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Epidemia, guida per la gestione – Biblioteca di Atlantide Volume I

La guida alla gestione dell’epidemia sarà la nostra prima “Atlantis Guide for Dummies“. Con questo nuovo formato vorremmo presentare alcuni semplici spunti per trattare determinati argomenti più o meno spinosi.

Abbiamo deciso, in questo periodo così particolare per l’appunto, di scrivere come gestire le epidemie nelle vostre campagne di gioco di ruolo o nei vostri racconti, più o meno brevi, che tratteranno l’argomento. Speriamo che questo nostro lavoro non urti la sensibilità delle persone e, nel caso, ci scusiamo anticipatamente.

Origine della malattia e “paziente zero”

Per cominciare a trattare di un’epidemia, la prima cosa che deve essere presa in considerazione è l’origine della malattia, dove è apparsa per la prima volta e chi è stato il primo contagiato.

Andiamo con ordine. Che questa possegga un’origine naturale, sovrannaturale o addirittura artificiale, è fondamentale che sia ben chiaro fin da subito quali siano le forze che hanno scatenato questa piaga. Qualunque sia la vostra scelta dovete rimanere fedeli a quanto avete deciso. Certo, potete far credere fin dal principio, che questo morbo possa essere naturale e, via via che la storia avanza, che il plot prende forma, divertirvi con i vostri giocatori, o lettori, fornendo loro nuove informazioni che possono rendere ingarbugliata la storia, fino a districarla dimostrando che l’epidemia aveva avuto un’origine ben diversa.

Altro punto fondamentale, è stabilire da dove ha iniziato a diffondersi e come. C’è sempre un primo paziente che ha contratto il morbo. Questi può essere un portatore volontario, nel caso che la malattia sia stata “creata”, da parte di individui senza scrupoli o al soldo di qualche potenza, per colpire la popolazione, oppure un portatore inconsapevole. Spesso, ricercare il primo malato soprattutto se ancora vivo, potrebbe aiutare nello sviluppo di una cura per la malattia, o per comprendere meglio le dinamiche di diffusione e le motivazioni legate a questa.
Risulta quindi fondamentale, durante la costruzione della storia, approfondire in maniera dettagliata questo genere di argomento. Per farlo potreste rispondere a determinate domande che possono aiutare a dare un senso al tutto.

Tranquilli, a fine articolo ne elencheremo alcune per aiutarvi a comprendere meglio come gestire la vostra piaga nefasta.

Espansione del contagio e tentativi di arginamento

Quando si parla di epidemia e pandemia, dobbiamo sempre comprendere come avviene il contagio e capire le vie di espansione dello stesso. Non volendoci addentrare troppo in profondità su caratteristiche patologiche di un’eventuale malattia, è più interessante prendere in esame l’espansione del contagio.

Che questo segua vie mercantili, che nasca da un pozzo infetto, che provenga dalle fogne di una città, la propagazione del contagio è fondamentale ai fini della costruzione di una storia.
È altresì importante, dopo aver parlato dell’espansione del contagio, analizzare anche i metodi di arginamento della malattia, dalle misure che possono essere prese dai vertici di potere di una città, o di un ducato, fino ad arrivare addirittura a quelli di un pianeta intero.

Iniziamo a prendere in esame questi aspetti.

Espansione del contagio

Come scritto in precedenza, l’espansione del contagio epidemico è uno dei punti cardine; questo, ovviamente, varierà in base all’ambientazione della vostra storia ma, come sempre, consigliamo di utilizzare una certa logica nell’analizzare la diffusione.
Quindi, per aiutarvi, utilizziamo la storia passata per cercare di capire i metodi di una possibile espansione. Prendiamo in esame la Peste Nera che colpì la Cina nel 1331 e si diffuse lungo le vie carovaniere fino a giungere in Europa nel 1347.

Nel corso dei secoli, abbiamo reputato i topi, e le pulci che vivevano su di essi, i primi responsabili della diffusione del batterio dello Yersinia Pestis, ma con gli anni è stato dimostrato che loro non sono stati la sola causa scatenante. In concomitanza con le pulci, i pidocchi umani sono stati a loro volta causa della diffusione.
La cosa non dovrebbe sorprenderci, perché altrimenti l’epidemia non avrebbe mai potuto avere una propagazione così rapida.

Oltre a questo, è fondamentale considerare le condizioni igienico-sanitarie dove si sviluppa l’epidemia. Sarà sicuramente più difficile che questa possa nascere in luoghi idilliaci a meno che, la malattia da voi scelta, non sia di carattere “spirituale”. È quindi facile, soprattutto per la narrazione, che il morbo si origini in luoghi poco abbienti, dove la sporcizia sia ben presente e la promiscuità di uomini e animali favorisca il salto della malattia tra specie diverse.

Quindi, ricapitolando: espansione del contagio attraverso commerci tra paesi, stati, pianeti, eserciti in marcia o compagnie mercenarie in cerca di ingaggio, arrivo in una determinata zona di un elemento estraneo. magico o alieno che sia. Queste sono soltanto alcune delle idee che potete utilizzare, ma sicuramente ve ne verranno in mente altre.

Tentativi di arginamento

Come spesso accade in queste situazioni, che cominciano, per così dire, in sordina, non subito azioni forti vengono attivate per prevenire l’arrivo di una malattia, o al massimo, per arginare il contagio. Tuttavia, col passare dei giorni quando diventa palese quello che sta succedendo, le autorità delle città, stati o pianeti, inizieranno ad agire.

La prima cosa che dovete considerare in questa situazione è la chiusura delle vie commerciali, con conseguente calo delle materie prime, di granaglie, generi alimentari, medicinali e tanto altro. Questo causerà, in un secondo momento, un forte colpo alla psicologia della popolazione, ma di questo parleremo nei prossimi paragrafi.

Dopo questa prima misura, che vi ricordo dovrà essere il più delle volte tardiva, ne seguiranno altre di carattere igienico-sanitario, la prima sarà quella di relegare i malati in luoghi quali lazzaretti, sanatori, ospedali da campo, insomma in ogni luogo possibile lontani dalla popolazione sana. La seconda sarà la rimozione delle salme dalle varie zone della città.
Fatevi delle domande: i cadaveri della popolazione verranno raccolti in una zona specifica? I corpi verranno cremati o soltanto interrati in semplici fosse comuni? Verranno utilizzate contromisure più o meno utili per mettere in sicurezza i cadaveri, quali calce bianca e simili?

Ciascuna di queste domande vi sarà utile per capire se il contagio verrà contenuto abbastanza rapidamente oppure no, e per creare ulteriori spunti per la vostra storia.

quadro medievale tema epidemia

Psicologia delle popolazioni durante l’epidemia

La psicologia della popolazione durante un’epidemia è un fattore fondamentale da narrare. A questo proposito ho voluto suddividere questa sezione in due parti, ovvero la psicologia della persona e la psicologia della massa. Siffatta differenza sarà fondamentale, perché mentre la persona cercherà di restare lucida durante una situazione talmente drammatica e traumatica come questa, la massa invece agirà in maniera completamente irrazionale e assetata di vendetta e sangue.

La psicologia della massa

Chiamatela massa, chiamatela folla, ma non dimenticatevi la base, ovvero che quello che muove questo insieme di persone è la follia, la paura per il diverso, per la malattia, l’odio nei confronti di coloro che hanno una vita migliore. Quando andrete a concepire la psicologia della massa, dovete pensare ad un coacervo di persone permeate da sentimenti autoritari ed intolleranti, completamente deresponsabilizzata dalle azioni che intraprende e anestetizzata dalle conseguenze che tali comportamenti possono portare. Dovete anche pensare, quando create una folla, di ideare un capo carismatico, o un insieme di figure che ne rappresentino l’autorità.

Se non trovate un’ispirazione valida per creare la vostra folla, provate a rileggere il Tumulto di S. Martino anche conosciuto come la “Rivolta del Pane” nei Promessi Sposi, oppure informatevi degli infiniti linciaggi a carico di lebbrosi ed ebrei durante le maggiori pestilenze. Queste due minoranze, infatti, erano i capri espiatori per eccellenza nel Medioevo, quindi sono sicuro che riuscirete a trovare individui utili per trattare questa parte fondamentale delle masse in relazione all’epidemia.

La psicologia della persona

Contrapposta alla massa c’è la persona, l’individuo. Se è possibile condurre la folla a compiere gli atti più vili e bassi, l’individuo invece si erge come una luce in un momento di oscurità.

Ma questa è solo una delle maschere che possono essere sviluppate per esaminare la psicologia dell’individuo. Accanto ad una maschera terrorizzata che accetta la folla, possiamo anche trovare la maschera della razionalità. Questa è una razionalità quasi impensabile in tempi normali, ma necessaria in tempi cupi come quelli dell’epidemia. Non è un concetto immediato da spiegare e forse, con l’ausilio di un esempio è più facile da capire. Prendiamo la storia di Agnolo di Tura, durante la peste del 1348, fu costretto a seppellire tutti e cinque i suoi figli e una situazione simile, che in tempi normali, avrebbe portato alla pazzia, in tempi come quelli, vengono superati per via del bisogno estremo di andare avanti.

Un’altra maschera fondamentale da trattare per comprendere la psicologia della persona è quella del “martire”. Costui si oppone, anche a costo della vita, ad ogni asperità che l’epidemia gli pone innanzi. L’ho chiamato martire perché sarà disposto a tutto, anche ad arrivare al suo stesso supplizio, pur di porre fine alla sofferenza altrui. Un esempio per farvi comprendere meglio tale figura, potrebbe essere Obi Wan Kenobi in “Star Wars”, disposto a morire per permettere la sconfitta del male, o quella di Fra Cristoforo nei “Promessi Sposi”, che fino al suo ultimo istante di vita si era impegnato ad aiutare i malati, finendo egli stesso per morire a causa della peste.

Per concludere questo paragrafo ricordate solo che per ogni figura negativa che implementerete nella vostra storia, saranno fondamentali figure positive che controbilanceranno, con singoli atti di gentilezza, il “male” che verrà mostrato.

Sviluppo dell’epidemia, ricerca della cura

Siamo arrivati ad un punto cruciale per la vostra narrazione. Come ogni epidemia che si rispetti, deve esistere una cura. Il vostro compito è che questa ricerca di informazioni, e sviluppo di una cura, posseggano un filo logico e che i vostri personaggi, giocanti o del vostro racconto, prendano parte a tutto questo. Certo, sempre che i vostri personaggi non siano i cattivi ovviamente.

È fondamentale che siano loro al centro dell’attenzione e al centro dell’azione. Il loro operato dovrebbe evolversi in modo tale che sia parte integrante della storia, sempre che sia quella la storia di cui vorrete parlare e non semplicemente usarla come sfondo.
Qualunque sia la vostra idea, se state giocando con un gruppo, non forzate mai le scelte. Dovranno essere loro gli artefici di quello che andrà ad accadere.

Per poter aiutare la popolazione, o al contrario contrastare coloro che devono sconfiggere il morbo, è necessario che definiate dei tratti specifici per la malattia.

Stabiliamo dunque tali parametri. Come avviene l’esposizione e qual è il vettore epidemico? Questa domanda è basilare perché definisce come la malattia venga contratta. Che sia per ingestione, per via aerea, per contatto fisico o di fluidi, tramite animali, qui scegliete in che maniera il morbo si propaga.

Come si svolge il periodo di incubazione? Questo punto può sembrare strano, ma serve per capire alcuni fattori fondamentali. Il soggetto che contrae la malattia per quanto apparirà in salute? Quando inizierà a mostrare i primi sintomi? Sarà infettivo anche durante l’incubazione? Quali sono gli effetti iniziali? Una volta che la malattia si palesa, quali sono i segni visibili sulla persona?

Sono presenti effetti ricorrenti? Una malattia spesso non è un qualcosa che appare e subitaneamente scompare, anzi tende a rimanere per un periodo di tempo definito, più o meno lungo, e spesso non è detto che coloro che hanno contratto il morbo ne siano successivamente immuni. Una recrudescenza della malattia è sempre possibile.

Altro aspetto fondamentale da considerare è la contagiosità dell’epidemia. Anche qua le domande sarebbero molte e sicuramente alcune non sono state vagliate, ma potreste iniziare rispondendo a queste. Quanto è infettiva la malattia?L’esposizione prolungata nel tempo può aumentare i fattori di rischio? Cosa può aiutare le persone a non farsi infettare? La società permette delle misure drastiche per bloccare il diffondersi del contagio?

Gli ultimi quesiti dovrebbero riguardare la cura per l’epidemia e come questa possa venire messa a disposizione di tutti. Chi quindi si occuperà di somministrare le cure alla popolazione? In che ordine verranno distribuite? Il peso sociale o politico di una persona sarà preferito all’effettivo bisogno di persone meno abbienti? Guaritori, medici, chierici che dovranno effettivamente somministrare il trattamento seguiranno le disposizioni ricevute o si faranno guidare da scelte morali o personali diverse? Quanto sarà lungo il tempo di recupero per le persone? Vi sono popoli che hanno un’immunità naturale a quella malattia? Come saranno visti quindi dalle altre popolazioni che stanno soffrendo?

Rispondendo a tutte queste domande, dovreste riuscire a trattare molte parti della storia che state andando a narrare, ma non crediate che sia finita qua!

Società, salvezza e morte

I temi in assoluto più complicati da trattare, assieme alla psicologia, sono il concetto di quel che resta della società dopo l’epidemia, la salvezza e la morte. Cosa rimane dopo che un’epidemia è finita nel vostro racconto?

Qui dovrete sforzarvi. Una società sarà, in un modo o nell’altro, profondamente squassata dall’accaduto. Innanzitutto è bene pensare dove la vostra storia si è svolta. Se avete ambientato l’azione in un piccolo borgo sperduto in cui quasi tutta la popolazione è venuta a mancare, come si organizzeranno i sopravvissuti? Che tipo di società si formerà in seguito? Cosa faranno i sopravvissuti e come saranno d’aiuto i vostri personaggi?

Non mi stancherò mai di ripetere che davanti alla paura di un’epidemia e davanti alla morte, solo in pochi sparuti casi l’educazione, la cultura, la tradizione e la religione potranno essere in grado di impedire il panico e i comportamenti spietati. I sopravvissuti cederanno alla violenza e all’imbarbarimento, portando così alla distruzione delle regole civili? Ovviamente questa nuova società si scontrerà con altre realtà, diversamente organizzate, che magari hanno deciso di ricostruirsi.

La salvezza, quindi, non è detto che porterà ad un miglioramento delle vite delle persone. Le difficoltà che si creeranno dall’assenza nel tessuto sociale di alcune figure, porteranno sicuramente a diversi bisogni e necessità. La mancanza di determinati “strumenti”, necessari affinché una comunità possa rinascere, spingerà i membri a prendere alcune decisioni, potranno accettare persone che immigreranno verso di loro o emigreranno a loro volta, potranno imbarbarirsi e darsi a saccheggi di comunità sopravvissute, o potranno addirittura imparare da quanto successo e creare una nuova realtà tale da permettere una sopravvivenza in futuri simili scenari.

Infine tocchiamo il concetto di morte. La morte, ed il lutto a seguito di un epidemia, sono argomenti molto forti da trattare. Consigliamo quindi di approfondire questi temi solo se ci si sente pronti a mettere in gioco le proprie emozioni e a comprendere meglio il parere altrui in proposito. Fondamentale sarà capire che non tutti affronteranno il lutto nella medesima maniera. Alcuni saranno pronti ad andare subito oltre, razionalizzando l’impossibilità di poter affrontare un qualcosa di “più grande di loro”, altri non potranno superare l’incapacità di “salutare” i propri cari, anche a causa della limitazione delle espressioni di cordoglio, quali i funerali.

La concezione del dolore, della perdita, sarà quindi un momento molto intimista, che dovrà essere trattato in maniera profondamente matura e che metterà a durissima prova la vostra narrazione.

Spunti di racconto e di gioco inerenti all’epidemia

Passiamo ora a qualcosa di più leggero, ovvero gli spunti di racconto e di gioco. Vivendo una situazione complicata, potrete immaginare vari personaggi archetipici che andranno ad arricchire la vostra narrazione. Peschiamo nuovamente a piene mani dai “Promessi Sposi”, abbiamo letto tutti o quasi il passo della “Madre di Cecilia”.
La madre addolorata, che perde la sua famiglia, è uno di quei personaggi che saranno presenti in ogni possibile racconto: una madre che non riesce ad abbandonare la propria figlia alla morte, che non accetta il destino. La madre si oppone ad un eventuale padre che è conscio della necessità di andare avanti. Questa situazione può essere tranquillamente invertita, sarebbe interessante mostrare un padre devastato dalla sofferenza per la perdita dei figli.

Altri interessanti elementi narrativi possono ruotare attorno a saccheggiatori, monatti, untori, e chierici vaganti. L’incontro con degli sciacalli potrebbe portare a delle scelte morali complicate per i vostri personaggi: unirsi a loro e cercare di sopravvivere, razziando coloro che non hanno più bisogno, o mantenere il rispetto per i morti. Una simile scelta potrà portare a confronti seri tra i personaggi.

Le figure dei monatti e untori sono sempre state presenti in simili racconti. Odiati dalla popolazione, spesso vengono dipinti come individui gretti e violenti, il cui volto sfigurato implica anche uno “sfiguramento” dell’anima. Il concetto greco di kalokagathìa (cioè “bello” e “buono”, summa di perfezione fisica e morale nell’uomo) in questo ambito può e deve essere stravolto. Potrebbe essere interessante mostrare persone, ben vestite e piacevoli a vedersi, che si occupano della rimozione dei corpi, o individui che emanano fiducia, e sono in realtà untori che spargono l’epidemia. Quindi, ricordate che non sempre chi apparirà orrendo agli occhi, ne rispecchierà un simile riflesso nell’anima. Giocate con le sensazioni visive e sensoriali, per far percepire che c’è qualcosa oltre la maschera che un personaggio indossa.

Infine i chierici vaganti, i cerusici, i medici della peste. Figure sempre presenti, spesso osteggiate nel folklore di cui la massa è permeata, che quasi sempre sono disposte al sacrificio per aiutare, o talvolta pronte ad approfittare della credulità della gente per arricchirsi e per poi scappare.

Ricordate comunque che ogni personaggio che inserirete nella storia, potrà avere una natura duale e sarete solo voi a scegliere quale delle due sia quella preponderante.

Questi personaggi dovrebbero aver già donato spunti per il vostro gioco o il vostro racconto, ma in caso non siano abbastanza, eccone altri: cercare di far entrare un carico di grano tramite un blocco navale potrebbe sì causare un’espandersi dell’epidemia, ma potrebbe anche permettere la sopravvivenza di più persone all’interno della città. Il riuscire a salvare un medico da un linciaggio, per gli esperimenti che faceva sui cadaveri, potrebbe velocizzare la ricerca di una cura.
Un altro possibile spunto potrebbe nascere dalle dicerie: queste, vere o false che siano, potranno indirizzare i vostri racconti verso situazioni strane, come il fatto che le fosse comuni vengano svuotate nottetempo, e al mattino i corpi dei deceduti possano essere visti vagare fuori dalle mura cittadine. Inquietante, vero? Forse trame oscure sono all’opera. Ora tocca a voi crearne di vostre!

Media consigliati per arricchire la vostra narrazione

Vi sono decine di libri, film, serie televisive, racconti e podcast che potete consultare per informarvi e costruire al meglio le vostre storie.

Ecco alcuni consigli riguardo possibili libri:

Qui di seguito ci sono alcuni film interessanti per arricchire il vostro carnet di personaggi e storie:

Per i podcast vi consiglio il solo e unico professor Alessandro Barbero che, in alcuni, ha trattato il medioevo prima e dopo la grande epidemia di Peste Nera.

Videogiochi fondamentali da cui prendere ispirazione (ringrazio Manuel Cellini per le dritte!)

Ed ecco, infine, alcune serie televisive da cui potete trarre spunto:

Conclusioni

Prima di lasciarvi, vorrei davvero sincerarmi con voi di alcune precauzioni da usare durante la narrazione di questi argomenti. Cercate di non indulgere troppo in dettagli macabri o scabrosi, a meno che non sia questo il punto focale della vostra narrazione. Se vi troverete a giocare con persone a voi sconosciute, cercate sempre di capire i loro desideri e le loro paure, e soprattutto chiedete se vi sono argomenti che troverebbero troppo duri da trattare.

Parlare di epidemia o pandemia dopo un momento storico particolare come quello che abbiamo vissuto, potrà essere utile per esorcizzare la paura e i traumi vissuti nel periodo di quarantena e lockdown. Siate maturi, date spazio a chi starà vicino a voi, accettate le sue paure e i suoi timori, aiutate a superarli tutti assieme, come gruppo. Non sto ovviamente dicendo che i vostri incontri di gioco debbano diventare un sistema di sostegno alle persone, ma se il vostro gioco permetterà a qualcuno di superare eventuali traumi, siate ben lieti del duro lavoro che avrete fatto. Ne usciremo tutti più forti e cresciuti a livello psicologico, più maturi e con strumenti atti ad aiutare il prossimo.

Ringraziamenti

È stato un lavoro duro e vorrei ringraziare tutto lo staff dei Cercatori di Atlantide che mi hanno supportato durante le ricerche, ricorretto i miei strafalcioni, tirato su di morale quando non vedevo la fine delle pulizie e tutti gli amici quali Antonio de Luca, Federica Costantini e tanti che mi starò sicuramente dimenticando, che mi hanno donato spunti interessanti da trattare!

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