Nella giornata del 15 Aprile il mondo dei videogame è stato scosso dalla presentazione delle prime novità da parte della imminente nona generazione di console. Mark Cerny, lead architect per PlayStation, ha infatti reso note alcune tra le specifiche tecniche della futura erede di PlayStation 4. Aprendo una piccola finestra di contemplazione verso il prossimo step di Sony in campo hardware durante la conferenza tenuta da Sony presso la sua sede in California.
Come sarebbe giusto aspettarsi, vediamo dunque in che modo l’intermedio rilascio mid-gen di PlayStation 4 Pro e Xbox One X, che ha prolungato il ciclo vitale di ottava generazione guadagnando prezioso tempo per realizzare e sviluppare il prossimo prodotto, abbia dato risultati fruttuosi, rivelandosi ben speso in quello che, secondo Cerny, aprirà nuove porte per lo sviluppo videoludico.
Ancora senza nome, ma presumibilmente (se il passato ci ha insegnato qualcosa) identificabile come PlayStation 5, la nuova console non vedrà luce nel 2019: questo significa che i giocatori avranno ancora almeno qualche mese prima di dover contemplare l’addio delle proprie fedeli compagne elettroniche, benché i devkit siano già stati distribuiti tra alcuni sviluppatori, lasciando presagire che Sony non si lascerà molto a lungo.
La speranza di Cerny, che con la nuova macchina ha ricoperto lo stesso ruolo critico avuto nello sviluppo di PS4, è di poter venire incontro alle esigenze dei giocatori quanto quelle degli sviluppatori, cercando di fornire un prodotto che sia in grado di offrire potenza computazionale superiore a quanto visto in precedenza affiancata da miglioramenti prestazionali a tutto tondo, come ad esempio ampiezza e velocità di memoria del sistema, per far fronte a giochi destinati ad essere sempre più grandi ed esigenti sugli hardware di riproduzione.
Ecco dunque far capolino un processore basato sulla terza generazione della serie Ryzen di AMD, che vanta la presenza di otto core della nuova microarchitettura Zen 2 a 7 nanometri, in arrivo al pubblico nel corso dell’anno.
Al suo fianco la promessa di una scheda video AMD Radeon Navi studiata ad hoc per la console, che porterà con sé il supporto alla tecnica di geometria ottica Ray Tracing portandone i suggestivi effetti visivi nel finora privo mondo delle console casalinghe.
Incluso nel pacchetto vediamo, inoltre, un’unità predisposta all’audio 3D, un’evoluzione tecnologica che contribuirà all’immersione e all’esperienza sonora dei giocatori in un modo, sempre secondo Cerny, analogo a quanto la tecnologia VR fa per l’aspetto visivo.
A proposito del VR, viene promessa la totale compatibilità della periferica PlayStation VR con la nuova console, benché non sia stato possibile avere ulteriori dettagli riguardo a quanto Sony sia intenzionata investire su questa tecnologia nel corso della prossima generazione.
Oltre alla periferica VR anche i giochi dell’attuale PlayStation 4 saranno compatibili con la nuova macchina, confermando la somiglianza tra le due architetture.
Ma se le nuove CPU e GPU certamente garantiscono il supporto a nuovi sorprendenti livelli visivi e sonori, tanto che la console promette un supporto a risoluzioni fino agli 8k, ma il vero fiore all’occhiello della console, che secondo Cerny sarà la vera chiave per la prossima generazione, è il suo dispositivo di archiviazione.
La progressiva crescita di dettaglio tecnico, complessità di elaborazione e dimensione dei giochi hanno, infatti, portato con sé un notevole prolungamento dei tempi di caricamento, che spesso richiedono numerosi stratagemmi per essere coperti ma che, in ogni caso, hanno un impatto sull’esperienza di gioco: il cambio di un’area, il viaggio rapido, l’apertura di una porta o l’utilizzo di un banale ascensore possono richiedere anche interi minuti, un problema a cui Cerny propone una soluzione attraverso uno specializzato disco a stato solido.
Come esempio degli immediati benefici dell’utilizzo di questo SSD, Cerny ha mostrato una sequenza di Marvel Spider-Man, uscito nel 2018, comparandone le prestazioni su PS4 pro con quelle di un devkit predisposto per la presentazione: l’uso della funzione di viaggio rapido richiede, sull’attuale console, 15 secondi di caricamento prima di restituire il controllo dell’arrampicamuri al giocatore mentre la medesima sequenza, grazie al nuovo SSD, ne richiede solo 0,8.
Altre conseguenze dell’utilizzo di questa periferica sono una maggiore rapidità di rendering dei mondi di gioco, e con essa la velocità con cui un personaggio può spostarsi attraverso di essi, e quella a cui una telecamera è in grado di operare senza impatti sui dettagli delle ambientazioni circostanti.
Non sono stati forniti ulteriori dettagli specifici riguardo a questo SSD, ma Cerny sembra indicare che il dispositivo sarà d’avanguardia per far sì che il miglioramento delle prestazioni ed i benefici siano quantitativamente maggiori.
La presentazione è stata focalizzata completamente sull’hardware, quindi non è stato possibile ottenere dettagli su funzioni e servizi offerti, così come su giochi o sul prezzo del dispositivo.
Sappiamo tuttavia che la console supporterà ancora le copie fisiche dei giochi e che la transizione tra le due generazioni, come di consueto, sarà graduale e vedrà il rilascio di giochi nuovi sia sulla nuova console sia su PS4.
Per il momento non ci è dato sapere quando avremo ulteriori informazioni, vista l’assenza di Sony dal prossimo E3, e l’imprevedibile evoluzione del gaming, con la sempre maggiore diffusione dei servizi di Cloud Gaming e della possibilità di usufruire dei propri giochi preferiti da qualsiasi piattaforma elettronica, come proposto dalla recente presentazione di Google Stadia, lascia aperte molte domande su come Sony deciderà di rispondere a queste nuove tecnologie.
Se da un lato la prossima PlayStation promette molto in ambito tecnico, poco si è discusso delle intenzioni di Sony in campo giochi né della recente politica di filtro contenuti adottata dalla compagnia e di come esse inficeranno sul futuro di PlayStation: la speranza è che questa next-gen non comporti solo giochi più grandi ed esteticamente sempre più dettagliati e tecnicamente impressionanti, ma che le innovazioni in campo tecnico contribuiscano anche e soprattutto alla produzione di titoli più funzionali e con una production value di alto livello più accessibile che permetta di investire risorse nell’applicazione di idee rivoluzionarie e nel raggiungimento di nuovi standard qualitativi in materia di game design.
Il Ray Tracing sicuramente permetterà ai giocatori di godere i dettagli visivi senza precedenti, ma come accennato da Cerny stesso porta benefici anche in campo di sviluppo: come questi benefici verranno adeguatamente sfruttati dagli sviluppatori è ovviamente loro responsabilità, tuttavia sarebbe stato più rassicurante avere qualche accenno su come gli studi first party Sony intendono sfruttare tutti i benefici.
Allo stesso modo l’impiego di un SSD, con tutti i benefici che ne possono derivare, apre molte possibilità al di là della diretta rapidità di caricamento (una fra tutti un ritorno più frequente al couch play cooperativo, accennato ad esempio da Google durante la presentazione di Stadia), ma sarebbe stato interessante capire come si intende superare i limiti della tecnologia SSD per quanto riguarda il deterioramento causato da una frequente scrittura dati, accorciandone notevolmente il ciclo vitale rispetto ad un disco rigido.
Di certo è solo una questione di tempo prima che ci vengano fornite ulteriori informazioni sia sulla futura PlayStation sia sulle intenzioni della concorrenza per la propria lineup nella prossima generazione e, ovviamente, su tutti i servizi e le opzioni a disposizione dei giocatori: giugno non è molto lontano ed è molto probabile che l’E3 2019 verterà parecchio sulla prossima generazione e su come questa influenzerà il futuro dei videogame.
Nel frattempo possiamo solo speculare sulla base delle premesse fino ad ora a nostra disposizione, avendo come unica certezza un’ulteriore evoluzione di effetti visivi, dettagli e dimensioni nei nostri giochi.