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Lupin: La nuova opera Netflix

“Lupin: Dans l’ombre d’Arsène” è la prima parte, composta di cinque episodi, della nuova serie che porta il nome del celebre ladro gentiluomo. Si tratta di una produzione francese, più nello specifico della storica casa cinematografica Gaumont, pubblicata sulla piattaforma Netflix. Un nome così ardito, affiancato al volto del protagonista Omar Sy, può far storcere il naso ai più ma fin dal trailer risulta chiaro come la serie prenda solo ispirazione dai romanzi di Maurice Leblanc. Purtroppo, come vedremo, c’è troppo poco per poterla chiamare con coraggio “Lupin”.

Un primo episodio sfavillante

Il primo dei cinque episodi è senza ombra di dubbio il migliore, studiato a tavolino per mostrarci il colpo di scena “alla Lupin” con il protagonista che si allontana dalla scena con il suo premio. Quello che gli ignari spettatori non conoscono è che in realtà la trama sia già finita e che quello che aspetta loro nei successivi quattro episodi sono strascichi di quel primo colpo.

Assane Diop è un giovane proveniente dal Senegal ma cresciuto in Francia, che ha visto il povero padre incastrato per un crimine che non ha mai commesso. Cresciuto in una buona scuola con solo il libro di Lupin come ricordo del genitore, Assane si trasforma prima in un truffatore, poi in un ladro. Tutta la sua vita, compresi il matrimonio e il rapporto con il figlio, raggiungono il proprio culmine quando ricompare la stessa collana per il furto della quale il padre è stato condannato.

Lupin Netflix Reasons To Watch

Cosa troviamo di Lupin in questa serie?

Con un titolo così provocatorio e un ragazzo con in mano il primo libro di Maurice Leblanc sul ladro gentiluomo per eccellenza, ci si aspetterebbe che Assane cresca all’insegna degli ideali di Arsène Lupin, no? Purtroppo no. Nonostante la bravura di Omar Sy, che rimane un incredibile interprete e non ha “colpe” in tal senso, questa serie di Lupin ha poco e nulla oltre a un libro. Assane è un comune ladro, che sfoggia in solo un’occasione l’eleganza del ladro gentiluomo. L’aspetto principale che hanno voluto trasmettere di Lupin è la sua abilità nel travestimento ma, su questa base così debole, avrebbero potuto cambiare il libro con “Il Conte di Montecristo” e chiamare la serie Dantès. Anche il lato seduttivo del ladro gentiluomo viene a mancare, a fronte di una storia (quella del matrimonio di Assane) che lo fa apparire più in ombra di quanto dovrebbe.

Consideriamo Lupin solo come una serie Thriller

Facciamo uno sforzo di immaginazione e fingiamo per un attimo di aver cliccato sul tasto play di Netflix perché interessati alla storia di Assane Diop e non per il nome, ok? Chiamiamo la serie “La verità su mio padre”, un titolo molto italiano (cit.) e affrontiamola senza l’elefante nella stanza. Stiamo parlando della storia di un ladro che vuole scoprire la verità su suo padre e sul perché sia stato incastrato e, per raggiungere il suo scopo, non esita a infrangere la legge e la morale. Questo lo porterà nel corso degli anni a compromettere il rapporto con la sua famiglia e a cacciarsi nei guai numerose volte. La più grande sospensione dell’incredulità viene dalla facilità con cui cambia identità senza alcun tipo di maschera o trucco, entrando e uscendo di prigione. Sembra quasi che la polizia francese non tenga alcun database dei condannati (o dei loro agenti, giusto per dirne una).

Lupin (Prima parte) | Recensione della nuova serie Netflix con Omar Sy

Una storia di razzismo

Visto che il “colpevole” non è difficile da intuire e, in ogni caso, viene svelato molto velocemente, non è che ci siano immensi colpi di sorpresa. Quello che però possiamo goderci è una bella storia sul razzismo francese e la sua passata storia coloniale. Forse questo è l’unico aspetto a non essere trattato con leggerezza, così come una sorta di “cameratismo” che sorge tra coloro che provengono dallo stesso paese e si trovano in un paese in cui, purtroppo, l’integrazione è ancora lontana.

Vale la pena aspettare e guardare anche la seconda parte?

Onestamente è molto difficile consigliare a qualcuno di attendere la seconda parte. In tutta onestà l’unica cosa che posso dire è di guardare il primo episodio come se fosse un film, perché tutta la parte magica si trova nel pilot e poi svanisce a una velocità incredibile.

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