Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Jusant – Una scalata in compagnia

Oggi parliamo di Jusant.

Siamo decisamente tutti d’accordo che il 2023 ha regalato una quantità di bei giochi. Sarebbe veramente di aiuto possedere una “Stanza dello Spirito e del Tempo” per poterli giocare tutti!

Quindi noi, maledetti, ne segnaliamo un altro da aggiungere alla lista. A nostro avviso, infatti, è stato ingiustamente trascurato o comunque se ne è parlato troppo poco. Però, per noi in Locanda LostInDice, rappresenta una piccola meraviglia. Si tratta, come citato poc’anzi, di Jusant.

Come abbiamo accennato, ci ha lasciato veramente un po’ spiazzati e con l’amaro in bocca la poca risonanza che ha avuto Jusant nel mondo videoludico. Cosa alquanto inspiegabile, dato che la produzione non è proprio un nome sconosciuto nel panorama Indie. Parliamo infatti di DON’T NOD che possiamo tranquillamente poter ascrivere quale punto di riferimento nel circuito dei giochi indipendenti.

Jusant: lore a gameplay

Jusant è un vero e proprio viaggio in verticale. Una tanto faticosa ma anche tanto sublime scalata verso l’alto. Il nostro alter-ego, un ragazzo di un’età indecifrabile, viaggia attraverso un pianeta arido, ridotto ad un deserto di sabbia in cerca di insediamenti. L’umanità si è praticamente distribuita all’interno di rocce/montagne. Queste si sviluppano verso l’alto in quelli che sono veri e propri grattacieli naturali. Quindi per raggiungere i vari piani è necessario scalare le montagne stesse.

Il protagonista, nell’introduzione al gioco, giunge ai piedi di una di queste montagne. Subito dopo ci troveremo alle prese con il tutorial per acquisire le meccaniche della scalata. Ed è subito meraviglia!

Questo perché la scalata è semplice ed intuitiva. I grilletti destro e sinistro del gamepad simuleranno le rispettive mani per arrampicarsi. Inoltre, il protagonista di Jusant è già dotato dell’attrezzatura adatta, comprensiva di cavo di sicurezza che sarà un componente importante del gameplay del gioco.

Il cavo di sicurezza, infatti, determinerà la lunghezza massima dove ci si potrà spingere. Il cavo di fissaggio è obbligatorio altrimenti non si innesca lo status di scalata. Quindi, davanti ad una qualsiasi parete sulla quale vorremo arrampicarci, come prima azione dovremo fissare il cavo. Esistono diverse postazioni pensate ad hoc che potranno fungere da stazione di partenza.

Il comparto grafico di Jusant è veramente spettacolare

LEGGI ANCHE: GOD OF WAR RAGNARÖK: VALHALLA

Nell’attrezzatura a nostra disposizione troveremo anche tre chiodi da fissaggio. Quando li utilizzeremo, fungeranno da veri e propri checkpoint da dove ripartire nel caso si perda la presa sulla parete.

Con il proseguire del gioco, aumenteranno anche le lunghezze da coprire con le scalate. Qui verranno in aiuto altre postazioni di fissaggio dove potremmo recuperare il cavo e riattaccarlo per usufruirne di nuovo della sua intera lunghezza.

Più o meno il gameplay è questo: semplice ed immediato. Saranno inoltre presenti oscillazioni e salti che andranno a regalare momenti di stupefacente spettacolarità e soprattutto di grande appagamento!

Difficile descrivere la bellezza di questi villaggi arroccati su queste rocce, con arrampicate che spaziano tra esterno ed interno. Si rimane incantati dagli scorci, vista la progressiva altezza che si raggiunge quando si è all’esterno della montagna. Altrettanto incantevoli sono i colori e le ambientazioni all’interno che si arricchiscono tanto più si sale, regalando ottimi screen per i più sensibili alle ambientazioni. Il tutto coadiuvato da un art design basilare ma efficace che, come una penna stilografica, dà forma al tutto in maniera fine ed elegante.

In Jusant l'umanità si è ridistribuita in villaggi costruiti su conformazioni rocciose ad altezze sempre maggiori

Stuzzicare la curiosità

In Jusant il lavoro di DON’T NOD nello stuzzicare la curiosità del giocatore è pregevole.

Il protagonista, nel corso delle scalate, raccoglierà documenti, lettere ed informazioni. Sono testimonianze della vita pulsante dei vari insediamenti che esploreremo. Ovviamente tutti questi oggetti arricchiranno i collezionabili del gioco.

Un’altra ottima idea è quella del ritrovamento delle pagine del diario di una precedente spedizione alla nostra. Così come il nostro alter ego, anche altri si erano cimentati nell’impresa di scalare la montagna. Ecco, ogni nostro progresso verso l’alto, verrà scandito proprio dal ritrovamento di queste pagine. In qualche modo queste raccontano, con aneddoti ed avvenimenti, tante sfumature diverse dell’animo umano addentrandosi molte volte nell’intimità delle persone e riuscendo a creare un rapporto affettivo potente con chi le ha lasciate.

Jusant non lesina raccontare la lore del mondo, a patto che si voglia cercarlo e che ci si voglia tuffare in questa distopia. Una condizione critica dell’umanità decisamente originale e che in molti aspetti collima con la nostra, o quantomeno potrebbe essere una proiezione futura molto remota.

Il gioco non entra precisamente nel dettaglio del motivo per cui l’umanità si ritrova in questo pianeta arido. Inutile negare che la prima motivazione che balza in mente è il surriscaldamento globale. Anche per il fatto che le montagne che ci troveremo a scalare, anche ad altitudini importanti presentano residui marini, come se tutto quel mondo, in tempi lontani, fosse sommerso completamente dal mare. Jusant, però, non punta mai il dito. Con grande eleganza sensibilizza la gravità dell’assenza di acqua, sottolineando la disperazione e la rassegnazione di chi ormai ha perso la speranza.

Il Canto del Vento

Non posso esimermi dal citare e dedicare un capitoletto della recensione all’artista musicale Guillaume Ferran che incide una OST da brividi.

Si tratta di una ventina di tracce che lasciano meravigliati per eleganza e delicatezza. Si possono anche sentire sulle varie piattaforme streaming, ma se ascoltate durante il viaggio in Jusant, sfido chiunque a non emozionarsi!

Una colonna sonora a dir poco azzeccata! Probabilmente, e qui mi sbilancio, uno dei migliori pairing mai ascoltati negli ultimi anni. Evocativa, sublime e soave sono i tre aggettivi che mi aiutano a descriverla. Vi prego, concedetevi l’ascolto in un momento di calma e riflessione e non ve ne pentirete. Anche fuori dal contesto del gioco, se poi volete concedervi anche il privilegio di giocarlo allora avrete fatto bingo.

Anche le zone interne delle conformazioni rocciose di Jusant sono altamente evocative

Complimenti veramente DON’T NOD!

L’ispirazione

È incredibile come, soprattutto nelle ultime ore di gioco, quando il vento sferzante, ostacola fortemente il protagonista per raggiungere la cima, è stato forte il richiamo alla memoria di un vecchio libro letto una decina di anni fa. Non so quanto sia particolarmente conosciuto, si tratta de “L’orda del vento“.

Questo romanzo racconta di una carovana di persone che avanza in un deserto in fila indiana. Si sono imposti di viaggiare tra due luoghi affrontando il viaggio totalmente controvento. Durante il loro avanzare, pieno di difficoltà, anche la carovana in questione raccoglie documenti di avventurieri e spedizioni che avevano affrontato lo stesso percorso prima di loro. Anche da questi ritrovamenti traspaiono emozioni e sensazioni molto intimi.

Il libro risale all’ormai lontano 2004 in versione francese, mentre giunge in Italia solo nel 2009. L’autore è Alain Damasio, scrittore francese dedito soprattutto al fantasy e alla fantascienza. Esatto proprio lui! molti probabilmente lo conosceranno, io purtroppo ignoravo un particolare importante. È stata grande la mia sorpresa nello scoprire che Alain Damasio è uno dei cinque fondatori dello studio di sviluppo DON’T NOD!

Devo ammettere, anche un pochino compiaciuto, di aver recepito questa bella citazione al libro sopracitato, non dichiarata ufficialmente. Ma che, se letto, rimanda veramente alle stesse vibrazioni, solo con un’unica “grande” differenza. Mentre su carta il viaggio era in orizzontale, il viaggio in pixel di Jusant è invece sviluppato in altezza.

Jusant: in conclusione

Vorrei raccontarvi altro del gioco, ma visto che l’avventura vanta un totale di otto/dieci ore, non vorrei incorrere a spoiler. Vi lascio quindi solo le mie ultime considerazioni finali.

Quello che può sembrare inizialmente un colorato viaggio verso l’alto, e che simula l’arrampicata in maniera semplice e accessibile, nasconde molto di più, e solo se gli si concede tempo. Con grande eleganza e garbo Jusant riesce a raccontare la potenza della natura e la complessità dell’animo umano con una colonna sonora perfetta ed una crescente voglia di scoperta che, in qualche modo, alberga in chi lo giocherà.

Il consiglio della lLcanda è di non farvi scappare questa perla, soprattutto se possedete Xbox o PC perché, ad ora, la trovate disponibile sul servizio in abbonamento Game Pass.

Arrampicatevi e lasciatevi cullare dalla potente delicatezza di Jusant!

Voto: 8/10

Lascia un commento

Iscriviti alla newsletter dei cercatori

Per non perderti mai i nostri articoli, gli episodi dei podcast, e le live su twitch