“Persona 4 Golden” è l’edizione definitiva del videogioco “Shin Megami Tensei: Persona 4”, recentemente pubblicata sulla piattaforma Steam dopo un lungo passato nell’oblio della Playstation Vita. Il titolo è stato sviluppato e pubblicato da Atlus nella sua versione base nel 2008 e nella versione Golden nel 2012. Dopo aver parlato di “Persona 5 Royal“, è necessario parlare di quello che è, senza ombra di dubbio, il miglior titolo Persona attualmente uscito.
Sinossi
Nella tranquilla cittadina di campagna di Inaba giunge il protagonista della nostra storia, Yu Narukami, costretto ad andare a vivere dallo zio Dojima perché i genitori sono partiti per un lungo viaggio di lavoro. Lo stesso giorno dell’arrivo del nostro Main Character, una serie di insoliti e inspiegabili omicidi comincia ad affliggere la tranquillità di Inaba. Quando Yu si ritrova, per puro incidente, ad attraversare un televisore… scoprirà il Metaverso.
Narukami si renderà dunque protagonista involontario della storia, cercando di salvare vite e condurre una vita scolastica e sociale soddisfacente. Il tipico adolescente giapponese… no?
Gameplay
Sconvolgerà i più sapere che la formula adattata da Persona 4, già nel 2008, sia la stessa di Persona 5 con cambiamenti davvero minimi: Yu Narukami ha un anno di tempo, giorno dopo giorno, per scoprire la verità sui misteriosi omicidi, salvare di volta in volta le persone rapite dal serial killer e vivere la sua vita, innamorarsi e portare avanti tutti i Social Link.
Per quanto riguarda il Metaverso, muoversi in quelli che in Persona 5 verranno definiti “Palazzi” ci porterà in dungeon procedurali nei quali ci scontreremo in combattimenti a turni, dove statistiche e strategia la faranno da padroni.
I temi
È impossibile parlare di un titolo Persona senza parlare di temi sociali, perché il Metaverso, chiamato Tartarus in Persona 3 o Midnight Channel in Persona 4, è creato e influenzato dall’inconscio collettivo della società giapponese. Possiamo dunque dire che uno dei veri nemici di tutta la saga sia il desiderio distorto dell’umanità, qualunque esso sia.
In Persona 4 Golden, in particolare, viene proposto un tema comprensibile al pubblico più ampio possibile: affrontare il proprio lato oscuro. Le Shadow che i protagonisti devono affrontare non sono altro che loro stessi, o meglio una parte di loro, soffocata e repressa perché ritenuta controproducente. Come qualunque persona con un minimo di studi in psicologia vi potrà dire, mettere insicurezze, rabbia, desideri ritenuti “strani” sotto il tappeto non servirà assolutamente ad affrontarli in maniera efficiente ma solo a rafforzarli.
Per ciascuno dei Social Link di Yu verrà poi affrontato un tema diverso, consentendo al protagonista di portare, tramite l’ascolto e un po’ di supporto, degli autentici cambiamenti nella vita dei suoi amici.
La critica alla società giapponese
Poiché tutti i giochi sono ambientati in Giappone, non può certamente mancare la critica alla nazione stessa e alle sue tante ipocrisie. Si parlerà del ruolo delle donne nella polizia, di chi ha un “nome” da portare avanti, degli eccessivi turni di lavoro degli adulti che spesso devono lasciare a casa soli i figli, ma anche dell’incapacità degli adulti di lottare per un reale ma doloroso cambiamento, preferendo la bugia della vita comune fatta di routine.
I diversi finali
A differenza di Persona 5, Persona 4 contiene molti più finali ed è molto facile incappare sia nei vari bad ending che perdere l’opportunità per il best ending (o Golden ending nell’ultima versione). Questo spinge il giocatore a stare molto più attento, laddove in Persona 5 bastava non scegliere di fare un patto col demonio (esagerazione per non fare spoiler) dalle chiare conseguenze, in Persona 4 bisogna effettivamente agire in linea con i temi del gioco e, cosa più importante, effettivamente risolvere il caso.
Il contenuto aggiuntivo relativo al nuovo personaggio introdotto, Marie, è molto più organico e più omogeneo al contenuto originale, portando a una giusta integrazione nella storia che non è stata possibile in Royal.