“Nata in battaglia” marca l’inizio della miniserie in tre atti che racconterà la drammatica resa dei conti tra i seguaci della Signora delle Lacrime di Sangue e Ian e le “Spade di Giustizia” guidate dall’imperatore Nahim.
Questi tre numeri, in stretta continuity, segnano inoltre la “fine” della lunga cavalcata che è stata la saga di “Dragonero il Ribelle” edito dalla Sergio Bonelli Editore.
Prima di continuare chiedo scusa a chi ci segue per questa mia prolungata assenza. Infatti, non solo gli ultimi momenti della Ribellione sono quelli più delicati, vuoi anche per chiudere quante più trame possibile, ma anche soprattutto, e purtroppo, la vita di tutti i giorni lo è…
Come al solito, chi fosse interessato alla storia finora della saga di “Dragonero il Ribelle” può trovarla in questo articolo riepilogativo.
Vai con l’intro!
“…
Battle Born, The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Volume 2, 2013, Five Finger Death Punch
Once upon a time there was a part of me I shared
Years before they took away the part of me that cared
…
I’m battle born
…”
Nata in battaglia
Dopo aver arginato l’invasione dei non morti di Saul Jeranas, le Spade di Giustizia riprendono la lotta per la libertà dell’Erondár contro Leario. La minaccia degli abominii è ancora lontana dall’essere stata sventata, così come è ancora feroce il desiderio di vendetta da parte di Roney per la morte dell’amata Sofia. Dragonero è però completamente dedicato a Elara, la figlia che Briana sta per dargli: è in lei che sono poste le speranze per un futuro di pace nell’Erondár…
Analisi dell’episodio
Ci troviamo davanti ad uno dei capitoli più importanti della saga di “Dragonero il Ribelle”, addirittura di tutta la storia del personaggio se posso sbilanciarmi, e non ho alcun problema nell’affermarlo!
Stefano Vietti ha dimostrato, ancora una volta come se ci fosse bisogno, di essere un fine sceneggiatore. Abbiamo più volte ribadito che i due creatori di Dragonero sono tessitori dalla magistrale capacità. Sono stati in grado di architettare una storia fin nei più piccoli particolari, che vive e si sviluppa tra gli spazi bianchi tra le tavole e tra un albo e un altro. Piccole e grandi storie, ognuna contraddistinta dal suo carico di emozioni, che vanno a comporre la più ampia saga di Dragonero e che ha in “Nata in battaglia”, forse, uno dei suoi apici. Veramente complimenti!
Analizzare un episodio così denso, non è affatto facile, soprattutto nel cercare di evitare spoiler. È vero che ormai l’albo è uscito ad agosto, ma non si può mai sapere quali siano i tempi di lettura di ognuno.
Stringiamo tra le mani sì una storia di speranza, del resto in Elara è depositata la promessa di un Erondár futuro in pace, ma prima di giungere a questo siamo costretti ad attraversare una serie di addii a cui, forse, non eravamo preparati (anche se le avvisaglie c’erano tutte!).
Ma la disperazione e la speranza non sono le uniche due emozioni che si danno battaglia in questo numero. Scendiamo così negli abissi delle vendette, del tradimento, ma siamo anche testimoni di amicizia, sacrificio, partecipazione:
Un indicibile dolore.
Un gelo lungo la schiena.
La condivisone di un respiro spezzato.
Il sangue fermarsi nelle vene.
Le forze venire meno senza speranza.
Dopo sentirono un urlo. Un urlo nuovo che non avevano mai sentito prima.”
In apertura
Luca Barbieri, nell’editoriale Cronache della Ribellione, ripercorre le numerose persone che Ian e Myrva hanno incontrato durante la loro missione ne “I giorni dell’odio” (“Dragonero il Ribelle” n. 33, luglio 2022).
Drev il loro fratello maggiore, morto e trasformatosi in un ritornante. Ian incontra il suo antenato Aarno Voltoferoce, forgiatore della spada Saevasectha, Tagliatrice Crudele. Dragonero poi modo di rivedere il suo vecchio comandante quando militava tra e fila della compagnia mercenaria dei Senzanima: Greevo. Fa di nuovo capolino il ghoul Rhooga, villain carismatico e di vecchia data, questo incontro non preannuncia niente di buono, c’è da esserne sicuri!
Di forte impatto emotivo è la bambina senza nome, intravista ne “Il paese del non ritorno” (“Dragonero” n. 59, aprile 2018), che viene travolta dalla violenza espressione dell’odio imperante nell’Erondár a causa della piaga dei non morti.
Un dolore forte, come quello che attraverserà l’intero albo “Nata in battaglia”.
Disegni & lettering
La copertina è già latrice dell’immanente senso di disperazione e speranza dell’episodio. L’affiatata coppia Gianluca Pagliarani (disegni) e Paolo Francescutto (colori) supera ancora una volta se stessa omaggiando Schindler’s List (Steven Spielberg, 1993) con una composizione in scala di grigi rotta dal panno rosso in cui è avvolta Elara. Ian si staglia, spada alla mano e con l’altra che sorregge e protegge la figlia, sopra una montagna di feticci imperiali. Su tutti cade una pioggia battente che riga il volto, già rigato e distrutto, di Ian…
Un albo come questo non poteva che essere affidato ai disegni di Gianluigi Gregorini che è riuscito magistralmente a trasporre visivamente la splendida e straziante sceneggiatura di Stefano Vietti.
Al lettering ritroviamo Marina Sanfelice.
Nei prossimi giorni vedrò di recuperare il tempo perduto. Approfondiremo quindi “Alla conquista di un Impero” (“Dragonero il Ribelle” n. 35, settembre 2022) atto secondo della liberazione dell’Erondár.
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár