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Sigmund Minisodes: Recensione

Attenzione. A differenza delle precedenti recensioni relative alla saga, la seguente contiene spoiler dei titoli “To the Moon” e “Finding Paradise”, oltre al contenuto dei Minisodes stessi. Parte della recensione è costituita inoltre da teorie e speculazioni circa il nuovo sequel annunciato, “Impostor Factory”. Leggete a vostra discrezione! Si consiglia di giocare i Minisode prima di addentrarsi in questa recensione.

Sigmund Minisode 1

Durante le vacanze natalizie del 2013, dopo l’uscita di To The Moon ma ben prima del rilascio di Finding Paradise, Freebird Games (come suona ironico ora il loro nome) si fa viva dopo un lungo silenzio. Rende disponibile su Steam un DLC definito “Special”, una sorta di missing moments, ambientato tra le mura della Sigmund Corporation. Lo chiama, semplicemente “Sigmund minisode 1”

È tutto deliziosamente divertente. È Natale, in azienda c’è un piccolo rinfresco, tutti sono allegri. Tutti o quasi, perché appena fuori dalle porte della Sigmund infuria una protesta. Una folla, armata di cartelli e pomodori, fa volare insulti e accuse verso i dipendenti, ormai rassegnati. La ripresa del tema dell’eticità del lavoro dell’azienda è evidente ma implicita, e cruccia i nostri beniamini.
Ma torniamo dentro. Neil sembra di buonumore, tutto scherzi e battutine. Sta lavorando a qualcosa, ma non ha ancora finito: chiede a Eva di andare a prendergli un drink, poi avrà qualcosa da mostrarle. Eva sbuffa, ma da quella zolletta di zucchero che è, esegue. Prima passa rapidamente dal proprio ufficio, però, e nota il suo diario aperto sul tavolo: poffarbacco, meglio metterlo via, pensa. Se ne va, lasciando la porta aperta (…).
Chiacchiere e dialoghi (almeno apparentemente) inutili alla festa, finchè Eva non può tornare di sopra. Neil, orgogliosissimo, le mostra il suo regalo di Natale appena ultimato: un videogioco!

“This is plainly disrespectful”, commenta Eva, decisamente not impressed. “Oh dai, mi sono impegnato tanto! Siediti e gioca!”, replica Neil sornione.
Così, Eva si siede e gioca. Intanto, Neil si allontana.
(Il giochino è bellissimo, ma non ve lo spoilero).
Quando Neil torna (?), Eva ha piantato il gioco a metà e se ne è andata. La porta del suo ufficio è chiusa.
Neil la cerca nel proprio ufficio, non la trova, ed esce di nuovo. La porta dell’ufficio di Eva è ora aperta, e lei non è lì. Si trova in un altro piano dell’edificio, e guarda dalla finestra la protesta ancora in corso.
Quando Neil la trova, è rattristata e stanca. “Quando ho cominciato questo lavoro”, ammette, “pensavo sarebbe stato rispettabile. Sai, soddisfare un ultimo desiderio…” sospira. “Però… Chi ci ringrazia sono i morti, e chi ci supporta è in fin di vita”. Fa una pausa. “Pensi che loro abbiano ragione, Neil?
Neil prende tempo e risponde. “So che sembrano tanti”, comincia. “Ma ci sono tante persone anche dalla nostra. È solo che chi è contento, di solito, fa meno rumore”. Si allontana dalla finestra, e continua. “Non dobbiamo dimenticare ogni paziente che abbiamo aiutato. Dobbiamo ricordare quanto duramente abbiamo tentato, e pensare a tutti coloro che se ne sono andati con un sorriso invece che con rammarico grazie al nostro lavoro. A volte… Tutto quello che serve per far sì che ne valga la pena è quel breve momento di gioia condivisa.
Il breve istante emotivo passa, e i due riprendono ad essere awkward e comici come al solito. Vengono chiamati da un paziente.
Dopo appena mezz’ora di gioco, il minisode finisce.

Sigmund Minisode 2

Ecco, allora, qui cominciano i guai.
Ad un anno dall’uscita del primo minisode, un secondo DLC viene rilasciato su Steam, ad inizio 2015.
Ne riporto qui i momenti salienti e gli estratti fondamentali per arrivare al punto di questa recensione: avviso in anticipo che non tutto viene raccontato nei minimi dettagli, altrimenti non basterebbero ore.
Consiglio caldamente a tutti gli interessati di giocarlo: dice più questo minisode della trama della saga che tutti gli altri giochi messi insieme.

Di nuovo, è Natale! Nevica, c’è la festa, e una nuova feroce protesta incupisce gli animi della Sigmund. Per quanto il tempo passi, sembra che le discussioni circa l’etica del lavoro dei nostri dottori non si siano placate.
Eva sta per andare a casa della sorella per festeggiare, e girovaga per l’azienda. “Eva, scusa, non è che chiameresti tu l’ascensore?” chiede divertito un collega. “Quando lo chiami tu, si apre immediatamente!
Ma che simpatico burlone, pensa Eva.
Ehi, guarda un po’ il caso, in effetti si è aperto subito. Curioso.
La dottoressa passa dal suo ufficio, e di nuovo scopre di aver lasciato il diario aperto sul tavolo. E dai, Eva, tontolona!, si dice lei, prima di metterlo via.
Che ci volete fare, è troppo presa a preoccuparsi per Neil, che si rifiuta di andare a casa a festeggiare il Natale e vorrebbe continuare a lavorare ad un suo progetto. Inoltre, quel mattacchione continua a chiamare qualcuno, aspetta che quel qualcuno risponda, e poi… mette giù.
Neil, se ti fa piacere… Puoi venire con me a casa di mia sorella”, propone Eva, un po’ timida, per cercare di distrarlo.
No, grazie, non mi piace festeggiare”, risponde Neil, simpatico come l’acqua nella manica del pigiama.

Dopo poco, Eva prende le sue cose e se ne va. Il suo diario, senza che nessuno lo abbia toccato, è di nuovo aperto sul tavolo (…).
In macchina, chiama la sorella. “Sto arrivando. Il mio collega ha detto che non viene”, spiega.
“Mi mangio il cappello se lasciamo un tuo collega da solo in ufficio a Natale!”, protesta la voce all’altro capo del telefono. “Vai dentro a dirglielo!”
Ma Eva non la sente. Inchioda con la macchina e fissa, impietrita, qualcosa oltre il parabrezza.
Per strada, davanti alla vettura, c’è un’altra Eva. Le due si guardano, senza dire nulla, e la Eva che stava attraversando la strada lentamente scompare nel nulla.

Neil rientra nel suo ufficio, finalmente solo. Sposta dei mobili, e rivela un nascondiglio incassato nel muro. Estrae con cura un nuovo macchinario per la modifica dei ricordi, simile a quello della Sigmund, e si posa il casco sulla testa. Siede al computer e comincia a lavorare.
È evidente che si tratti di un ennesimo tentativo di far funzionare qualcosa. Per la prima volta, forse, il procedimento (che non ci è dato vedere) sta funzionando. Neil è entusiasta, evviva, quasi festeggia, quando… La corrente elettrica salta. Black-out.
Seguono bestemmie in pieno stile Neil.
Ma in effetti, lo sapevamo già che i macchinari a volte fanno saltare la corrente… Forse.
Neil va di sotto a controllare il generatore, nell’azienda già deserta. All’ingresso, una fila di impronte innevate segnalano che qualcuno è da poco rientrato nell’edificio.

La corrente non è saltata da sola, qualcuno l’ha interrotta. Chi?
“Dipendente Neil Watts, numero bla bla.”, rivela il generatore.
La sorpresa è interrotta da dei rumori. Sta arrivando qualcuno.
Neil, il nostro ninja preferito, si arma di scopa e risale le scale. In silenzio, individua l’intruso e gli tira la scopa sulla testa.
“Electricity restored”, annuncia l’altoparlante.
L’intruso ovviamente è Eva, tornata indietro per invitare nuovamente Neil, e che in cambio ha ricevuto un headshot che nemmeno Call of Duty.


Eva, adesso con un trauma cranico da piegarsi dal ridere, non può più guidare: la sorella e famigliola la raggiungono, e dopo le consuete sgridate e i rimbrotti, tutti festeggiano il Natale.

Titoli di coda.
Un flash.
Eva, in quella che sembra camera sua, seduta ad un tavolo. In testa, ha il casco che poco fa abbiamo visto in testa a Neil. Non c’è ombra di dubbio, lo sta usando.

Teorie

A questo punto sono solo speculazioni, ma possiamo affermare senza troppi dubbi che ci troviamo nei ricordi di qualcuno. La domanda è… da quando?
La teoria più comune è che ci troviamo nei ricordi di Neil, e che il nostro beniamino stia morendo.
Potrebbe essere un po’ improvviso, ma pensateci, molti elementi supportano la tesi. Neil non sta bene: lo vediamo già in “To the Moon”, quando per la prima volta assume dei farmaci (antidolorifici?). Se non li prende, un flash rosso interrompe la sua visione. Dolore, forse, o addirittura crisi di astinenza. Non ci sentiamo di escludere niente. E quando, sempre in “To the Moon”, Neil fa la scenetta di mettersi a lottare contro lo scoiattolo, la sua barra degli HP è già mezza andata.
Alla luce di questo, suona tremendamente triste il fatto che abbia registrato le voci della festa di Natale con Eva in minisode 2. Davvero.

Risultati immagini per to the moon neil watts fight

Non dimentichiamo inoltre, anche se non è strettamente correlato, che Neil sia palesemente con le mani in pasta in qualcosa di losco: sin da “To the Moon”, ma più evidentemente nei minisodes, ed esplicitamente in “Finding Paradise”, vediamo che lavora fino a tardi, che nasconde cose nel suo ufficio, che (probabilmente) stia lavorando a delle modifiche al macchinario standard della Sigmund Corp. E che dire del fatto che abbia “salvato” nel database l’avatar di Faye? A cosa gli serve? Ci sono tantissimi piccoli elementi che non tornano, in tutti i giochi.
Non può essere qualcosa di “cattivo” in senso stretto, o le reazioni dei suoi colleghi dopo che l’hanno scoperto, in “Finding Paradise”, sarebbero state ben più aspre. Certo non avrebbero deciso di aiutarlo, in quale che sia il suo progetto misterioso.
Possiamo dire con altrettanta sicurezza che coinvolga una Eva al momento inconsapevole. Cercando tutti i segnali, è chiaro che Neil la stia “spiando”, e che già nel corso del primo minisode la stesse tenendo impegnata facendola giocare al videogioco. Nel secondo invece il coinvolgimento di Eva viene mostrato senza possibilità di errore: per qualche strano motivo, sta usando il macchinario nuovo, quello creato da Neil.

Personalmente credo che gli eventi dei giochi visti finora siano reali, ma è probabile che abbiamo sempre visto soltanto memorie. Ricordi dentro un ricordo. O questo, o il viaggio nei ricordi di uno dei nostri dottori non è ancora cominciato.
Quel drammatico flash di Eva che indossa il casco sarebbe per questa teoria uno breve sguardo al mondo reale, dove Eva usa il macchinario per osservare i ricordi di Neil oppure, anche se è meno probabile, ha la funzione di “paziente” lei stessa. Seguendo il filo del ragionamento, la Eva che vediamo attraversare la strada in minisode 2 sarebbe la Eva reale, mentre quella in macchina sarebbe il ricordo. Inseriamoci pure il caso fortuito delle porte dell’ascensore che si aprono sempre immediatamente per lei.
Allo stesso modo, il generatore di corrente elettrica che afferma che l’elettricità sia stata interrotta da Neil stesso (e dal suo ID) potrebbe indicare la presenza di un “vero” Neil, o il fatto che Eva abbia il suo documento.

Non mi sento di escludere nemmeno che entrambi svolgano, separatamente, il lavoro di “tecnico Sigmund” sull’altro, per scopi che possiamo solo teorizzare.
Forse Eva vuole solo esaudire l’ultimo desiderio di Neil in punto di morte. Neil sembra il tipo da avere parecchi rimpianti: perché non vuole sentire la sua famiglia? Perché li chiama e poi non parla?

Forse invece sta cercando di tornare indietro per impedirgli di fare il lavoro con il macchinario, e per questo ha interrotto l’energia elettrica. Difficile immaginare le sue motivazioni, visto che si tratta di modificare solo ricordi, e non il passato vero e proprio.

minisode

“Impostor Factory”

Il giorno 28 novembre 2019, un trailer viene dato al pubblico, ancora ignaro e beato.

Tralasciando la trollata iniziale, che personalmente mi ha fatto sfogliare il calendario alla ricerca di nuovi santi, la rapida carrellata di immagini è confusa e inquietante. Si vede di tutto, ma niente è chiaro.
C’è un matrimonio. Lo sposo sembra Neil. La sposa sembra Eva, ma solo in alcuni fotogrammi. C’è un gatto lunghissimo, morto sul pavimento, che impugna un coltello. Un ricordo modificato da un filtro? Comunque, creepy. C’è un altro Neil,  vestito in modo diverso e quasi certamente molto più giovane, ma Eva non c’è. Ci troviamo in una ricca magione, sicuramente. Con una gigantesca fontana (Faye?!) in giardino. Insomma, cosa diavolo sta succedendo? E poi, ha senso interrogarsi su queste cose, in considerazione del titolo del gioco?
E soprattutto.
Cosa diavolo vuol dire l’ordine dei titoli della saga che appare alla fine?
Perché “Impostor Factory” è numerato X, come se ci aspettasse altro prima?
E, per concludere… Cosa @*#!-§ vuol dire “End of 2020”?

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