malvagio? Forse invece di una meccanica della follia potremmo farne una dello stress?”.
[Mona] diceva, “Credo che abbiamo solo 3 o 4 anni prima che mettere roba sulla follia nei nostri libri diventi troppo politicamente scorretto, quindi dobbiamo mungere questa mucca finché possiamo”.

Il sessismo “forse involontario”

Inoltre, Price afferma che nella Paizo le dipendenti inizino sempre a lavorare col titolo di “assistente”, anche nel caso di ruolo di responsabilità. Inoltre, alle dipendenti veniva offerta una paga inferiore rispetto ai loro colleghi. Quando se ne è lamentata con Mona, questi avrebbe risposto, secondo Price:

“well, maybe we just won’t hire any more women if they’re going to complain all the time.”

“be’, forse non dovremmo assumere altre donne se finisce che si lamentano tutto il tempo.”

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: Jeffrey Alvarez, tra bullismo e sessismo

Price passa poi a parlare di Jeffrey Alvarez, l’attuale presidente della Paizo.
Secondo Price, Alvarez era colui a cui le impiegate dovevano rivolgersi qualora venissero molestate alla PaizoCon. Tuttavia, sempre secondo Price, Alvarez avrebbe bullizzato una donna con cui lavorava e che non gli piaceva, tanto da costringerla a licenziarsi. Questo bullismo comprendeva anche l’invio di “regali”, come l’immagine di una Medusa nuda (perché gli ricordava la donna) e una cartolina con l’immagine di un vibratore, perché la donna doveva rilassarsi, secondo lui.
Riguardo poi ai consigli di Alvarez alle convention, Price racconta:

His advice, at pre-convention all-hands meetings, was “try not to put yourself in a situation where you might get harassed or assaulted.”
And then Lisa [Stevens, la CEO n.d.R.] would chime in with, “and remember, you’re there to make sure the attendees have a good time.”
I don’t know how you read that in any way OTHER than a suggestion that being harassed/assaulted was part of our jobs.

Il suo consiglio, negli incontri pre-convention, era: “cercate di non mettervi in una situazione in cui potreste essere molestate o aggredite”.
E poi, Lisa [Stevens, la CEO n.d.R.] interveniva con: “e ricordate che siete qui per assicurarvi che i partecipanti si divertano”.
Non so come lo si potrebbe leggere in modo DIVERSO dal suggerimento che essere molestate/aggredite sia parte del nostro lavoro.

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: Jason Bulmahn e le avance non richieste

Più tardi, Price parla anche di Jason Bulmahn, il Director of Game Design della Paizo:

And oh, boy, Bulmahn. Bulmahn hit, as far as I can tell, on every woman in the creative department who wasn’t in a relationship.

E oh, cielo, Bulmahn. Bulmahn ci prova, da quello che ho potuto vedere, con qualsiasi donna del dipartimento creativo che non fosse in una relazione.

Price racconta di essere inizialmente andata d’accordo con Bulmahn, che era conosciuto per essere un tipo con cui era difficile lavorare. Ma qualche tempo dopo, Bulmahn si dichiarò a Price, che lo rifiutò. All’inizio sembrava che tra i due fosse tutto a posto, ma Price dice di aver poi scoperto che Bulmahn aveva detto al proprio team di non mandarle più niente e di non parlarle.
Price aggiunge di essere stata redarguita da Mona per aver rovinato la relazione di lavoro con Bulmahn, e Price non ha detto a Mona delle avance di Bulmahn, poiché questi era un caro amico di Mona e la donna non si sentiva tranquilla a dirglielo.

Jessica Price rivela i panni sporchi della Paizo: i comportamenti tossici di Tonya Woldridge

Price parla infine di Tonya Woldridge, la manager del gioco organizzato della Paizo.
Price afferma di aver invitato Woldridge in un gruppo di supporto per donne nell’industria del gdr da tavolo, creato proprio da Price stessa. In questo gruppo, diverse donne (non solo della Paizo, ma anche di altre aziende) si lamentavano, si sfogavano e cercavano supporto per gli atteggiamenti sessisti che subivano nel loro ambiente di lavoro.
In tale gruppo emersero anche le lamentele di alcune dipendenti della Paizo, che riportavano il comportamento tossico di Mona, che abbiamo visto sopra.
Price afferma che Woldridge avesse screenshottato le conversazioni in questo gruppo per andarle a mostrare a Mona.
Da allora, Price afferma di aver avvertito le altre donne della Paizo di non condividere con Woldridge materiale delicato.

Aiutare i violenti, avversare la diversità e

Inoltre, Price riporta altri comportamenti problematici di Woldridge:

But I heard a ton from organized play people about her protecting abusive volunteers because she was friends with them or they did work for her.
[…]
She actively opposed and attempted to quash the Paizo diversity blog. After an employee of color went and did it anyway and it got positive reception, she attempted to claim credit for it.
[…]

Ma ho sentito da un sacco di persone dal gioco organizzato che lei [Woldridge] aveva protetto dei volontari violenti perché era loro amica o perché loro lavoravano per lei.
[…]
Si era attivamente opposta e aveva cercato di cassare il blog sulla diversità della Paizo. Dopo che un/a dipendente di colore lo aveva creato lo stesso e [il blog] aveva suscitato reazioni positive, [Woldridge] cercò di prendersene il merito.

Inoltre, secondo Price, Woldridge avrebbe cercato di forzare il servizio clienti della Paizo a tornare in ufficio (presumibilmente durante la pandemia), poiché i dipendenti erano “inefficienti” mentre lavoravano da casa. Tuttavia, secondo Price Woldridge non avrebbe portato prove a sostegno della propria tesi e avrebbe ignorato le richieste dei dipendenti.

Uno dei passaggi di Price sul comportamento tossico dei vertici della Paizo
Uno dei passaggi di Price sul comportamento tossico dei vertici della Paizo

Come può esserci così tanta roba brutta in una realtà apparentemente inclusiva come la Paizo?

Questa è una domanda che si è posta pure Price. Infatti, la Paizo è conosciuta per essere una casa editrice molto progressista e molto LGBTQIAP+ friendly. Quindi, come può nascondere un ambiente simile, con uscite così sessiste e razziste?

Il contributo di singoli autori e autrici

Secondo Price, la questione è complessa, quindi scrive:

No company’s monolithic. WOTC’s done some great stuff, and also some really not great stuff. And yes, in general, even Paizo’s execs have been pretty sympathetic to LGBT issues, or at least LGB issues.
They published some very good trans representation when it was way riskier to do so, for example. That was the work of @AmazonChique [Crystal Frasier n.d.R.], and it got protected and pushed through by Wes [F. Wesley Schneider n.d.R.].

Nessuna azienda è monolitica. La WOTC ha fatto cose molto belle, e anche cose davvero poco belle. E sì, in generale, anche i dirigenti della Paizo sono stati comprensivi verso le questioni LGBT, o almeno quelle LGB.
Hanno pubblicato alcune rappresentazioni trans molto buone quanto era molto più rischioso darlo, per esempio. Si era trattato del lavoro di @AmazonChique [Crystal Frasier n.d.R.], che è stato protetto e spinto da Wes [F. Wesley Schneider n.d.R.].

Questi tweet hanno bisogno di una piccola spiegazione di contorno. @AmazonChique è l’account Twitter di Crystal Frasier, game designer e artista transgender e intersex che ha lavorato per la Paizo dal 2009 al 2014, poi dal 2015 al 2018, e poi per la Green Ronin (Mutants & Masterminds) e la WOTC (Van Richten’s Guide to Ravenloft).
Il Wes nominato, invece, dovrebbe essere F. Wesley Schneider, uno dei più prolifici scrittori di campagne della Paizo, dal 2003 al 2017.

Lo scetticismo dei piani alti verso l’inclusività

Tuttavia, secondo Price, la spinta verso l’inclusività dei dipendenti non era sempre condivisa dai dirigenti.

But Paizo execs have a habit of being, at best, skeptical of those efforts.
And often of actively punishing employees who push inclusion, then turning around and accepting the public accolades when they’re well-received.

Tuttavia, i dirigenti Paizo hanno l’abitudine di essere al più scettici verso questi sforzi.
E spesso tendono a punire attivamente i dipendenti che spingono verso l’inclusione, per poi fare voltafaccia e accettare gli elogi del pubblico.

I meriti della Paizo del passato: essere la prima casa editrice a prendersi certi rischi

Price continua il suo discorso, sottolineando quanto molte delle iniziative passate della Paizo fossero state ben fatte e coraggiose.

So, like, yeah, Paizo has published some really great, inclusive stuff, and often has been the first large company to do so.
And I think it was maybe less awful back in the very early days, and maybe the execs were a little less cowardly, because I do want to give Lisa credit for being willing to publish a gay paladin and his husband in Paizo’s very first adventure path.

Quindi, sì, la Paizo ha pubblicato delle cose ottime e molto inclusive, e spesso è stata anche la prima grande casa editrice a farlo.
E penso che le cose fossero forse un po’ meno brutte nei giorni iniziali. E forse i dirigenti erano un po’ meno codardi, perché bisogna ammettere che Lisa [Stevens, la CEO n.d.R.] è stata disposta a pubblicare un Paladino gay e suo marito nel primissimo Adventure Path della Paizo.

I meriti della Paizo del passato: spingere per l’inclusività quando non si è ancora affermati

That was, of course, Wes’s work, and every bit of it was very careful (not just inclusion of a gay character, but a gay *paladin*, the class you literally can’t be unless you’re lawful good, thereby insisting that being gay wasn’t just tolerated, but compatible with strict good).
But I do want to give Lisa credit where it’s due for greenlighting it, because while today that’s no biggie, it was considerably riskier when they published it, especially given that the company was new and tenuous and needed the 3.5 audience to survive.

Si trattava, ovviamente, del lavoro di Wes, ed è stato tutto fatto con cura. (Non si includeva solo un personaggio gay, ma un *Paladino* gay, la classe propria solo dei personaggi legali buoni. Si insisteva, di conseguenza, sul fatto che essere gay non fosse solo tollerato, ma anche compatibile con l’essere buoni.)
Ma voglio dare a Lisa quel che è di Lisa, perché ha dato l’ok a questa cosa. Infatti, se oggi non sarebbe un problema, un Paladino gay all’epoca era molto più rischioso da pubblicare, specialmente visto il fatto che l’azienda era nuova e fragile, e aveva bisogno del pubblico della 3.5 per sopravvivere.

Merisiel e Kyra, ladra e chierica iconiche di Pathfinder, durante il loro matrimonio
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I limiti della Paizo di oggi secondo Price

Tuttavia, i meriti della Paizo del passato non reggono, visti i problemi che la casa editrice ha oggi, così come il suo atteggiamento verso l’inclusione. Price scrive:

But like a lot of TTRPG people from that era, the Paizo execs kind of went, “hey, we did that, and isn’t that enough, and we’re not so sure about a lot of this other stuff” and got kind of resistant to newer and younger devs pushing forward on other inclusion fronts.

Ma come molte altre persone dell’ambito dei gdr da tavolo dell’epoca, i dirigenti Paizo hanno fatto che: “ehi, abbiamo fatto quelle cose, non è abbastanza? E non siamo mica sicuri di un sacco di quest’altra roba”. E hanno fatto resistenza a scrittori più nuovi e più giovani, che spingevano verso nuovi fronti di inclusione.

La Paizo “adagiata sugli allori”?

Price fa un esempio sulla poca volontà dei vertici Paizo a trattare altre tematiche progressiste:

And it’s gotten grosser in recent years. This past year they pushed back hard against a Juneteenth blog because they didn’t want a focus on Black history and issues to “take away” from Pride. Which is, you know, an ENTIRE MONTH.

Le cose si sono fatte più disgustose negli ultimi anni. L’anno scorso si sono opposti duramente a un blog sul Juneteenth, perché non volevano puntare i riflettori sulla storia e i problemi dei neri, “portandoli via” dal Pride. Che dura, sapete, un INTERO MESE.

Anche questo tweet necessita di una piccola spiegazione. Il Juneteenth è una festa federale degli USA che celebra l’emancipazione degli schiavi afro-americani. Si tiene il 19 giugno, nello stesso mese in cui si celebra il Pride.
Legato a quell’occasione, Price riporta un altro discorso sgradevole fatto dai dirigenti della Paizo:

when the employee said to the marketing guy, that he thought they needed to do better because Paizo had been coasting on its reputation for being an inclusive company for a while, the marketing guy told him “well, maybe we don’t want to be positioned as that company.”

Quando un dipendente ha detto al tizio del marketing che, secondo lui, dovevano fare di meglio, perché la Paizo si era adagiata sulla sua reputazione di compagnia inclusiva per un po’, il tizio del marketing gli ha detto: “Be’, forse non vogliamo essere conosciuti come quel tipo di azienda”.

Crystal Frasier, game designer e artista transgender e intersex, ex-dipendente della Paizo
Crystal Frasier, game designer e artista transgender e intersex, ex-dipendente della Paizo

La testimonianza di Crystal Frasier

Le parole di Price hanno ricevuto una certa eco e hanno spinto altre/i game designer a rivelare altri panni sporchi di casa Paizo.
La prima è stata Crystal Frasier, che il 15 settembre ha scritto una breve serie di tweet in risposta a quelli di Price.

Episodi transfobici in casa Paizo

Vediamo quindi Frasier raccontare alcuni episodi transfobici:

Jess [Price n.d.R] hasn’t even talked about how Paizo explicitly laid out different freelancing rules for their only transgender employee at the time solely because a queer employee made that manager uncomfortable and she didn’t want her having outside opportunities.
Or how Paizo made employees double up in convention rooms, and refused to bring transgender employees to conventions (limiting career development and networking) because they wouldn’t room a cis woman employee with a trans woman coworker even when they both said it was fine.

Jess [Price n.d.R.] non ha nemmeno raccontato di come la Paizo avesse fatto delle regole di freelancing diverse per i soli dipendenti transgender, all’epoca, solo perché una dipendente queer aveva messo a disagio la sua manager, la quale non voleva che la dipendente avesse delle possibilità all’esterno.
O di come la Paizo facesse dormire gli impiegati in camere doppie, e si fosse rifiutata di portare dipendenti transgender alle convention (limitando quindi il networking e la crescita della carriera) perché non volevano mettere nella stessa stanza una dipendente cis con una collega trans, anche quando entrambe avevano detto di essere d’accordo.

L’inclusione come opera dei dipendenti, non dei dirigenti

Paizo has a well-earned reputation for inclusion in mainstream tabletop. And all that is 100% the hard work of ground-level folks: developers, freelancers, and especially editors. Management views… well, the president still refers to gay employees as “little f*ggots”.

La Paizo si è giustamente fatta una reputazione per la sua inclusività nei gdr da tavolo mainstream. Questo è opera al 100% del duro lavoro dei dipendenti semplici: sviluppatori, freelancer e in particolar modo gli editor. Le idee dell’amministrazione… be’, il presidente ancora chiama i dipendenti gay “piccoli fr*ci”.

I commenti di Crystal Frasier sulle accuse di Price alla Paizo
I commenti di Crystal Frasier sulle accuse di Price alla Paizo

Cosa fare, adesso?

Dopo aver letto questa lunga confessione di Jessica Price, viene spontanea la domanda: e quindi adesso cosa facciamo?
Questa è sicuramente una domanda che mi sono posta pure io.
Vedete, Pathfinder è stato il secondo gioco di ruolo che ho mai provato, e il primo in cui ho fatto una vera e propria campagna. Amo Pathfinder (prima e seconda edizione) e Starfinder, amo i loro manuali, amo i personaggi, le classi, le razze (e le ancestry) e le regole che propongono.
Sono quel tipo di persona che ordina i suoi manuali non da Amazon, ma direttamente dal sito della Paizo, pagando notevoli spese di spedizione, pur di supportare una casa editrice che, ai miei occhi, ha sempre lavorato molto bene. Tra me e il mio ragazzo, avremo quasi 1.000€ di manuali di Pathfinder e Starfinder.

Tuttavia, sono anche il tipo di persona che non riesce a lasciar correre situazioni di questo genere.
Se si fosse trattato solo dei tweet di una singola persona, avrei anche pensato a una vendetta personale. Ma siamo di fronte alle testimonianze anche di altre persone che hanno lavorato nel settore (come il designer Robert Spookes). Inoltre, conoscendo ormai bene che nel mondo del gioco (anche di ruolo) machismo, omolesbobitransfobia, e generali condizioni di lavoro pessime sono assai comuni, leggere una testimonianza come quella di Price mi stupisce poco, purtroppo.
Quindi, come conciliare l’amore per Pathfinder e Starfinder con la necessità di non supportare economicamente un’azienda tossica?

La riflessione di Crystal Frasier

Crystal Frasier ha alcuni pensieri interessanti in merito a come agire

That isn’t to say “don’t buy their books and don’t play their games.” All companies are like families: some good people doing their best, some awful people usually in positions of power, a creepy uncle or two.
[…]
If you do interact with them, make your feelings clear: That you buy Pathfinder or Starfinder BECAUSE the queer and racial and accessible content is important to you, and that you want their employees to be treated better

Questo non vuol dire “non comprate i loro libri e non giocate ai loro giochi”. Tutte le aziende sono come famiglie: ci sono brave persone che fanno del loro meglio, e alcune persone orribili di solito in posizioni di potere, e uno o due zii viscidi.
[…]
Se avrete a che fare con loro [la Paizo n.d.R.], siate chiari: dite che comprate Pathfinder o Starfinder PERCHÉ per voi i contenuti queer e razziali accessibili sono importanti, e che volete che i loro dipendenti siano trattati meglio.

La riflessione di Jessica Price

Jessica Price ha anche alcuni pensieri riguardo alla possibilità di boicottare i prodotti Paizo.
È fin da subito chiaro che non si tratta di una decisione semplice, e che avrà conseguenze sia positive, sia negative:

I can tell you that company management tends to love it when the response to their abuse being revealed is “we can’t boycott because that will hurt the workers.”
Their victims become their human shield.
But it’s also true. It’s a crux I don’t know how to resolve.

Vi posso dire che la direzione delle aziende tende ad amare quando i loro abusi vengono rivelati e la risposta è “non possiamo boicottarla, perché ne risentirebbero i lavoratori”.
Le loro vittime diventano il loro scudo umano.
Ma è anche una cosa vera. È un dilemma che non so come risolvere.

Così, Price riprende la proposta di un altro utente e suggerisce di ricordarsi di supportare chi crea i contenuti, non i suoi datori di lavoro. Quindi, la cosa migliore da fare è supportare chi, nella Paizo, crea contenuti anche al di fuori dei materiali ufficiali, facendo donazioni su Patreon e offrendo/suggerendo opportunità di lavoro.

Una piccola riflessione per la localizzazione italiana

Da parte mia, mi sento di appoggiare le proposte di Price e Frasier.
Non smetterò di giocare a Pathfinder e Starfinder, ma probabilmente comprerò assai di meno dal sito della Paizo e, quando lo farò, ricorderò loro che sono i loro creatori di contenuti il motivo per cui hanno i miei soldi, non certo i loro dirigenti.
In secondo luogo, cercherò di tenere le orecchie aperte in caso altri ex-dipendenti della Paizo decidano di denunciare situazioni spiacevoli o illecite. È fondamentale dare loro spazio e risonanza, così da ricordare ai dirigenti della Paizo che l’opinione pubblica li tiene d’occhio.

In terzo luogo, vorrei suggerire a Giochi Uniti, che localizza in italiano Pathfinder e Starfinder, di fare un po’ di peer pressure nei confronti della Paizo. Certamente, Giochi Uniti non potrà irrompere negli uffici della Paizo (ma, a questo punto, qualcuno vuole davvero entrarci?) minacciando di bruciare i manuali in italiano.
Tuttavia, si potrebbe ricordare alla Paizo che comportamenti impropri verso i lavoratori non sono ben visti e che si vuole un qualche genere di assicurazione sul fatto che i dipendenti siano trattati bene.

La sciamana iconica di Pathfinder, una donna transgender, il cui background è stato scritto da Crystal Frasier
La sciamana iconica di Pathfinder, una donna transgender, il cui background è stato scritto da Crystal Frasier

Alcune parole conclusive

Non c’è molto da dire su questa vicenda. O meglio, ci sarebbe moltissimo da dire, ma si ripeterebbe solo ciò che Price ha detto su Twitter.
La Paizo sembrerebbe aver presentato al mondo un’immagine progressista che non rappresenta davvero i suoi dirigenti. In sostanza, siamo di fronte a un altro caso di progressismo performativo. Secondo quello che abbiamo letto, tutto ciò che c’è di inclusivo in Pathfinder e Starfinder è opera del lavoro di dipendenti che credevano nel loro lavoro e nell’importanza dei contenuti che creavano. Nel mentre, le condizioni di lavoro, la paga e l’ambiente rendevano lavorare alla Paizo estremamente sgradevole.
Da parte mia, sono delusa e amareggiata di scoprire i panni sporchi di “mamma Paizo”. Ma sono contenta di aver avuto modo di conoscere di nome e di faccia le persone che hanno realmente prodotto i contenuti che mi hanno fatta affezionare a Pathfinder e Starfinder. Perché queste persone meritano. La Paizo, apparentemente, no.

Chiudo l’articolo con la riflessione finale di Price:

I also want to say, if Pathfinder is special to you, if it helped you, if it was a safe place for you to be and grow and imagine, that is real and legit and none of this changes that. It was made by people who loved it.
And whether you keep playing it or find other games, I hope you continue to find joy in gaming. But I would also urge you to remember to love worlds and experiences, and not companies.

Vorrei anche dire che, se Pathfinder è speciale per voi, se vi ha aiutato, se è stato un luogo sicuro in cui stare, crescere e immaginare, la vostra esperienza è vera e legittima, e nulla di tutto questo lo cambierà. Pathfinder è stato fatto da persone che lo amavano.
E sia che continuiate a giocarlo, sia che troviate nuovi gdr, spero che continuerete a divertirvi giocando. Ma vi voglio anche invitare a ricordarvi di amare i mondi e le esperienze, non le aziende.

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