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Tanti dadi e ospiti: la parola a MorgenGabe, Simone “Aces” e Andrea Lucca!

I dadi sono stati oggetto di una serie di articoli che sono usciti su queste pagine. Inizialmente, in questa disamina sul dado, il sottoscritto ha dato in parte il suo parere sull’uso dei dadi nel mondo del gioco di ruolo.

Poi nomi più autorevoli del mio sono stati intervistati. Mauro Longo, Helios Pu e il Vate, si sono prestati, molto gentilmente, a parlare di cosa volesse dire essere il dado per loro. Potete trovare il loro parere a questo link.

Oggi abbiamo tre nuove interviste ad altri specialisti del settore: Andrea Lucca, Simone “Aces” Morini e MorgenGabe (Chiara & Giuseppe). Non credo ci sia bisogno di presentare il locandiere dalla fiammante barba, l’uomo più apocalittico che c’è e coloro che dimorano nel (GDR al) Buio.

Testimonianze sui dadi: la visione di Simone “Aces” Morini

Simone Aces Morini e i dadi

Fondatore della Aces Games, creatore dei mondi fantastici di Nameless Land e Heavy Sugar, ma prima di tutto, “Primo Custode della Storia” in queste lande desolate (cit. adattata), ci ha sempre abituato a racconti fantastici in terre lontane, il suo rapporto coi dadi non è da meno

1) Cosa sono i dadi per te?

Un oggetto controverso. Lo amo e lo odio. Quando ho cominciato a giocare di ruolo conoscevo solo il cubetto coi pallini, poi mi sono innamorato del d20. Un giorno il master me lo tirò nei denti e da allora lo guardo con sospetto. Il d12 invece non l’ho mai sopportato.

2) Per te il dado è un mezzo o un fine? Come si evolverà secondo te la figura del dado?

È un mezzo con cui i master possono ferire i giocatori. Non credo avrà una qualche evoluzione, ma nel GdR specie in questo momento c’è molta voglia di sperimentare, quindi non mi stupirei se un giorno venisse del tutto dimenticato o se la sua funzione venisse totalmente stravolta. In ogni caso, se smettessero di rotolare lasciando buchi sui tavoli, le madri di tutto il mondo ne sarebbero liete.

Un parere sui dadi – da una storia di MorgenGabe

MorgenGabe si sono prestati a rispondere alle domande

Chiara e Giuseppe, che potete ammirare in tutto il loro splendore in questa foto che ci hanno gentilmente concesso, sono i divulgatori più attivi nella community del gioco di ruolo italiano, grazie a MorgenGabe.

Creatori e responsabile del format “Gdr al Buio”, anche loro ci danno il loro parere sui dadi!

Cosa sono i dadi per voi?

Un dado è un materiale di gioco come tanti altri. Se il gioco lo prevede lo si utilizza, se no niente. L’alea del dado non è fondamentale in ogni gioco di ruolo, anche se è parte integrante di quelli più diffusi.

Per te il dado è un mezzo o un fine? Come si evolverà secondo te la figura del dado?

Come detto sopra: il dado è assolutamente un mezzo. Deve essere integrato all’interno delle procedure del gioco per dare una determinata esperienza. Il fine che il gioco vuole dare è l’esperienza, che può essere ottenuta anche attraverso l’uso del dado, oppure no.
Sull’evoluzione del dado: impossibile prevederlo. Ci sono mille modi per utilizzare i dadi nei giochi di ruolo oggi e speriamo che ne inventino sempre di nuovi.

Benvenuti alla Locanda di Andrea Lucca…

Andrea Lucca in azione

Ogni martedì Andrea Lucca ci delizia con i suoi podcast direttamente dalla Locanda del Drago Rosso. Oltre a tenerci compagnia quella mezz’ora alla settimana ci fa riflettere e quindi, non potendo aspettare per avere una puntata sull’evoluzione dei dadi, glielo abbiamo chiesto noi

Caro “Locandiere” cosa è per te il dado?

Per me il dado è un focus arcano.
E il luogo dove il giocatore concentra i suoi desideri e allo stesso tempo è l’aspetto giocoso e fanciullesco. Il dado rappresenta il fato e la casualità e tirandolo il giocatore esprime la sua volontà di determinare il destino del suo personaggio.
Allo stesso tempo è un’esperienza tattile che ci riporta all’infanzia, allo stringere le cose, al lanciarle dandoci un collegamento diretto al divertimento e alla spensieratezza nella sua forma più pura e innocente.
Come da tradizione un incantesimo si potrebbe realizzare con le sue componenti separate ma l’utilizzo di un focus ne facilità la riuscita.

Per te il dado è un mezzo o un fine? Come si evolverà secondo te la figura del dado?

Il dado e sia un mezzo che un fine.
E’ il tramite con cui si realizza la casualità di un sistema e diventa fine perché è divertente lanciarlo.
Il dado non è indispensabile e probabilmente con il tempo scomparirà sostituito del tutto da sistemi che non necessitano della casualità o interfacce digitali incaricate di gestire le meccaniche al posto dei giocatori.
Ma allo stesso modo il dado è ormai diventato un feticcio e un simbolo quindi probabilmente rimarrà per sempre nella maggior parte dei design perché il suo potere è indubbio.

Conclusioni

I nostri ospiti sono stati gentilissimi e disponibili oltre il pensabile nell’aver condiviso con noi la loro esperienza. Ma le testimonianze non sono finite. Nella prossima ed ultima puntata chiederò a tre persone molto vicine a me, e che stimo più di me stesso, il loro parere sui dadi. Non perdetevelo!

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