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Gli Orchi della Terra di Mezzo – un mondo variegato

Le ultime immagini della serie Tv Amazon The Rings of Power riguardanti gli Orchi (parere personale: davvero ben fatti!) ha riportato in auge una discussione sugli Orchi della Terra di Mezzo, che ciclicamente rispunta, condita da certezze legate ai film di Peter Jackson che però certezze non sono affatto, se paragonate ai libri.

Qui voglio analizzare in dettaglio tre punti: gli Orchi sono esseri da laboratorio o esseri viventi? Esistono Orchi Femmina? Sono una cultura monotematica, abietta e appiattita sulla mostruosità maligna o presentano altre caratteristiche?

Gli Orchi di Tolkien: esseri viventi dall’origine drammatica

Tolkien fu angustiato, nel suo Legendarium, dal problema degli Orchi per tutta la vita.
In una lettera a Peter Hastings del settembre 1954, alla domanda su alcune spinose questioni metafisiche, Tolkien si concentra su varie obiezioni postegli riguardo al suo Mondo Secondario. In particolare, quella che ci interessa riguarda l’affermazione di Barbalbero riguardo alla creazione da parte dell’Oscuro Signore, di Troll e Orchi.
Tolkien risponde con estrema chiarezza:

“Barbalbero è un personaggio della mia storia, non è me (…) ci sono molte cose che non sa o non comprende (…) La sofferenza e l’esperienza danno a Frodo più intuito; e Lei leggerà nel cap. I del Libro VI le sue parole a Sam. ‘L’Ombra che li allevò sa sol disfare, non sa fare, creare cose nuove da sola. Non credo abbia generato gli Orchi; non fece che rovinarli e depravarli”.

Ed è esattamente quello che leggiamo nel Silmarillion. Lì si narra di come molti Elfi dei primi tempi, camminando nelle zone attorno al loro luogo d’origine, Cuiviènen, venissero catturati dai servi di Morgoth e “per mezzo di lente arti crudeli vennero corrotti e resi schiavi; e così Melkor generò l’orrenda razza degli Orchi che sono un atto d’invidia e scherno verso gli Elfi(…). Gli Orchi infatti prendevano vita e si moltiplicavano nello stesso modo dei Figli di Ilùvatar”. Insomma, gli Orchi sono creature con vita propria, perché il Male non può creare, ma solo deturpare. Non nascono certo dal fango, come si vede riguardo agli Uruk-Hai di Saruman nei film di Peter Jackson -scelta molto cinematografica ma assente dai libri-, hanno una vita propria, per quanto misera e triste.

Orchi Rings of Power

Gli Orchi femmina esistono!

Strettamente collegato a quest’ultimo punto è la considerazione sulla presenza o meno degli Orchi femmina. Se gli Orchi si riproducono come Elfi e Uomini, va da sé che esistono delle donne, anche se, visto il livello di “cultura” degli Orchi, saranno subordinate, sfruttate e suppliziate in maniera atroce dai maschi.

Tolkien stesso ci parla delle Orchesse. In una lettera dell’Ottobre 1963, infatti, sostiene che “ci devono essere state delle orchesse. Ma nelle storie che vedono gli orchi soltanto come soldati al servizio di signori malvagi non si conosce nulla sulle loro vite. Non si sapeva molto”.

Non si sapeva molto, certo, perché in una società militarista come quella degli Orchi, al servizio dei vari Oscuri Signori, le donne erano l’ultimo gradino della scala sociale. Eppure, ciò non toglie nulla alla loro esistenza all’interno del Legendarium.

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La varietà del mondo orchesco

Abbiamo detto che i servi di Morgoth sono per lo più schiacciati da un potere così grande, e corrotti da millenni, che per loro pensare a una realtà diversa, meno abbruttita, è impossibile; eppure Tolkien dipinge vari tipi di Orchi e dimostra che non erano e non sono personaggi monotematici.

Nell’ultimo libro del Professore dato alle stampe, The Nature of Middle Earth, si parla di un non meglio precisato gruppo di Orchi della Seconda Era che si ribellarono a Sauron perché volevano “fare da soli“. Non abbiamo altre delucidazioni, ma è una nota davvero interessante.

Gli elementi più interessanti, però, provengono dagli Orchi del Signore degli Anelli. I due Orchi di Mordor, Shagrat e Gorbag, mostrano il contrasto lancinante tra Minas Morgul e Barad-dur, o, meglio, tra le truppe preposte alla loro difesa. La cattura di Frodo scatenerà una vera e propria guerra tra le due fazioni, una “simpatica amicizia” come la definisce scherzosamente Sam.

Il massacro reciproco aiuterà Sam e Frodo a scappare; ma c’è un altro elemento, che emerge, tra i dialoghi di Shagrat e Gorbag: la schiavitù che caratterizza gli Orchi stessi, i quali possono godere quanto vogliono delle razzie e delle battaglie contro i tark (gli Uomini di Gondor) o gli Elfi, ma che sono prigionieri delle volontà dei loro padroni.

I due mostrano una notevole capacità di analisi della situazione, non lesinano critiche ai “superiori”, e dai loro dialoghi si capisce come gli Orchi non siano affatto degli automi, ma abbiano una precisa personalità, la quale, sebbene oscurata dalla crudeltà e dall’abbruttimento, riesce a venire fuori:

“Ma comunque, se effettivamente finirà bene, ci sarà molto più spazio. Che te ne pare?… Se dovessimo avere l’occasione, tu ed io, di svignarcela e metterci su per conto nostro con pochi ragazzi fidati, in un posto dove c’è del buon bottino e niente capi né superiori?”

“Ah!”, esclamò Shagrat. “Come ai vecchi tempi”.

“Sì”, disse Gorbag. “Ma non ci contare. Non sono per nulla tranquillo. Come dicevo, i Grandi Capi, eh sì”, la sua voce divenne quasi un bisbiglio, “sì, persino il più Grande, possono commettere degli errori. Qualcosa stava per introdursi, dici. Io ti dico: qualcosa si è introdotta. E dobbiamo stare all’erta. Tocca sempre ai poveri Uruk rimediare, con pochi ringraziamenti. Ma non dimenticare: i nemici non ci amano più di quanto amino Lui, e se lo sopraffanno, anche noi siamo finiti”.

Conclusioni

Ho sempre trovato questo dialogo illuminante e fin troppo poco analizzato. Esso mostra con chiarezza l’enorme varietà all’interno del mondo Orchesco: ci sono i soldati che obbediscono semplicemente agli ordini, ma anche quelli, come i due qui presenti, che denotano indipendenza di pensiero e una lucidità estrema, pur mescolata con la ferocia e l’ipocrisia tipica di chi vive per uccidere, e che fa la morale al nemico senza guardare in faccia sè stesso.

Gorbag rimpiange i tempi nei quali gli Orchi erano liberi… certo, liberi di massacrare e razziare, ma comunque è una frase significativa, e l’Orco mostra con chiarezza come spesso i superiori, in guerra, dicano sempre che la guerra vada bene, anche quando la realtà stride con la propaganda, come in questa frase emblematica e rivelatrice della varietà del mondo degli Orchi:

“Dovresti provare a star quassù in compagnia di Shelob”, disse Shagrat.“Vorrei provare un posto dove non ci siano né l’una né gli altri. Ma ora la guerra è incominciata, e dopo le cose saranno probabilmente più facili”. “Pare che stia andando bene, a sentir quello che dicono loro”.

“E che cos’altro potrebbero dire?”, grugnì Gorbag.

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