Ebbene, come avevo annunciato in questo articolo, Dormire in un Mare di Stelle, in inglese Sleeping in a Sea of Stars, è stato suddiviso in due volumi. Ho finito di leggere anche la “seconda parte” dell’opera che ha sottratto a Christopher Paolini 13 anni della sua vita (o quasi). Ci vuole una gran superbia per annunciare se un libro è meritevole o meno, pertanto prendete questo stralcio di recensione come un parer personale: leggetevela, leggetevi il libro e “segnatevi la vostra via”.
La recensione sarà quanto più possibile priva di spoiler, in modo da poter essere fruibile a tutti.
Il problema del libro spezzato
Finita l’ultima pagina di Dormire in un Mare di Stelle, è rimasto l’amaro in bocca, e non è quasi mai un buon segno. La suddivisione fatta dalla casa va bene; la trama non viene spaccata né troppo presto né troppo tardi. Il problema è che, come dice Paolini alla fine, sembra di leggere due romanzi differenti: uno è lento (Volume Primo), l’altro è rapido (Secondo). La differenza di ritmo risulta davvero scombussolante ed il finale, praticamente raffazzonato, non aiuta a rendere la cosa meno palese. Si può notare quasi una “fretta” nel concludere il romanzo, raccattando qua e là le cose rimaste incomplete che, magicamente, tornano a posto.
Oltretutto, gran parte della conclusione della trama è tale solo per nome: gran parte dei problemi che correvano intorno alla Protagonista non vengono risolti ma semplicemente rimandati. Se l’intenzione fosse o meno quella di lasciare aperte strade per un possibile terzo volume non ci è dato saperlo; sta di fatto che concludere un Romanzo in una non-conclusione non è una gran mossa, soprattutto dopo una quadratura del cerchio forzata.
Ciò che si salva e ciò che sarebbe potuto essere salvato
Dormire in un Mare di Stelle, nonostante ciò, non tutto è franato disastrosamente. Partiamo dal fatto che si tratta di un romanzo al limite dello young adult, più maturo di Eragon ma che non riesce a levarsi quella patina di “approfondimento scarso delle interazioni”. Alcuni personaggi hanno avuto una conclusione buona, altri sono invece franati sotto un “e vissero tutti felici e contenti” così smielato e fanciullesco da farmi venire dubbi sull’indottrinamento dello stesso Paolini.
Il secondo volume è pieno di combattimenti, resi più o meno bene, in alcuni casi decisamente confusionari mentre in altri abbastanza chiari; nulla che faccia gridare al miracolo, dal momento che si tiene sempre un livello tra il buono e lo scarso. Non rimpiango, in ogni caso, la vaghezza di certe scene in Eragon, quindi posso dirmi contento del miglioramento.
In sostanza: merita o no?
No. Dormire in un Mare di Stelle non è, a mio parere, un libro che merita di essere letto. Sarà perché ho abbandonato da abbastanza anni il genere che non è Adult ma nemmeno così banale da essere Youn Adult; sarà perché mi aspettavo di più da Paolini (e non la solita storia del libro che comincia bene e finisce da cani). Magari ho cominciato a sentire puzza di bruciato dalle prime parti e ho seguito le tracce fino a trovarmi davanti all’incendio.
Paolini prova, a mio parere senza fare rete, a costruire un romanzo “maturo” dentro un’ambientazione fantascientifica. L’ambientazione, a grandi righe, c’è, ma appena si va sotto la superficie risulta un po’ vaga e fumosa. I personaggi ci sono, potrebbero fare qualche meraviglia ma alcuni vengono gambizzati e altri se ne vanno malconci. La trama è ok, poi non va, poi si riprende appena e infine decide di mandare tutto all’aria. Un “avrei voluto ma non ci son riuscito”, a mio parere, lungo 900 pagine.