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Il volo delle viverne – Dragonero il Ribelle #16

Oggi andremo a seguire da vicino “Il volo delle viverne“.
Vi siete muniti di telescopi dei Tecnocrati come vi avevo consigliato?

Per osservare Il volo delle viverne cosa c'è di meglio di un cannocchiale dei Tecnocrati?
Per osservare Il volo delle viverne cosa c’è di meglio di un cannocchiale dei Tecnocrati?

Festeggiamo inoltre il fatto che non vi ammorberò più con la lista della spesa dei rimandi agli episodi dell’ultimo anno, qui potete infatti trovare la cornerstone con tutti gli articoli di “Dragonero il Ribelle” usciti fino a questo momento.
Quindi, senza perdere ulteriore tempo, iniziamo… vai con l’intro!

“…
In your den, you’re waiting for the crowned moonlight
Wyvern, arise, and dazzle the night
…”

Wyvern Solitude Chant, Echoes from the Stone Keeper, 2012, Darkenhöld

Il volo delle viverne

Il volo delle viverne è qui ritratto nella drammatica lotta di Ian contro i feroci rettili alati
Ian alle prese con due viverne selvatiche

Roccabruna, nido delle viverne dei Dragonieri imperiali, è caduta sotto i colpi dell’esercito delle Regine Nere. I Ribelli, recentemente, sono riusciti a distruggere la torre di Tectuendàrt, dove venivano costruiti dirigibili e nuvolanti. L’Impero è ormai privo di una qualsivoglia forza aerea, è quindi giunto il momento che la resistenza assuma il controllo dei cieli erondariani.
La missione di Ian, Myrva e Gmor non è delle più facili, devono infatti raggiungere il luogo dove nidificano le viverne selvatiche, creature difficili da cavalcare proprio per la loro natura feroce e indomabile. O forse Dragonero è depositario di un segreto in grado di domarle…

Il volo delle viverne non si spinge mai troppo lontano dal loro nido
Il nido delle viverne.
Bisogna avere un bel coraggio per avventurarsi fin lì

Analisi dell’episodio

L’Impero è un po’ in affanno ultimamente, quindi i Ribelli decidono di fare la loro mossa e muovere per “liberare” un altro pezzo sulla scacchiera. Luca Enoch riesce a tessere un racconto godibilissimo nella sua verticalità, ma che va a posizionarsi perfettamente all’interno del grande arazzo della narrazione della ribellione.

Come altri episodi anche questo si inserisce nella scia di quelli che raccontano l’obbligato sforzo che i Ribelli sono costretti a fare nel cercare di recuperare risorse, alleati e supporto. Ma come sempre la narrazione che Luca Enoch imbastisce, fa da sfondo a qualcos’altro. Essere nel giusto non esime dall’usare qualsiasi mezzo a propria disposizione. Convincere Thauras, che non vuole giustamente mettere in pericolo la Grande Madre, mostrandogli la violenza dell’espansionismo imperiale più sfrenato ai danni di una cittadina rimasta neutrale, è perfettamente giustificato. I Ribelli hanno bisogno, a qualunque costo, di una forza che le permetta di dominare i cieli.

Un villaggio pieno di cadaveri falcidiati dal pianto rosso della Signora delle Lacrime di Sangue
Essere un villaggio neutrale non basta a salvarsi dagli orrori dell’espansionismo erondariano

Oltre a presentarci le manovre della ribellione, Enoch coglie l’occasione per mostrarci quello che accade dietro le linee nemiche. Avevamo già visto qualcosa muoversi nel palazzo imperiale, ora assistiamo l’aggiungersi di un ulteriore tassello. Cosa questo significhi per l’imperatore fantoccio Nahim ancora non è dato saperlo, ma di certo ricoprirà un ruolo importante nel futuro dell’Erondár

Ma non dimentichiamoci qual è il titolo dell’albo di questo mese: “Il volo delle viverne“. Ecco dimentichiamoci per un attimo di lotte ed intrighi, e torniamo a librarci nuovamente nei cieli con queste, ritrovate, maestose ma pericolose creature.

Il volo delle viverne può essere bello da vedere ma anche pericoloso se si viene percepiti come una minaccia
Le viverne selvatiche sono veramente feroci

In apertura

L’editoriale, Cronache della Ribellione di Luca Barbieri, presenta un breve riassunto riguardante l’importanza che le viverne ricoprivano all’interno dell’organizzazione militare del fu Impero Erondariano. Furono infatti tra i primi bersagli durante l’invasione delle Regine Nere (“Prigioniero!“, “Dragonero” n° 57, febbraio 2018). Da quel momento in poi la Grande Madre ed il maestro dei Custodi delle viverne Thauras, erano fuggiti volando via chissà dove. In quest’albo scopriremo il loro destino.

Altre comunicazioni riguardano l’uscita dei primi quattro episodi d’esordio di Dragonero raccolti, per la prima volta, in un volume unico: “Il sangue del drago“. Sempre all’interno dell’universo Dragonero la collana Senzanima si è aggiudicata l’oscar del Fumetto 2020, assegnato dalla associazione culturale Bergomix, nella categoria “miglior serie a fumetti da libreria/fumetteria”. Il secondo classificato, Zardo di Sclavi/Mammuccari, è anch’esso pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore, il che sottolinea ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, l’alta qualità e l’impegno che la casa editrice ha profuso anche in quest’anno non proprio facile.

Disegni

Il volo delle viverne svetta fin dalla copertina. Gianluca Pagliarani riesce, con maestria, a catapultarci in cielo in balia delle feroci bestie volanti. Non esistono un sopra o un sotto, solo la lotta di Ian contro i rettili alati. I colori di Paolo Francescutto non fanno che impreziosire una scena così carica di azione. 

Per quest’albo i disegni sono stati affidati ad un’unica mano, quella di Salvatore Porcaro. La scelta di questo autore risulta quanto mai azzeccata, in quanto riesce a rendere al meglio la maestosità e la grazia predatrice delle viverne. I suoi disegni, carichi di toni scuri, si sposano inoltre molto bene alle scene d’azione, nonché a quelle ambientate nei palazzi dove si tessono intrighi.

La Grande Madre si unisce a Il volo delle viverne
La Grande Madre in tutto il suo rapace splendore

Il prossimo mese assisteremo a “Il sacrificio di Yannah” (“Dragonero il Ribelle” n° 17, 10 marzo 2021). Prepariamo i fazzoletti, oppure no! Come dice infatti il curatore Luca Barbieri

“… potrebbe essere un gustoso spoiler o una trappola fuorviante…”

Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.

I ribelli dell’Erondár

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