Qualche anno fa, nel corso dell’E3 2017, Capcom aveva smosso gli animi di numerosi giocatori annunciando il ritorno, a distanza di 6 anni dall’ultima volta, l’esperienza di Monster Hunter sulle piattaforme casalinghe di ultima generazione proponendo un titolo che potesse raggruppare giocatori vecchi e nuovi nel gameplay loop unico e pittoresco che contraddistingue la serie sin dalla sua prima iterazione nel 2004.
E Monster Hunter World, nel 2018, ha indubbiamente dato diverse soddisfazioni perfezionando il cuore dei sistemi di gioco introdotti in precedenza grazie ai nuovi strumenti a disposizione del team di sviluppo, portando i giocatori in vividi ecosistemi aperti da esplorare e scoprire, con una fauna di feroci e mastodontiche mostruosità pronte ad attaccare qualunque creatura sia a loro tiro, siano esse i cacciatori impersonati dai giocatori o le prede che sconfinano nel loro territorio sfidando la catena alimentare naturale dell’ambiente.
Nel corso dei due anni dalla sua uscita il gioco ha ricevuto numerosi update, e con essi diversi nuovi mostri da cacciare e anche diverse collaborazioni con altri franchise videoludici con relativi mostri a tema, ed è proprio questo continuo supporto che hanno reso Iceborne una vera e propria sfida per Capcom, che ha dovuto cercare di realizzare un’espansione che possa riuscire a giustificare la propria esistenza a fronte della possibilità della compagnia di alimentare la sete di caccia della sua playerbase gratuitamente.
Una nuova avventura
La versione base di Monster Hunter World è indubbiamente un
titolo volutamente accogliente nei confronti dei nuovi giocatori, introducendo
mano a mano le numerose meccaniche e le innumerevoli variabili e situazioni che
possono pararsi di fronte al Cacciatore protagonista.
Non c’è dunque da sorprendersi se ogni aspetto di Iceborne è meticolosamente
dedicato alla fanbase di Capcom, evitando di limitarsi semplicemente ad offrire
“di più” ma estendendo la portata delle novità alla struttura delle battute di
caccia, ai meccanismi della armi a disposizione. Monster Hunter World:
Iceborne, dunque, non è una proposta orientata verso i neofiti del gioco, ma è
un’esperienza calibrata per i veterani ed i giocatori un po’ più navigati sia
di Monster Hunter in generale sia di World nello specifico: questo Capcom lo
mette immediatamente in chiaro permettendo l’accesso al contenuto
dell’espansione solo una volta raggiunto il Grado Cacciatore 16, che
corrisponde al completamento della trama principale della versione base del
gioco e che lascia intendere la necessità di avere quantomeno un’infarinatura
generale di come il gioco, i suoi sistemi e le sue build funzionino.
La premessa è molto semplice: dopo aver scongiurato il pericolo dell’esplosione della morte dello Zorah Magdaros ed i potenziali danni ambientali del neonato Xeno’jiva, la routine regolare della Commissione e dei loro studi e ricerche nel Nuovo Mondo viene turbata dalla comparsa di alcune creature in ecosistemi diversi da quelli a cui appartengono, sintomo di una migrazione di massa che porta la Commissione a scoprire un nuovo continente inesplorato che battezzano Oltreterra.
La fredda regione delle Distese Brinose diventa così oggetto delle indagini di una spedizione dedicata di cui il giocatore farà parte per portare alla luce i misteriosi fenomeni che hanno scosso l’intero ecosistema del Nuovo Mondo e che ne minacciano l’integrità.
Questi fenomeni, infatti, non solo porteranno alla scoperta delle creature che abitano le aree innevate di Oltreterra, ma faranno comparire anche nuove specie completamente fuori posto per via delle migrazioni.
Sfida contro la natura
Se ad un primo impatto una nuova regione ed i nuovi mostri che la abitano sembrano essere il fulcro di Iceborne, la vera portata principale ed effettiva offerta di questa espansione è il “Grado Maestro”, un nuovo livello di difficoltà superiore all’Alto Grado che aveva rappresentato l’endgame di Monster Hunter World e che corrisponde, sostanzialmente, al “G Rank” con cui i giocatori di vecchia data saranno sicuramente familiari.
Oltre agli aspetti dedicati alla caccia dei mostri, cuore pulsante del gioco, è anche presente un nuovo minigioco nel nuovo hub di Seliana, base operativa della Commissione ad Oltreterra, oltre ad una macchina fotografica con cui osservare il comportamento di alcune creature locali per approfondire le ricerche nella nuova regione.
Il nuovo livello di difficoltà porta con sé missioni più pericolose ed impegnative rispetto al gioco base, ma non si limita certo ad incrementare la sfida ai giocatori: un nuovo livello di gioielli, nuove armature e nuove armi calibrate per la nuova modalità rappresentano un nuovo punto 0 per i cacciatori, che si ritroveranno a dover ricostruire gradualmente il proprio equipaggiamento aggiornandolo per le avversità introdotte dal nuovo contenuto.
Questo senso di “reset” si riscontra anche nelle meccaniche di gioco, modificate ad arte per portare un nuovo approccio ai nuovi mostri quanto a quelli vecchi anche attraverso le nuove mosse introdotte ad ogni categorie di arma modificandone li funzionamento, a volte anche in maniera marcata.
Al centro di questo nuovo approccio c’è il nuovo strumento introdotto: il Rampino Artiglio. Esso è una modifica meccanica al già presente rampino in dotazione standard ai cacciatori che permette di agganciarsi ai mostri dando l’opportunità di effettuare diverse azioni, ognuna con un effetto diverso, a volte addirittura necessarie per poter affrontare in modo efficiente le terribili creature selvagge.
Uno degli aspetti focali del Rampino Artiglio, infatti, è la possibilità di ferire i mostri rendendo temporaneamente più fragili le parti colpite, spesso l’unico modo per poter rompere una specifica parte di un mostro o per poterle infliggere danni pieni.
Spesso e volentieri sarà però difficile riuscire a trovare l’opportunità di appigliarsi ad un mostro, compito che sarà sempre più arduo man mano si sale lungo la catena alimentare di questa espansione, contraddistinta da creature più veloci, feroci ed aggressive che mai, dando vita a battute di caccia impegnative ed estenuanti.
Iceborne propone una rosa di 11 nuovi mostri grandi da affrontare, con tre di loro ad avere una variante per un totale di 14 nuovi mostri. A rincarare la dose, però, 13 dei mostri della versione base di Monster Hunter World hanno ricevuto una nuova variante, le cui nuove abilità rendono gli scontri decisamente differenti dalle loro controparti originali, portando l’offerta di Iceborne a ben 27 mostri grandi in tutto, escludendo quindi i mostri piccoli e la fauna endemica delle nuove aree.
Le numerose creature, in aggiunta alle vecchie importate nel nuovo livello di difficoltà e con ognuno di esse ad avere nuove armi ed armature associate fanno dunque lievitare notevolmente il contenuto dell’espansione e delle sue, in media, 40 ore di storia (una durata all’incirca pari a quella del gioco base).
Abbondanza
Ma come spesso accade in Monster Hunter la trama principale è solo il corridoio d’accesso al gioco vero e proprio, al suo ricco endgame, ed Iceborne in questo non fa eccezione: al termine della campagna dell’espansione il giocatore avrà quindi accesso ad un’intera nuova regione battezzata Terre Guida, una landa che presenta tutti i biomi presenti nel gioco e che genera casualmente tutti i mostri presenti nel gioco, permettendo al giocatore di cacciare liberamente ogni creatura disponibile in Monster Hunter World alla sua massima difficoltà per tutto il tempo che lo desidera, incrementando attraverso l’esplorazione, la caccia e la raccolta di minerali ed ossa residue negli ambienti il livello di conoscenza di ogni bioma e, con esso, la pericolosità dei mostri che verranno generati e la rarità dei materiali trovati.
Questa regione rappresenta il vero e proprio endgame di Iceborne, a cui ovviamente si aggiungono gli eventi ed i mostri aggiunti attraverso gli update futuri da parte di Capcom.
Tutte queste aggiunte finiscono per impilarsi una sull’altra
andando ad accumulare una quantità di contenuto ben superiore a quella che ci
si potrebbe aspettare da un DLC.
Monster Hunter World: Iceborne è dunque un’espansione che eccelle nel
migliorare l’esperienza fondamentale del gioco base attraverso un nuovo
promettente formato di endgame che rende le battute di caccia al centro del
brand sempre più organiche e segnando un culmine nella struttura di gioco
lasciandosi alle spalle la ripetitiva bacheca di quest fin troppo usata in
molti videogiochi, una storia ed una quantità di contenuto nuovo assimilabile
ad un vero e proprio seguito completo aggiungendo materiale eccellente ad un
gioco che già da solo era in grado di reggersi sulle proprie gambe, diventando
un acquisto essenziale per chiunque abbia apprezzato le vivaci e particolari
unicità di questo franchise.