“La fine è l’inizio” è il terzo episodio della serie, “Picard”, marcata CBS e Amazon Prime, ambientata nell’universo di Star Trek.
Settimana scorsa avevamo pubblicato l’analisi del secondo episodio della serie in questo articolo, mentre l’indagine sul primo era stata pubblicata in quest’altro pezzo. Avete avuto modo di leggerli?
Ormai lo sapete, è passata una settimana quindi l’allarme rosso spoiler è rientrato. Nelle righe che seguono troverete oltre che i vari easter egg e tutte le citazioni, anche parti dell’episodio spiegate. Dopo questo obbligatorio disclaimer lanciamoci senza indugio all’avventura. Attivare!
Prima di tutto l’Ouverture di “La fine è l’inizio”
Nei primi minuti di “La fine è l’inizio”, dopo una brevissima parentesi su Marte, siamo proiettati ancora una volta nel passato. A poche settimane dall’attacco dei sintetici su Marte, Jean-Luc Picard e il suo primo ufficiale Raffi Musiker sono sui giardini antistanti il quartier generale della Flotta Stellare. Qui, dopo un breve dialogo, comprendiamo come Jean-Luc abbia tentato, invano, di convincere la Flotta Stellare a proseguire nel piano di evacuazione del popolo Romulano. Purtroppo neppure la minaccia delle sue dimissioni, nel caso in cui il suo piano fosse stato accantonato, ha successo anzi, queste vengono accettate! Un’ulteriore conseguenza di questo tentativo di “ricatto”, è che Raffi viene licenziata e privata del nullaosta di sicurezza.
Tornati al presente, l’azione si sposta nel luogo che Raffi ha scelto come domicilio del suo auto-imposto esilio. Le Vasquez Rocks possono essere osservate in tutto il loro splendore, assieme al modulo abitativo dell’ex ufficiale di Jean-Luc. È proprio il modulo ad essere la prima citazione dell’episodio. Un occhio attento avrà sicuramente notato una scritta sulla porta della casa: “Valtese Home Trailers”. Questo rimando è sempre legato al passato di Picard, precisamente l’episodio di Star Trek: The Next Generation “La Donna Perfetta”, durante il quale il capitano ha dovuto mediare un accordo di pace tra Val Minor e Krios. Tra l’altro quell’episodio è anche il primo in cui il professor Xavier ha a che fare con Fenice!
Ah, in questo episodio vedrete molti personaggi fumare. Era una cosa che Gene Roddenberry odiava profondamente e anche questo deve farci capire in che condizioni è la Federazione.
Io, Borg
Dopo la parentesi terrestre, l’episodio si focalizza nuovamente sull’Artefatto Borg, il Cubo in mano ai Romulani, con la classica musica di “The Balance of Terror”.
È proprio sul cubo che troviamo, dopo tanti anni, una vecchia conoscenza dell’universo di Star Trek, Hugh, o “Thug”, come venne tradotto in italiano, il primo Borg a raggiungere una consapevolezza del proprio essere. Hugh ormai si è liberato di quasi tutte le protesi Borg e devo ammettere che la precisione nei dettagli è sempre ai massimi livelli. Sul volto, infatti, è riscontrabile una cicatrice in corrispondeva con il vecchio dispositivo visore Borg, il colore degli occhi è infatti dissimile, quello originale scuro sul lato destro del volto e uno più simile ad un grigio ghiaccio sul lato sinistro. Già Star Trek: Voyager ci ha insegnato che gli occhi possono essere sostituiti e integrati con le matrici di visione Borg, proprio come era accaduto a 7 di 9.
Per conoscere meglio il personaggio consiglio la visione dell’episodio “Io, Borg” (TNG episodio 23, stagione 5) e degli episodi “Il Ritorno dei Borg: Parte 1 e 2”.
Il mio cognome è Oh. Commodoro Oh
Dopo lo spazio profondo, eccoci di nuovo con i piedi per terra, nelle vicinanze dell’istituto Daystrom. La dottoressa Jurati sta ascoltando l’aria di un’opera che gli appassionati di Star Trek hanno già avuto modo di sentire. L’aria in questione fa parte di un’opera Kasseliana molto cara al dottor Culber della nave stellare Discovery. Questo ascolto viene interrotto dall’arrivo del Commodoro Oh, con un elegantissimo, quanto inutile paio di occhiali da sole e i gradi in disordine.
Attorno a questa figura, episodio dopo episodio, vanno aumentano i dubbi. Perché il Commodoro ha gli occhiali da sole e le mostrine in disordine? Che sia un infiltrato dall’Universo Specchio come lo è stato Lorca in Star Trek: Discovery? È lì per reclutare la dottoressa Jurati? Per ora tutte domande senza risposta, ma la vera citazione qui è il richiamo al lungometraggio di Jean-Luc Godard “La Petit Soldat” dove la protagonista si presenta con il vestito un po’ trasandato e con gli occhiali da sole, e poi volete mettere l’assonanza del nome del regista con il capitano?
La Sirena, il capitano Rios ne “La fine è l’inizio”
Dopo un paio di scene, che recupereremo più approfonditamente tra un attimo, Jean-Luc viene trasportato a bordo della nave del capitano Rios. Questo viene accolto da un OE (Ologramma d’Emergenza, ricordate il Dottore di Voyager?) che lo porta subito dal capitano.
Il Capitano Rios, come un novello Wolverine, attende Picard con un frammento di tritanio nella spalla. Il doppiaggio italiano qui è sbagliato, e difatti si riferisce alla scheggia come fosse titanio, mentre il tritanio è la lega base con cui sono assemblate le navi dal varo della Enterprise-D.
Qui si susseguono due interessanti spunti per comprendere meglio i personaggi. Il primo è che, quando Picard viene invitato a prendere posto su una sedia, questi rimane interdetto per qualche attimo nella scelta, per poi evitare di sedersi sulla sedia del capitano e dirigersi verso quella del timoniere. Qui trova un volume di Miguel De Unamuno: “Del sentimento tragico della vita”.
Lo scambio successivo mostra come Picard non si fidi di un uomo che è stato, e forse è ancora parte, della Flotta Stellare. In tutta risposta Wolverine, ehm volevo dire Rios, consiglia a Charles Xavier, mannaggia mi sbaglio sempre, Picard, di non entrargli nella testa.
Hacker 2399
L’azione si sposta su Raffi. Dopo che Picard le ha inviato alcune informazioni sensibili, ricevute dalla dottoressa Jurati direttamente dall’istituto Daystrom, vediamo l’ex primo ufficiale di Jean-Luc analizzarle alla ricerca di qualcosa.
Qui tra le false piste e tanti dati, sono presenti alcuni easter egg nascosti sotto un “Gorn Egg”, l’uovo di Gorn, mitico nemico del capitano Kirk nell’episodio “Arena”. Altra citazione è sotto la dicitura Freecloud e Quantum Fingerprint (un richiamo a Data?) abbiamo un identificativo dati “GNDN” (GoesNowhereDoesNothing) che è possibile ritrovare in tantissime serie di Star Trek. Anche questa non poteva esserne esente.
OE Fanboy e l’attacco dei Romulani
Dopo l’incontro scontro tra Jean-Luc e il Capitano Rios e il tentativo riuscito di Raffi, torniamo a bordo de “La Sirena”. Qui OE chiede al proprio capitano se non si senta intimorito, eccitato, o emozionato ad avere un così noto personaggio a bordo. La sua risposta è emblematica:
“Principale contatto con il Q Continuum, implicato nelle vicende Klingon della Successione, salvatore dell’Invasione Borg e capitano delle Enterprise, per non parlare del grande Spock.
OE al Capitano Rios
Questo scambio di battute mostra che Rios, come del resto Raffi, siano persone “spezzate”. Anche lui non riesce ad andare oltre un trauma vissuto mentre era al comando della sua precedente nave, e questo fa comprendere come mai cerchi in tutti i modi di tenersi a distanza e di non empatizzare con Picard e affini.
L’episodio “La fine è l’inizio” prosegue, subito dopo, a Chateaux Picard mentre Jean-Luc si sta preparando per la partenza. Qui i suoi due “badanti” dimostrano, secondo me, la loro forza. Mentre consegnano le vettovaglie a Picard, Zhaban fa cadere, “per sbaglio”, una mela nell’esatto momento dell’attacco, schivando un colpo mortale.
Per alcuni attimi questa serie psicologica si trasforma in una serie di meNare. Le armi disseminate nello Chateaux sono abbastanza da avere la meglio sugli attaccanti Zhat Vash. Uno di loro viene ucciso dalla dottoressa Jurati, arrivata lì “quasi per caso”, ne sopravvive solo uno così che lo si possa inquisire.
Durante l’interrogatorio, prima di uccidersi, lancia uno strano sguardo alla dottoressa Jurati, che lo ricambia in modo alquanto dubbio. Vedremo come verrà sviluppata la cosa.
Ah, avete notato che le lame degli Zhat Vash sono esattamente identiche a quelle che usava Shinzon in “Star Trek: La Nemesi”?
Falsa porta, Romulani assimilati, orecchie Romulane
Siamo quasi alla fine dell’episodio “La fine è l’inizio”. L’azione si sposta sull’Artefatto. Qui Soji si confronta con i Romulani che erano stati assimilati e che ora pagano lo scotto della loro natura. Per una qualche sorta di ragione tutti i Romulani assimilati che vengono staccati dalla Collettività soffrono di una qualche sorta di malattia mentale. Vediamo queste povere persone aggirarsi come spauriti e senza avere la minima coscienza di se stessi, ciascuno intento ad una qualche operazione manuale. C’è chi gioca con un “cubo di Rubrik”, chi dipinge, chi legge i tarocchi.
Tutto questo è molto strano. Ogni serie, film, romanzo, fumetto e gioco ha sempre presentato i Romulani come logici e lontano da miti e leggende, eppure uno di questi si dedica all’interpretazione delle carte. Forse essere stato in mezzo alla Collettività ha cambiato il suo modo di pensare.
Il rimando alla “falsa porta” è interessante. In ogni episodio di Star Trek che coinvolgeva i Romulani sul loro mondo natale, quando erano inquadrate le case, era effettivamente possibile notare la falsa porta delle abitazioni, e il fatto che Soji parli dietro le spalle alla Romulana l’ho considerato come un vero colpo da maestro.
La chiacchierata non va esattamente bene, e nubi di tempesta si addensano all’orizzonte per Soji. Nel frattempo, dopo l’ennesimo tentativo da parte di Narek di manipolare la ragazza sintetica, lui e sua sorella, il “Tenente Rizzo”, si rincontrano. Il rapporto tra i due non è molto chiaro. Sempre di più sembra che entrambi facciano parte degli Zath Vash, ma ancora le loro intenzioni sono ignote.
Ponte de “La Sirena” e fine dell’episodio
Dopo lo scontro sulla Terra, Jean-Luc e la dottoressa Jurati vengono teletrasportati sul mercantile “La Sirena”. Qui Picard si riunisce a Raffi, che però mette subito in chiaro di essere lì solo per avere un passaggio fino a Freecloud e poi ognuno per la sua strada, oltre a redarguirlo per aver portato sull’astronave Agnes senza aver fatto un controllo di sicurezza su di lei. Rios, nel mentre, consiglia la partenza.
La sedia del capitano possiede un’interfaccia olografica simile a quella che il dottor Julian Bashir dice di usare nel futuro, precisamente nell’episodio “Il Visitatore” di Star Trek: Deep Space Nine.
L’episodio si conclude con la musica iniziale di The Next Generation e Picard che dice: “Attivare”. Quanti ricordi!
Conclusioni su “La fine è l’inizio”
Anche questo episodio, come i precedenti, è molto ben costruito. Le basi sono quasi tutte state gettate e ora mi aspetto che nei prossimi sei episodi la storia ingrani e mantenga il livello di soddisfazione a cui ci sta abituando. I nuovi personaggi inseriti sono tridimensionali e ricchi di un proprio backgroud e di una propria storia, cosa che, a volte, era carente in altre serie di Star Trek.
Un episodio molto gradevole, anche se le citazioni e i richiami ad X-Men si sprecavano!