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Pumpkin Jack: La recensione

Alcuni giocatori più attempati (e chiunque abbia giocato il recente remake) ricorderanno certamente MediEvil, serie action platform della prima PlayStation che ci metteva nei panni dell’involontario eroe Sir Daniel Fortesque, scheletro rianimato per poter affrontare le forze del male.
Sicuramente la serie era vivida nelle memorie di Nicolas Meyssonnier che, con una visione ben definita di cosa volesse realizzare, decide di portare individualmente sulle nostre piattaforme un gioco che ne ricalca lo stile e le atmosfere (benché, c’è da dirlo, abbiano evitato di realizzarne una semplice copia).
Prepariamoci quindi a vestire i panni spettrali del furfante più inaffidabile dell’umanità nella contenuta ma gradevole avventura di Pumpkin Jack.

Cattivo a convenienza

Cartoonesco, a tema Halloween e pieno di spirito e umorismo, Pumpkin Jack rovescia le aspettative mettendoci nei panni dei “cattivi”, piuttosto che dell’eroe: annoiato dalla tranquillità e idilliaca sicurezza del regno di Arc En Ciel, infatti, il Diavolo decide di maledire le sue terre con una notte eterna in cui mostri senz’anima, cervello né cuore prendono vita tormentando e alimentando la paura e la disperazione dei residenti.
In tutta risposta, il Re di Arc En Ciel nomina un proprio campione, un potente mago, perché egli possa spezzare la maledizione, scuotendo il Diavolo dalla sua noia e spingendolo a vedere l’atto come una sfida diretta.
Così il Diavolo sceglie il furfante Jack, imbroglione di prim’ordine, come proprio campione con lo scopo preciso di eliminare il mago di Arc En Ciel, compito che le creature maledette al servizio del Diavolo sono troppo stupide per portare a termine.
E proprio per questa loro stupidità Jack, nell’adempiere ai suoi termini di contratto, se li ritroverà come ostacolo diretto della sua avventura, accompagnata unicamente da un gufo al servizio del grande capo e da un codardo corvo trovato lungo il cammino, utile supporto aereo.
Una storia quindi non particolarmente profonda, ma che serve come pretesto per attraversare il colorato ed eccellentemente personalizzato regno di Arc En Ciel, attraversando ogni sorta di ambiente in una serie di livelli connotati da una certa linearità (alcuni collezionabili nascosti sono sparsi per i livelli e permetteranno di sbloccare delle skin per Jack) che alternano platforming, occasionali combattimenti e puzzle solving e mini-giochi calibrati in giusta misura per non rendere l’esperienza monotona e ripetitiva.

Pumpkin Jack - Recensione di un platform dal grande potenziale

Testa di zucca

Il combattimento di Pumpkin Jack è piuttosto semplice, assegnando un tasto di attacco e uno di schivata, tuttavia Jack può disporre di diverse armi oltre alla pala inizialmente ritrovata sul campo: ogni boss affrontato infatti lascerà dietro di sé un pizzico della sua essenza, che in termini pratici viene concretizzata con nuove armi di vario genere. Nulla di trascendentale, in ogni caso, per quanto sicuramente un buon modo per spezzare la monotonia e rendere più varia l’esperienza di gioco senza avere elementi particolarmente punitivi. A punire, infatti, ci penserà il platforming del gioco, vero fulcro dell’esperienza: nel corso della sua avventura Jack si ritroverà a correre, saltare, eliminare ostacoli dalla distanza spesso con qualche pericolo alle costole e, occasionalmente, aggirare ostacoli apparentemente insuperabili lasciando che la sua testa spettrale, una zucca opportunamente incisa, agisca senza il resto del corpo per raggiungere luoghi altrimenti impossibili.

Ciò che eleva l’esperienza di Pumpkin Jack è quindi la sua varietà, fatta di situazioni non raramente bizzarre che aprono a svariati tipi di gameplay ripetendosi molto poco nel corso dell’avventura. La deliziosa presentazione, che centra completamente il tema Halloween a cui vuole mirare, si sposa perfettamente con l’accompagnamento musicale che comunica eccellentemente tanto l’estetica quanto i toni generali del gioco, proponendo brani dal tono nostalgico nonostante sia una colonna sonora completamente autonoma.
Un titolo di debutto (soprattutto considerando il singolo sviluppatore) di tutto rispetto, quindi, che riesce ad essere familiare senza essere un clone e che riesce ad essere completo nonostante la manciata di ore di durata, rappresentando un pacchetto affascinante e piacevole tanto per la sua estetica quanto per la sua semplicità.

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