Il terzo episodio della serie The Falcon and The Winter Soldier è differente dagli altri: se già con il secondo episodio potevo cominciare a vedere cose “da migliorare”, il terzo episodio si è dimostrato quasi completamente da ripensare. Peccato, dal momento che per ora la serie sembrava andare verso una direzione buona (ma non di mio gradimento).
Se vi siete persi gli episodi precedenti, cliccate qua! Attenzione: l’articolo che segue è ricco di spoiler.
Zemo, Sharon Carter e tanti altri
L’episodio si apre con Falcon e Winter Soldier che si recano a far visita a Zemo (Daniel Bruhl), rinchiuso in una prigione a Monaco. Nonostante i suoi precedenti, Zemo è difatti l’unico a sapere come trovare i sieri dei supersoldati (almeno alla lontana). Con l’aiuto esterno Zemo riesce a fuggire dalla prigione, i tre si dirigono verso Madripoor. La città criminale sembra essere gestita da una criminale particolarmente conosciuta, Selby (Imelda Corcoran), e i tre vi si introducono sotto mentite spoglie.
Giunti da Selby riescono ad ottenere solo alcune informazioni prima che Sarah, sorella di Sam, mandi a monte il piano. La rocambolesca fuga è interrotta dall’arrivo di Sharon Carter, agente rinnegato dello Shield (dopo aver rubato lo scudo di Cap). La Carter conduce i tre al siero, di cui si conosce quantità e dosi; lo scienziato fondatore, però, viene ucciso da Zemo (fedele alle sue intenzioni).
I quattro fuggono per dirigersi verso Riga, luogo che dovrebbe avvicinarsi ai Flag Smasher e a Karli Morghenthau. Quest’ultima sembra aver iniziato un percorso decisamente oscuro rispetto all’idea originale dei Flag Smasher e, mentre i quattro si avvicinano alla safe-house di Zemo, Bucky intercetta Ayo, guardia del Wakanda. Viene per Zemo, ovviamente, e deve catturarlo o ucciderlo.
Un Civil War di 50 minuti
Ok, volendo parlare solo di elementi tecnici, questo episodio è grandioso; tantissimi cambi di ambientazione. Monaco, Riga, Madripoor. Tutte città decisamente caratteristiche e piacevoli, oltre a cambi ambientazione curati e piacevoli (il volo in jet, la parentesi di Riga e l’arrivo a Madripoor). The Falcon and The Winter Soldier si rivela oltretutto essere un ottima serie action, nonostante le acrobazie e tutto il resto mal si sposano con la dinamicità di molte azioni.
The Falcon and The Winter Soldier, per ora, tratta di due supereroi con problemi “super” in un mondo molto realistico, al contrario di Wandavision, con eroi dai problemi reali in un mondo fantastico. Il distacco tra le due serie si fa sempre più evidente, a tal punto che forse un’avvicinamento non è nemmeno più possibile.
Il problema, però, sta nella quantità di presenza scenica di ogni attore, suddivisa per il minutaggio. In un effetto molto simile a quello di Civil War, infatti, ogni attore sembra faticare nel rimanere dentro i suoi confini, sforando quasi negli spazi attigui e rendendo la scena molto meno “speciale” di quanto avrei voluto. Con Zemo, Sam, Bucky, Sharon e infino Ayo temo che la situazione diventerà davvero enorme. Senza contare Karli e John, dal minutaggio risicato ma parte della storia, che dovranno per forza di cose subentrare.
L’idea, guardando il terzo episodio, è proprio stata quella che, in un modo un po’ strano, Spellman abbia voluto esagerare. Vedremo come andrà il prossimo episodio.