Pronti ad unirvi a “L’assalto degli Sparvieri” e gettarvi in picchiata su Vàhlendàrt?
Ma siamo già arrivati al numero 100 di Dragonero, o no (101 se contiamo il 21bis)? Se seguiamo la vecchia numerazione, sì… stringiamo, però, tra le mani un albo come tanti altri in b/n. Non ci sono pagine in più, come da tradizione dei numeri cento della Sergio Bonelli Editore, e quindi direi proprio di no. Ma tutto ciò è importante, o conta solo il fatto che la storia di questo mese è un punto di svolta per la saga dei Ribelli?
Avremo modo di parlarne dopo.
Come al solito, chi fosse interessato alla storia finora della saga di “Dragonero il Ribelle” può trovarla in questo articolo riepilogativo.
Vai con l’intro!
“…
Danger Zone, Top Gun, 1986, Giorgio Moroder, Tom Whitlock, Kenny Loggins
Headin’ into twilight
Spreadin’ out her wings tonight
She got you jumpin’ off the deck
And shovin’ into overdrive
…”
L’assalto degli Sparvieri
L’Imperatore Nahim si è reso conto, con una interessata dose di “aiuto”, di essere solo un burattino nelle mani di Leario (che rischi poi di diventare il burattino nelle mani di qualcun altro è possibile…). Il suo regno è sempre più sull’orlo del disastro e quindi è pronto a schierarsi con i Ribelli, che a quel punto avrebbero un’ulteriore bandiera da sventolare contro il teocratico usurpatore. Ma come fare ad aiutarlo?
Ci sarebbe bisogno di un coraggioso manipolo di incursori che penetri nella capitale imperiale e lo liberi dalla gabbia dorata in cui Leario lo ha rinchiuso. Ma è ben vivido, nella mente dei Ribelli, il ricordo del tragico fallimento di Gnoon e Yafnan nell’attaccare Vàhlendàrt in maniera diretta. Non rimane che sfruttare un’altra via… quella del cielo!
Tocca quindi a Ian riunire i suoi ex compagni incursori ed imbarcarsi in una missione talmente pericolosa da apparire quasi suicida…
Analisi dell’episodio
Come accennato poco sopra, siamo giunti al numero 100 di Dragonero (settantasette numeri della serie “Dragonero” e ventitré di “Dragonero il Ribelle“). Ma là dove manca la tradizione degli albi con il doppio 0 (no, non stiamo parlando di James Bond!) fatta di colore, pagine extra, marchi speciali (tranne quello degli 80 anni della SBE), ecc., c’è invece una quantità tale di personaggi, avvenimenti e colpi di scena necessari a chiudere e completare molti punti aperti nell’arazzo che è la grande saga di Dragonero. È facile immaginare i due mastri arazzieri, Luca Enoch e Stefano Vietti, sorridere immaginandosi le facce di noi lettori chinati sulle pagine di questo numero. Fin dall’inizio hanno tessuto una trama ampia, fatta di rapporti e alleanze tessute, una moltitudine di personaggi, molti dei quali con la propria agenda nascosta, scontri via via sempre meno a viso aperto e sempre più tra le ombre.
La sensazione che abbiamo provato noi lettori era di smarrimento davanti ad intrecci dai molti, e apparentemente troppi, fili lasciati aperti. Ma, come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, Enoch e Vietti sanno come tenere ben saldo il timone!
Ora, però, vogliamo sapere qualcosa di più su la Signora delle Lacrime di Sangue e su come Leario sia diventato il suo tramite, dal traffichino e scalzacani qual era…
Per tornare a “L’assalto degli Sparvieri“, Luca Enoch non solo riesce a chiudere molti di questi fili, ma ne apre pure di nuovi e lo fa con la sua consueta maestria. È un continuo crescendo, dalla ricerca dei prototipi degli sparvieri, al reclutamento degli ex incursori, all’assalto notturno di Vàhlendàrt per liberare l’Imperatore Nahim, a… beh, non vi spoilero oltre, compratevi e godetevi l’albo di questo mese!
L’azione ha però il contraltare nelle emozioni. Ed è proprio grazie a queste e alle speranze e ai drammi di tutti i personaggi coinvolti, dosati, ancora una volta, magistralmente dalla penna di Enoch che siamo in grado di sentire quanto sia “viva” questa saga.
In apertura
Nell’editoriale Cronache della Ribellione, Luca Barbieri festeggia, a modo suo, il centesimo numero di Dragonero a “colori”.
C’è il rosso della vitalità, dell’energia e delle passioni, che Ian ha da vendere. Ma anche del sangue, di nemici, amici e altre creature, tra cui i draghi. C’è il verde, e qui Sera e Gmor la farebbero da padroni! Vuoi per la rigogliosa natura di cui è seguace l’elfa, vuoi per una questione più di pelle nel caso del nostro amabile orco. Ci sono il viola della magia e del mistero, e quindi potremmo rivolgerci ad Alben e Aura. Ma anche a Myrva potremmo domandare, dato che è anche il colore dell’intuizione e della creatività.
E perché non il nero? Del resto, Ian ha ingerito il sangue del primo drago che abbiamo visto, e ne è stato cambiato per sempre, come anche la sua lama. Ma il nero è anche l’assenza di colori. Rappresenta la fine, la morte, le tenebre insondabili, come quelle che abbiamo visto addensarsi, pronte ad invadere l’Erondár.
Ma ad ogni fine, segue un nuovo inizio, ed allora mi piace aggiungere il bianco, che è la summa di tutti i colori, è luce, quasi una nuova alba.
Ecco, credo che siamo davanti ad una vera e propria opera che potremmo chiamare “Tutti i colori di Dragonero”!
Disegni & lettering
Il dinamico duo Gianluca Pagliarani (disegni) e Paolo Francescutto (colori) si occupa, come sempre, della copertina. Come quella della scorsa uscita mi sembrava non cogliesse l’essenza dell’episodio, seppure realizzata in maniera ottima, quella dell’albo che stringiamo dalle mani trasmette appieno il caposaldo della storia. L’assalto a Vàhlendàrt da parte degli Sparvieri, un fuoco che si alza dal palazzo imperiale ma, come spesso accade, sotto la cenere (in questo caso da dietro la copertina in poi) cova molto di più…
Questo mese si torna ad una mano unica per i disegni, quella di Antonella Platano. La disegnatrice si trova completamente a suo agio nello spaziare tra vecchie fortezze, porti di mare, cieli immersi nel buio, macchine volanti, sontuosi interni di palazzi imperiali, incursioni, scontri e colpi di scena. Senza tralasciare, inoltre, le emozioni che si assecondano sui volti dei personaggi nel susseguirsi della storia.
Il lettering dell’albo è ad opera di Luca Corda.
Ci leggiamo il mese prossimo, quando scopriremo quali abominii si riverseranno fuori da “Una ferita nella terra” (“Dragonero il Ribelle” n. 24, 9 ottobre) e chi mai sarà la vecchia nemica che aiuterà i nostri eroi…
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I Ribelli dell’Erondár