Spero che vi siate preparati per unirvi a Ian all’inseguimento de “Il demone fuggiasco“.
Prima, però, proseguiamo con i festeggiamenti per gli 80 anni della Sergio Bonelli Editore. In questo albo trovate in regalo la medaglia celebrativa di Gmor!
Se volete approfondire la saga di “Dragonero il Ribelle“, potete trovare le storie precedenti in questo articolo riepilogativo.
Vai con l’intro!
“…
Feed The Demons, You Only Live Twice, 2011, Pain
You better stay awake
The dark comes knocking so you better start running
Fear the demon…
…”
Il demone fuggiasco
Il villaggio di Woden è strategico nella lotta dell’Impero contro i Ribelli. Ma quando Ian e compagni fanno irruzione, lo trovano sinistramente vuoto.
È solo grazie ad un’approfondita indagine magica di Alben che scopriranno che il responsabile dell’eliminazione della guarnigione imperiale è un essere dalle fattezze demoniache.
Ian si imbarca quindi in un lungo viaggio all’inseguimento del fugace assassino, durante il quale scoprirà che le sue origini hanno radici in una vecchia missione mai del tutto portata a compimento. Dragonero incrocerà, messo con le spalle al muro, il suo cammino con quello dell’uomo-demone dalle lame gemelle. Ma questi risulterà essere un formidabile nemico o un futuro e inaspettato alleato?
Analisi dell’episodio
Il demone fuggiasco potrebbe sembrare, ad una prima lettura, una storia tipicamente “viettiana“, quasi con un sentore di Nathan Never. C’è un nemico (?) misterioso, un inseguimento, uno scontro, un personaggio bigger then bigger, ma soprattutto semi gettati nell’arco dell’intera serie, e che adesso iniziano a germogliare.
Ma questo solo se vogliamo fermarci ai meri avvenimenti dell’albo: come sempre quando si parla di Dragonero dobbiamo cambiare livello.
Abbiamo già detto, in un precedente articolo, che Ian si inserisce appieno nel solco delle teorie formulate ne “L’eroe dai mille volti“(1949, Joseph Campbell) e ne “Il viaggio dell’eroe” (Christopher Vogler, 1992), e qui vorrei che mi seguiste in un ulteriore cambio di livello.
Quello a cui stiamo assistendo da qualche numero a questa parte, ma se forse da sempre, è che è l’opera stessa che sta viaggiando ed ha attraversato, sta attraversando e attraverserà ogni fase: nuove soglie attraverso cui passare, nuovi guardiani con cui scontrarsi, sfide tentazioni, ombre e abissi da risalire.
Stefano Vietti è abile a tirare le fila dell’arazzo, chiudere nodi lasciati apparentemente indietro e aprirne di nuovi che vedranno il loro completamento al momento giusto. Come avviene questo mese con una storia narrata magistralmente, in equilibrio tra la “cerca” di Ian, scandita dalle leggende popolari unite tra di loro da un sottile fil rouge, ed uno scontro che è sia compimento di una vecchia questione insoluta, che l’inizio di qualcosa di nuovo nella vita del nostro Dragonero.
C’era effettivamente bisogno di una storia che vedesse come unico attore Ian, anche solo per tirare le somme degli ultimi avvenimenti e vedere come li avesse interiorizzati.
Siamo di fronte ad un Eroe che non vuole più essere solo un simbolo, che viene spostato su una scacchiera dove c’è più bisogno di lui. C’è un eroe che vuole capire, affrontare i “demoni” del proprio passato, prendere le decisioni che reputa giuste e assumersi la responsabilità di quelle sbagliate.
In apertura
Nell’editoriale Cronache della Ribellione, Luca Barbieri ricorda lo Speciale uscito nell’estate 2018. Le radici dell’albo di questo mese, infatti, si trovano lì. La storia, “Dragonero. La muraglia dei troll“, è stata recentemente riproposta, in versione deluxe, con un cartonato da libreria. Ci presenta inoltre il disegnatore unico per questo numero, Giuseppe Matteoni, dopo la sua breve apparizione nel n. 6 della Ribellione.
Ultima, ma non per importanza, è l’emozione sentita e condivisa con noi lettori, per le ottanta candeline spente dalla “fabbrica dei sogni” bonelliana!
Disegni
Come accennato poco sopra, in questa avventura in solitaria di Ian, solitario è anche il disegnatore Giuseppe Matteoni. Matteoni riesce a cogliere l’essenza della storia e renderla vivida in ogni sua tavola, da quelle di indagine che scandiscono un tempo dilatato a quelle di azione, dove raggiunge il suo apice.
Gianluca Pagliarani (disegni) e Paolo Francescutto (colori), dopo la breve vacanza dello scorso numero con la copertina “statica”, sono tornati con una densa di violenza, al cui centro svetta il misterioso demone fuggiasco.
Il prossimo mese ci troveremo sempre su questi lidi per ascoltare “Quando cantano le onde” (“Dragonero il Ribelle” n. 20, 9 giugno).
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár