Perché tornare al Retrogioco?
Il Giocare conosce infinite declinazioni, oggi proviamo ad esaminarne una che nell’ultimo periodo sta prendendo sempre più piede: il Retrogioco!
A tale proposito abbiamo avuto il piacere di intervistare I Bit-elloni. Ma chi sono mai questi fantomatici Bit-elloni di felliniana eco?
Per usare le loro parole: “Quattro eroici romagnoli (e un immigrato tosco-romagnolo) si sono prefissati l’obiettivo di riportare in auge i bei giochi elettronici di una volta anche nella terra delle disco e della piadina. Blog, Club, podcasting e tanto altro. Seguite i Bit-elloni ed uscitene come sotto anfetamina… ma senza gli effetti collaterali.”
Conosciamoli un po’ meglio a partire dai loro soprannomi (sì, soprannomi, perché l’anonimato è il loro marchio di fabbrica!) che già ci possono dare un’idea di come affrontano il Retrogaming. Sentiamo i loro two cent!
Da cosa è nata questa passione per il retrogioco? Quale è stato il momento scatenante?
Starfox Mulder: “Ricordo che stavo giocando ad una cosa noiosissima su l’Xbox 360 quando mi son detto ‘Magari è meglio se riattacco lo SNES (Super Nintendo Entertainment System, NdR) piuttosto’. Quindi l’ho fatto e mi son divertito molto di più. Da lì mi è venuta voglia di recuperare tutti i titoli che mi ero perso per SNES poi di provare il SEGA Mega Drive. Poi di provare i titoli più significativi per Mega Drive, poi quelli meno significativi, poi… ecc…”
Magnum Cd-I: “La passione per il retrogioco è nata da limiti tecnologici casalinghi, in quanto abbiamo avuto lo stesso computer (un Pentium 120) dal 1996 in poi, e questo ha limitato per molto tempo i giochi che potevo recuperare. Andando sempre più indietro nel tempo, ho finito per appassionarmi a titoli sempre più particolari, fino a cercare grandi classici e perle nascoste. Piano piano, poi, è iniziata anche la curiosità per il mondo delle console e da allora è stata la fine.”
Winona Raiden: “Nella mia carriera da videogiocatrice potrei individuare due momenti topici. Il primo si colloca direttamente nell’infanzia, quando assieme a mio fratello, più grande di 8 anni, giocavo alle sue console come Atari, Sega, Amiga. Si può quindi dire che i videogiochi (che all’epoca non erano ancora retro) hanno costituito una parte fondamentale della mia idea di intrattenimento per bambini. Forse è anche per questa associazione (sbagliata) che crescendo li ho messi da parte, riprendendoli solo nella tarda adolescenza grazie alla “roba” che sempre mio fratello, nostalgico, emulava sul PC. Ciò che però mi ha fatto diventare una giocatrice attiva, che va da sola alla ricerca di scoperte e riscoperte, è stato ricevere in regalo dal mio ragazzo una copia di Resident Evil 3. A quel punto era passato qualche altro anno ma da lì non ho più abbandonato i videogames!”
Bionic Cummenda: “Siamo alla fine del ventesimo secolo, il mondo videoludico è sconvolto dallo spettro dell’apocalisse next-gen. La Sony sta per divorarsi tutto il multiverso del gaming, quando qualcuno ha un’idea tanto criminale quanto rivoluzionaria, piratare la Playstation senza pietà. Questa svolta sul filo del gabbio ha fatto sì che molti videogiocatori delusi scoprissero che era pure possibile emulare tutti i retrogiochi che non si erano potuti comprare durante l’infanzia, o che avevano dovuto vendere per comprare a scatola chiusa qualche altro titolo ingiocabile. Ricordo ancora le cinquemila lire da elemosina barattate in cambio di Time Lord, miracoli della svalutazione del vecchio conio.”
Quanto è complesso recuperare materiale per retrogiocare?
Winona Raiden: “Più che complesso richiede tanta dedizione. Ci sono numerosi gruppi, anche su Facebook, di appassionati che vendono, comprano e scambiano, ma è necessario seguirli con attenzione e costanza, soprattutto perché le offerte migliori vengono colte in un batter d’occhio. Per un approccio più disimpegnato, ci si può divertire facendo giri nelle varie fiere dell’elettronica o a tema nerd. Aggiungo che ormai tanti giochi hanno perso il copyright per cui sono reperibili su Internet senza infrangere alcuna legge. Dciamo che più ci si vuole avvicinare all’esperienza di gioco originale, più l’asticella della sfida alla reperibilità si alza.”
Quali sono le console a cui siete più legati? Che succede quando si fondono? Le riparate o ne cercate di nuove?
Magnum CD-I: “Personalmente sono molto legato ai SEGA Saturn e Dreamcast, e alla prima Xbox, senza contare sistemi particolari come PANASONIC 3DO, ATARI Jaguar, GCE Vectrex e PHILIPS CD-i. Quando si fondono cerco sempre di riparare (ovviamente facendomi aiutare da esperti), anche perché alcune delle console menzionate sopra iniziano ad essere difficili da reperire a prezzo umano.”
La qualità dei vecchi giochi, soprattutto per quanto riguarda la difficoltà, è paragonabile agli attuali mostri sacri di cui sento tanto parlare? (tipo Dark Souls)
Starfox Mulder: “Ieri si puntava tutto sulla giocabilità e spesso un nuovo titolo aveva aspetti pionieristici. C’è tanta qualità anche oggi, ma quasi si è smesso del tutto di osare, fatta eccezione per alcuni titoli indie. Sui videogames è successo esattamente quel che è accaduto nei film hollywoodiani: stessa formula ripetuta all’infinito. Trent’anni fa la più grande casa di videogames del mondo era capace di puntare su una mosca spaziale come protagonista (Yar’s Revenge) e vendere a più non posso. Oggi siamo al decimo seguito di Assasin’s Creed, e son tutti uguali. A parte ciò, la difficoltà dipende. Un gioco come Dark Souls non è affatto considerabile difficile se paragonato a titoli 8bit come quelli usciti per ZX Spectrum o NES, ma già coi 16bit la difficoltà era scesa per diventare più accessibile. Diciamo che per stupirsi di Dark Souls tocca essersi scordati cosa fosse giocare a Battletoads.”
La vostra utenza risponde bene alle vostre iniziative? Come è composta?
Bionic Cummenda: “Oltre alle nostra attività di divulgazione da Superquark, il nostro scopo principale è sempre stato quello di riscoprire il multiplayer offline, dove puoi umiliare il tuo avversario faccia a faccia possibilmente sorseggiando qualche cocktail da Prima Serata. Ci siamo riusciti grazie agli eventi che organizziamo mensilmente e alle graditissime ospitate nei club privè di tutta Italia. Per il futuro puntiamo a organizzare un torneo di Mario Kart proiettato direttamente sulle mura di un castello e a una proposta di legge per inserire il retrogaming nel patrimonio UNESCO. E ricordate: joystick, whisky…e sei in pole position!”
Conclusioni
Il mondo del retrogioco mi ha sempre affascinato, ma per la scarsità di tempo e spazio non sono mai riuscito a approfondirne appieno l’importanza. Ovviamente come gli stessi Bit-elloni hanno spiegato questo ha diverse sfaccettature. Conoscete altre realtà che dovrebbero essere conosciute per forza? Fate parte di una di queste realtà e volete parlare con noi delle vostre iniziative? Noi siamo lieti di poter raccogliere la vostra storia, quindi non esitate a far sentire la vostra voce!