Ne “Il Luresindo” completeremo il viaggio nel passato (almeno una parte) di Alben e lanceremo un fugace sguardo al futuro dell’Ordine!
Come al solito, chi fosse interessato alla storia finora della saga di “Dragonero il Ribelle” può trovarla in questo articolo riepilogativo.
Vai con l’intro!
“…
That’s What Friends Are For, Friends, 1985, Dionne Warwick, Stevie Wonder, Gladys Knight, Elton John
Keep smiling, keep shining
Knowing you can always count on me, for sure
Cause I tell you, that’s what friends are for
Whoa, good times and the bad times
I’ll be on your side forever more
That’s what friends are for”
Il passato di Alben
Il peregrinare di Alben e Ian è quasi giunto al suo termine. Il vortice dei ricordi ci fa tornare ai tempi dell’Accademia dei Maghi. Qui Alben, giovane orfano, si ritrova a dover imparare come controllare il proprio immenso potere magico.
Ma, come spesso succede, le memorie sono una miscela dolceamara. Alben deve portare a compimento, con l’aiuto di Ian, un evento irrisolto, tragico e terribile.
Il vecchio Luresindo non può lasciarsi alle spalle nulla di oscuro prima di iniziare il proprio viaggio verso qualcosa che pare sempre più la sua “ultima missione”.
Analisi dell’episodio
Eccoci giunti all’albo 2 di 2 riguardante il passato, presente, ma soprattutto futuro, di Alben (e dell’Erondár). Ovviamente, come lo scorso mese, la penna è quella di Stefano Vietti.
L’episodio parte quasi dove si era interrotto lo scorso mese ma, mentre nella prima parte il presente era intervallato da sprazzi di passato ed intuizioni sul prossimo futuro, ne “Il Luresindo” il passato la fa da padrone. Più di metà albo, infatti, sono i ricordi di Alben. Non possiamo che ringraziare dato che così conosciamo un po’ di più della storia di un personaggio che fin dagli inizi è stato importante per la saga.
Tutti questi ricordi sono la base su cui è strutturato Alben, un luresindo che deve pensare, come da tradizione, tra benefici a breve e lungo termine e sacrifici, ma che in questi due albi (e in alcuni precedenti) abbiamo visto compiere scelte che mai ci saremmo immaginati. I personaggi di Dragonero si muovono in zone di grigio, dove il bianco e il nero non solo non sono stati completamente banditi, ma fungono ancora da faro e bussola per i nostri eroi.
Senza spoilerare troppo, l’intero motore di questa storia doppia è una colpa, vera o presunta, che il nostro vecchio mago brontolone, con la passione dei pomodori, decide di espiare/scendere a patti/risolvere. È un racconto vivo e vibrante di un uomo, prima di tutto, che sebbene possieda un enorme potere, non si è mai dimenticato da dove proviene, e dove sta andando…
Questa storia, in alcuni passaggi, assume quasi dei toni da volontà testamentarie. Un’ultima (?) missione, come se Alben sentisse la fine avvicinarsi, e uno scontro con Saul Jeranas potrebbe esserlo. E cosa potrà mai lasciare un personaggio che è sempre stato mentore, seppur a volte reticente, se non la Speranza?
La storia che si è dipanata tra i due albi è iniziata nel presente ma termina nel passato. Queste due linee si sono intrecciate in un maniera così avvincente, che il viaggio non poteva che chiudersi e concludersi nell’atto di eredità che Alben ha ricevuto e che a sua volta lascerà a chi verrà dopo di lui.
In apertura
In Cronache della Ribellione Luca Barbieri approfondisce l’aspetto fondante per entrare a far parte dell’Ordine dei Luresindi: il “talento magico“. Questa capacita che consente di piegare, tramite la propria volontà, l’ordine naturale delle cose, è sì un dono raro e prezioso, ma che può trasformarsi in una maledizione per sé, o per gli altri. I Luresindi separano il grano dalla pula, ma a volte perfino il chicco più forte reca con sé una stilla di tenebra. Il confronto tra Alben e Saul Jeranas, sin da “Le Origini“, assurge ad epitome dell’eterna lotta tra tradizione, essere custodi della magia naturale come lo è Alben, ed usare la magia demònica per i propri fini ed esserne completamente inebriati, come fanno Saul Jeranas e gli altri negormanti. L’armata di morti che il vecchio amico di Alben ha assemblato, presto (il prossimo mese) calerà su tutto l’Erondár.
Nell’editoriale viene consigliato, per chi volesse approfondire la propria conoscenza sui vari tipi di magia erondariana, il volume da libreria “Il globo delle anime“, che ripropone in formato deluxe la storia del terzo Speciale (Stefano Vietti e Gianluca Pagliarani).
Disegni & lettering
Gianluca Pagliarani (disegni) e Paolo Francescutto, ne “Il Luresindo”, interpretano un “momento” dell’albo, focalizzandosi sull’enorme portata del nemico e il “piccolo” baluardo che è Alben, anziché cogliere l’essenza dell’intera storia come avevano fatto la scorsa volta. Una felicissima scelta soprattutto grazie al sapiente uso delle prospettive e dei colori, un risultato molto evocativo!
Ai disegni ritroviamo nuovamente Fabrizio Galliccia e Fabio Babich, che si occupano, rispettivamente, della storia ambientata nel “presente” e dei ricordi del passato di Alben, vero filo conduttore tra passato, presente e futuro. La sinergia tra i due disegni/disegnatori raggiunge un livello impareggiabile quando, in diverse tavole, la continuità di azione fonde due momenti temporali diversi.
La mano dietro al lettering è quella di Luca Corda.
Dal prossimo numero, “L’esercito del male” (“Dragonero il Ribelle” n. 30, 8 aprile), e per i quattro mesi successivi, avremo a che fare con la necromantica minaccia di Saul Jeranas. Siete prontə ad affrontare questa ennesima prova?
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár