L’Ingranaggio, che abbiamo già avuto modo di conoscere sulle nostre pagine, è il primo prodotto della neonata casa editoriale Stratagemma Edizioni e, dopo alcuni mesi di studio da parte mia, è pronto per ricevere una mia non-recensione.
Perché una non-recensione? Perché non posso non parlare di questo prodotto non usando il cuore. Sono cresciuto a Stratagemma e ogni fibra del mio essere è sempre stata attirata da quel luogo che ho considerato una seconda casa.
Quindi, data questa premessa, se avrete ancora voglia di seguirmi vi parlerò un po’ del manuale che ho tra le mani.
Una non-recensione per un meta-manuale
Come abbiamo modo di osservare, già nelle prime pagine del manuale, questo non è un classico gioco di ruolo per come siamo abituati noi uomini degli anni ’20 del secolo.
Fin dall’inizio veniamo catapultati in un mondo mesto e avvilito. Siamo ammantati da un senso di impotenza e di attesa nei confronti di qualcosa che non vogliamo realmente accettare. Forse solo P.D. James ci aveva scaraventati in un mondo simile col suo libro “I figli degli uomini“, successivamente trasposto da Alfonso Cuarón nell’omonima pellicola.
Ci troviamo, nel mondo dell’Ingranaggio, in una realtà in cui la natalità è quasi azzerata e dove macchine alimentate dal vapore sopperiscono alla mancanza di manodopera umana, o almeno questo è quello che avviene a Firenze.
Mi sa che mi sono scordato di dirvi che ogni forma di governo centrale è caduto e ora ogni città si autogestisce per quello che può nel suo piccolo. Temo anche di non essere stato preciso parlando delle macchine: in realtà non sono proprio dei congegni ma cadaveri rianimati. Vi prego, non pensate agli zombi almeno per una volta. Niente magia, niente alchimia (magari forse un pochetto), ma solo pura e semplice scienza. Una scienza che ha permesso alla popolazione di portare avanti la propria stanca esistenza nella speranza di un cambiamento di qualche tipo.
Ma il mondo de l’Ingranaggio non è solo un mondo necropunk, malinconico e pieno di macchine a vapore. Fuori dalla città di Firenze c’è altro, molto altro. La Grande Discarica innanzi tutto.
Cosa mi ha colpito molto ne l’Ingranaggio?
Mentre leggevo mi sono voluto soffermare su una parte molto particolare del manuale: la Grande Discarica. Mi sono immedesimato completamente in quella parte di narrazione così vivida e così tragica. In una parte della mia città sono state accatastate tutte le spoglie di un mondo ormai andato. Perché questa zona mi ha particolarmente colpito? Per la sua interpretazione psicologica di un mondo incapace di accettare quello che ha perso.
Ma questo è solo un’espediente per parlare realmente di quello a cui tengo relativo a questo manuale. Tutte le pagine de l’Ingranaggio sono uno studio psicologico del mondo consumistico attuale, almeno a mio parere. I robot (rabota nello slavo ecclesiastico e dal significato di servitù) sono stati sostituiti da costrutti “conciati” dai cadaveri dei morti. Questa idea mi ha portato alla mente un racconto cyberpunk di K.W. Jeter dal titolo “Noir” dove i corpi dei morti, se la loro assicurazione sulla vita non era stata estinta a dovere, venivano semplicemente rianimati e continuavano a lavorare. È un mondo triste, ma non tanto più triste di quello che attualmente stiamo vivendo e quindi li ringrazio per quello che hanno scritto e stanno scrivendo.
Il sistema di gioco de l’Ingranaggio
L’Ingranaggio utilizza un sistema di deckbuilding basato sull’utilizzo delle carte francesi. Il sistema è chiamato The Gear ed è completamente originale. Durante le partite, col crescere dell’esperienza, il giocatore potrà vendere le carte più basse e acquistare quelle più alte così da aumentare drasticamente la sua capacità di riuscita nelle situazioni di scontro.
Ad ogni seme corrisponde una caratteristica nella scheda del personaggio che si suddividono in Carne (Cuori), Acciaio (Quadri), Vapore (Fiori), Ingranaggio (Picche): per ogni caratteristica viene associato un pool di abilità, nella loro “area di influenza” caratterizzate da un valore numerico che permette la riuscita di eventuali giocate.
Un’altra caratteristica che ho adorato è il sistema di Trauma. È proprio con questo sistema che i giocatori devono confrontarsi e che può causare la perdita del personaggio. In linea con il mondo de l’Ingranaggio questa meccanica rende ancora più melanconica la narrazione nel gioco.
Il Trauma può essere fisico o emotivo e può portare il personaggio o alla morte per ferite, o all’estraniarsi da tutto quello che era a seguito della perdita di quella poca umanità che resta alla popolazione, o la scintilla che ti rendeva un qualcosa di più rispetto al resto della popolazione.
Conclusioni
Dopo aver letto gli equipaggiamenti, gli avversari, le classi presenti nel gioco, avrete anche la possibilità di lanciarvi subito in un’investigazione. Non starò qui a spoilerarvi l’ultima parte del manuale, ma vorrei condividere con voi le mie ultime impressioni.
Perché l’Ingranaggio dovrebbe essere acquistato, letto o giocato almeno una volta? Dovrete confrontarvi con l’Ingranaggio non tanto perché è un gioco di ruolo diverso dal solito, per la sua meccanica di deckbuilding, o solo perché è un prodotto italiano, ma tanto per gli aspetti psicologici, socio-culturali e le forti tematiche di alienazione che può portare a sondare.
Dategli una possibilità, mi raccomando. Se mi cercate, mi troverete nella Grande Discarica a cercare pezzi di ricambio per il portatile con cui vi scriverò anche in futuro e soprattutto non vedo l’ora di avere qualche informazione in più su Venezia!