Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Invincible: una buona serie sui supereroi

Occuparsi di supereroi non è semplice; da un certo punto di vista si tratta quasi di un superpotere. Avrei, in effetti, bisogno proprio di un superpotere per parlare di Invincible senza scomodare e scontentare nessuno. Una serie nata dalla mente di Robert Kirkman, sceneggiatore di The Walking Dead, e dalla mano di due artisti, Cory Walker e Ryan Ottley, nel 2002; oggi arrivato al successo grazie alla serie animata su Amazon Prime Video.

Invincible ha raggiunto in poco tempo (almeno nell’ambiente che frequento) vertici di popolarità molto simili a The Boys o ai film della Marvel grazie alla serie animata; prima, un po’ come Watchman, erano pochi ad averlo letto e seguirne le vicende.

Oggi tratterò della serie animata, con qualche sporadico riferimento al fumetto; attenzione agli spoiler, quindi, per chi non avesse terminato la prima stagione/volesse cominciare a leggere il fumetto.

Primo parere su Invincible? Riciclato.

Ammetto di avere avuto, guardando la serie animata , un’enorme sensazione di deja-vu; d’altronde non serve certo un esperto per inquadrare i personaggi di Invincible come le controparti più famose appartenenti alla Dc e Marvel. Da una parte Omni-Man è un superman con un baffo molto anni ’90, dall’altra i Guardiani del Globo simili alla Justice League. La prima puntata, oltretutto, è fin troppo carica di tutti i topos dei fumetti supereroici americani; teenager in crisi sentimentale, pericolosi criminali tutti dislocati negli U.S.A, personaggi femminili ultra-sessualizzati, boob-armor perfino.

Insomma, ad un primo tocco, Invincible non mi aveva colpito: era una solita serie sui Supereroi abbastanza banale e già vista. Anche il clffhanger finale, nella quale Omni-man demolisce i Guardiani del Globo, mi aveva lasciato abbastanza indifferente (narrativamente parlando, perché tecnicamente è stupenda). Il solito colpo di scena che trasforma una serie per ragazzi in un qualcosa più serio utilizzando la morte/il gore/la violenza come mezzo. Esempi, nel mondo del cinema e del piccolo schermo, ce ne sono a bizzeffe: Attack on Titan, Goblin Slayer, Games of Thrones. Tutte serie “fantasy” o “nerd” esplose a causa del cambio repentino di tematiche, utilizzato ad HOC per impressionare il pubblico e causare l’effetto “wow, non avevo affatto capito che fosse qualcosa di serio!”

Visioni successive e finale: interessante

Nonostante questa non troppo piacevole partenza ho continuato a guardare Invincible “rapito” dal cliffhanger, più curioso di capire dove volesse andare a parare la trama (e un po’ avendolo afferrato, data la partenza) che effettivamente rapito dai personaggi. E, paradossalmente, è stata proprio il lento progredire della storia a rendermi invincible una serie vincente. Sia chiaro, io tifavo per Omni-Man fino all’ultima puntata. Volevo comprendere le sue intenzioni, il motivo per il quale aveva agito come aveva agito, e di Mark mi interessava davvero poco.

È stato proprio durante l’ultima puntata, difatti, che il mio interesse si è spostato verso il figlio di Omni-Man, per due motivi. Il primo: ho trovato la “resa dei conti” fin troppo bidimensionale, nonostante Omni-man avesse fino ad ora avuto un “piano nascosto misterioso”. Oltre a ciò, forse perché abituato a Star Trek, ho logicamente trovato la violenza come una risposta pigra per dominare una razza; Brightborn mi aveva già nutrito abbastanza di eroi folli, e con lui The Boys. Il secondo? Una volta spiegati i motivi del suo agire, Omni-man ha perso ogni mio interesse. Ora mi interessa capire come Mark gestirà la situazione, e questo è ottimo per la serie (e per noi spettatori, ovviamente).

Quindi, Invincible è?

Invincible è, come tante opere, una serie animata venuta bene ma che si distacca profondamente dal fumetto in quanto profondità, tempi registici e scrittura. Ecco arrivato Capitan Ovvio, direte voi, verissimo, risponderei io. È stato solo parlando con uno che il fumetto l’aveva effettivamente letto (grazie Fra), ferrato nel disegno e nella scrittura, che ho capito come la serie Amazon Prime fosse in realtà un pallido esempio di quello che il fumetto di Kirkman si porta appresso; motivo per il quale non riesco a giudicarla come venuta male, ma nemmeno eccezionale.

Un po’ come succede con Watchmen, V for Vendetta e The Walking Dead (fumetti supereroici più spessi delle loro controparti animate o opere di Kirkman gambizzate impunemente), Invincible esce dalla “cinematizzazione” in modo ammaccato. Rapporti di potere completamente sballati, personaggi riscritti e tante scene rese diversamente sono solo una parte del cambiamento fatto sull’opera originale. Normale, come è giusto che sia, ma in quest’opera forse sarebbe servito attenersi di più al programma anziché modificarne il valore aggiunto. Perché se nelle sopracitate opere si partiva con una base di originalità, in questa si parte con una sensazione di già visto molto pericolosa, nel qual caso le cose dovessero cambiare più di quanto concesso allo spettatore. C’è il rischio di trovarsi di fronte ad un opera simile a molte altre, senza più il tocco dello scrittore che la rende originale.

Iscriviti alla newsletter dei cercatori

Per non perderti mai i nostri articoli, gli episodi dei podcast, e le live su twitch