Il connubio tra Lovecraft e la musica è sempre stata una nota presente, passatemi la battuta, all’interno della narrativa del “Solitario di Providence”. Molti gruppi musicali, dopo aver letto i suoi racconti, sono stati ispirati nel creare qualcosa di duraturo prendendo come spunto le storie e i racconti dei Miti.
Dal progressive italiano al black metal norvegese, in molti hanno voluto lasciare una loro composizione legata a questo tema. E perché dunque non scrivere in proposito?
Vi capita mai, durante una lunga coda davanti alla posta, di ascoltare un po’ di musica e guardarvi intorno? Ecco ieri è capitato anche a me. Ma come è nato il connubio?
Durante la lunga attesa vedo dietro di me una ragazza che sta leggendo. Ha un libro di Lovecraft tra le mani e comincio a sorridere. Stava leggendo Colui che sussurrava nelle tenebre. Sono vecchio ormai e quindi, in certe situazioni, mi trasformo in “Papà Castoro” e inizio a raccontarle una storia tanto per passare il tempo. Una storia interessante, tra l’altro, ma ve la racconterò un’altra volta.
Ma oggi parliamo di musica perché, subito dopo aver impegnato il mio, poco, coraggio per parlarle, ho preso nuovamente il telefono in mano e mi sono messo ad ascoltare un po’ di musica. Sono però andato espressamente a cercare qualcosa che parlava di Cthulhu. Da qui la volontà di scrivere un articolo su Lovecraft e la musica.
Cominciamo?
Lovecraft e la musica nei suoi racconti
Quando pensiamo a Lovecraft e la musica, la prima cosa che viene in mente, a chiunque abbia letto le sue opere, potrebbe essere la musica di Erich Zann (di cui abbiamo avuto modo di parlare nella sua trasposizione a fumetti). In questo racconto, Lovecraft narra le vicende di un giovane che trova dimora in Rue d’Auseil sotto l’appartamento di Erich Zann. Durante il periodo passato in quella casa, Lovecraft descrive la musica che il vecchio compone per un pubblico di eccezione, gli Dei Esterni.
[…] Sarebbe inutile descrivere la musica di Erich Zann in quell’orribile notte. Fu la cosa più spaventosa che avessi mai sentito, perché adesso lo vedevo in faccia e sapevo che la sua ispirazione era la paura. Cercava di far rumore: di tenere a bada, o di soffocare, qualcosa che stava fuori […]La musica di Erich Zann
Per Lovecraft, la musica è paura, è qualcosa di sconosciuto. Studi scientifici hanno effettivamente riscontrato che la musica può scatenare fino a tredici differenti sensazioni:
- divertimento
- gioia
- erotismo
- bellezza
- rilassamento
- tristezza
- sogno
- trionfo
- ansia
- paura
- noia
- sdegno
- energia
Se avete interesse a capire quello di cui sto parlando, potete andare a questo indirizzo dove è stata mappata la risposta del cervello a determinati tipi di musica. Purtroppo non troverete la musica di Erich Zann, andata perduta come narrato nel racconto.
Ma Lovecraft sfrutta la musica non soltanto in quel racconto. Sono molte le storie in cui il Solitario di Providence utilizza un intermezzo musicale per distogliere l’attenzione del lettore da quello che sta succedendo. Questo escamotage può essere riscontrato nel testo I ratti nei muri (1923) durante il quale il protagonista, inevitabilmente destinato alla pazzia, mentre ascolta musica da camera da un grammofono, inizia a sentire altri suoni, altri rumori. Inizialmente sente l’incessante sciamare di frotte di ratti che grattano, con le loro zampette, il muro. Successivamente è Nyarlatotep, adorato dai romani col nome di Atthis, sposo della dea Cibele, definito come il dio folle e senza volto, che urla cieco nelle tenebre ed è accompagnato da due flautisti amorfi e idioti a rubare la scena musicale.
Stessa “musica”, nel racconto, ambientato nei reami del Sogno, la ricerca onirica dello sconosciuto Kadath. Qui il personaggio, Randolph Carter, alter-ego di Lovecraft, cerca di raggiungere la corte degli Dei Esterni e quando, infine, riesce nella sua impresa, questo è quello che lo attende
[…] l’ultima nebbia incorporea del Caos strisciante che bestemmia e gorgoglia al centro di tutto l’infinito, l’incontenibile demonio, il sultano Azathoth, il cui nome nessuna bocca osa proferire, che digrigna affamato i denti in spazi bui e inconcepibili che si trovano al di là del tempo, tra colpi soffocati di tamburi che levano la ragione, e la monotona nenia di flauti maledetti […]La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath
Nuovamente la musica la fa da padrone per instillare nel lettore la paura. E a tratti ci riesce, a mio parere, meglio che con le sue scarne descrizioni, soprattutto visto lo scarso vocabolario che impiegava nei suoi racconti.
Sarebbe davvero interessante sapere quale fosse il pensiero di Lovecraft e la musica nel suo piccolo mondo solitario. Invito chiunque legga questo articolo a condividere conoscenze in proposito, sarei davvero molto contento di poter colmare questa mia lacuna culturale
La musica ispirata dalle opere di HPL nel nostro mondo
Il lavoro di Lovecraft ha ispirato la musica di diverse generazioni. Un attento osservatore potrebbe notare come la corrente musicale dell’heavy metal ne sia stata maggiormente influenzata, ma vi assicuro che resterete sorpresi quando scoprirete che anche la nostra musica progressive, dagli anni ’70 in poi, ha pescato a piene mani dal suo lavoro.
Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica, Blue Öyster Cult, Cradle of Filth, Tiamat, sono solo alcuni dei nomi dei gruppi stranieri che hanno citato il lavoro di Lovecraft nella loro musica.
Uno dei più eclatanti casi di contaminazione è senza dubbio la copertina dell’album degli Iron Maiden Live After Death. In posa vediamo il famoso Eddie che, uscendo con una certa veemenza dalla tomba, mette in mostra un epitaffio particolare.
Lovecraft e la musica sono sempre stati legati, non c’è che dire
Ma ora vi andrebbe di sentire qualcosa? Vi ricordo che molto è heavy metal, quindi consideratevi avvertiti!
Black Sabbath – Behind The Wall Of Sleep
Questa canzone dei Black Sabbath prende il titolo dal racconto Oltre il muro del sonno. Immagini visionarie ed ultraterrene, una stella lontana che brucia diventando una supernova nei pressi di Algol, “la stella del diavolo” (chi ha giocato a Coriolis sa), uno scontro contro un nemico incorporeo. Tutti temi che Lovecraft aveva trattato, e da cui Ozzy e compagni hanno tratto questo pezzo.
Metallica – The Thing That Should Not Be
Qui i Metallica pescano a piene mani dal racconto La maschera di Innsmouth. Ricalcando le orme del precedente lavoro The Call of Ktulu, completamente strumentale, qui Hetfield, Ulrich e Hammett compongono una canzone il cui testo parla di uomini ibridati con pesci che osservano il mare in attesa della “cosa che non dovrebbe essere”. Padre Dagon? Madre Hydra? Solo la perdita della vostra sanità mentale vi farà trovare la giusta risposta!
Blue Öyster Cult – The Old Gods Return
Adoro questo gruppo. Mi fa letteralmente impazzire e non per questi testi lovecraftiani, ma per tutto il loro lavoro.
Le stelle sono allineate. Un nuovo zodiaco appare nel cielo. La Luna, col suo volto malvagio e nascosto osserva l’orrore. Gli dei Antichi stanno tornando.
La musica va incontro ad un crescendo angosciante. Si percepisce la paura e l’inevitabilità della fine dell’essere umano. La via ormai è aperta e nessun umano potrà salvarsi.
Progressive italiano, Lovecraft e la sua musica
Siamo giovani noi figli degli anni ’80 e ’90 o addirittura del 2000, ma il panorama musicale degli anni ’70 aveva dato origine ad un genere rock progressivo che è stato invidiato da molti nel mondo e che ancora oggi viene ascoltato e venduto.
Pochi però sanno che una band in particolare, Le Orme, per farsi conoscere oltreoceano, incise un vinile dal titolo Beyond Leng. Era il 1975 e la band voleva lanciarsi sul mercato americano; quale miglior modo se non attirare l’attenzione usando un riferimento lovecraftiano? Molte delle canzoni inserite all’interno dell’album erano già presenti in precedenti lavori, ma furono scelte per la loro spiccata caratteristica evocativa.
Ma non dovete assolutamente pensare che la storia prog italiana sia finita qui. Nel 2016, infatti, un giovane gruppo musicale chiamato Ingranaggi della Valle, pubblica il suo secondo lavoro dal titolo Warm Spaced Blue. In questo album sono presenti ben tre brani legati a Cthulhu, che catapultano l’ascoltatore in un crescendo di paura e suono sperimentale. Un vero piacere per le orecchie. Vi lascio qui la prima parte delle tre che compongono l’ode al grande e possente Cthulhu. Buon ascolto.
Conclusioni
È ormai una verità lapalissiana affermare che Howard Philip Lovecraft abbia fortemente influenzato il panorama fumettistico-letterario, videoludico, cinematografico e musicale. Ogni ambito culturale, in un modo o nell’altro, ha subito una sorta di contaminazione legata al suo operato.
Forse troppo, a detta di alcuni.
Non sono la persona adatta ad esprimere un giudizio in proposito essendo troppo di parte. Sono dell’idea che dell’orrore, quello dei racconti di Lovecraft, della musica da lui ispirata, dai giochi basati sul suo lavoro, ai librigame, non se ne abbia mai abbastanza.
Adoro spaventarmi?
Vorrei poterci riuscire, ma con quello che giorno per giorno ci viene proposto dai mass media, dalla televisione e dall’atteggiamento di alcuni individui, mi trovo ormai ad essere quasi anestetizzato.
Forse proprio come ipotizzava Breccia in un suo fumetto sul Solitario di Providence, la porta verso il vero orrore rimane chiusa grazie a questi artisti, scrittori e giocatori che, ogni giorno affrontano l’orrore oltre le stelle e il tempo o, più semplicemente, il governo del proprio stato.
Ero partito da una storia raccontata in coda alla posta ed eccomi qua a narrarne un’altra. Prima di lasciarci, però, vorrei coinvolgervi direttamente. C’è una qualche canzone che tratta l’argomento dei Miti alla quale siete particolarmente legati? Vi andrebbe di condividerla con noi?
Sono sempre alla ricerca di buona musica!