Se nei precedenti articoli abbiamo parlato del mondo dei supereroi ora è doveroso parlare del loro specchio oscuro gli eroi del male, poiché un eroe è tale solo rispetto alle minacce che affronta. Eccoci quindi qui a parlare di Villains con la V maiuscola, ma ricordate, non quella di V per Vendetta!
Questo articolo, come i precedenti, sarà diviso in due parti data la complessità del tema, poiché oltre al classico fenomeno del “cattivo della settimana” per cui il numero di criminali supera in maniera considerevole quello degli eroi. Questo è il punto da cui partiranno “Wanted” e “Vecchio Logan” di Mark Millar, come anche “Che cosa è successo all’uomo del domani?” di Alan Moore. Se non li avete letti vi consiglio di leggerli assolutamente!
Il mondo dei Villains è ricco di figure possenti e di temi a loro volta carichi di valori simbolici. Tratteremo quindi “gli Eroi del Male”, vero e proprio contraltare alla luce intensa e alla speranza emesse dai super.
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Come va costruiti dei buoni Eroi del Male?
Secondo le regole base di qualsiasi manuale di scrittura un buon cattivo, soprattutto in mondi così fortemente polarizzati, altro non è che lo specchio deforme e oscuro dell’eroe.
Anni di storie e di autori si accumulano su quelli che rischierebbero di essere solo semplici macchiette che, invece, con il tempo diventano qualcosa di unico, di più profondo e forse più umani di quanto sia l’essere umano oggi stesso.
Versione Marvel
Pensiamo, ad esempio, al Dottor Victor Von Doom, il famoso Dottor Destino, uno scienziato geniale e un possente incantatore che vive all’interno di un’armatura tecno-magica sia per difendersi da qualsiasi minaccia esterna che per celare al mondo il suo volto sfigurato.
Destino è forse un malvagio che vuole dominare il mondo per il gusto di farlo? No, quest’uomo, l’esatto opposto dell’elastico e flessibile Reed Richards dei Fantastici Quattro, è davvero spinto da una forma di altruismo al limite della maniacalità, poiché se il mondo è soltanto un meccanismo in preda alla follia degli inferiori, è compito dei possenti governarlo per proteggerlo dalle masse e se Destino è il migliore non è forse un torto a tutti non lasciare il mondo nelle sue mani? Anche questa forma di pensiero agli inizi può sembrare semplice megalomania.
Psicologia di Dottor Destino
Non si può negare, ad esempio che la filosofia che muove Destino altri non è che quella de “Il Leviatano” di Hobbes, dove la libertà del singolo va sacrificata a nome della sicurezza e stabilità del governo, unita al pensiero che smuove “La rivolta di Atlante” di Ayn Rand e che prevede un mondo dove le persone geniali non siano mitigate dalla mediocrità della massa.
In un mondo dove la barbarie dei mediocri impera soffocando gli innocenti nel sangue non è forse meglio un pugno di ferro (letterale in questo caso) a governare il mondo? E come ogni buon re, Destino è ovviamente disposto sia a infliggere le punizioni necessarie che ad accollarsi i sacrifici richiesti, al punto tale da, in una miniserie a lui dedicata, ottenere un desiderio e chiedere solo una cosa: di non provare più senso di colpa. Se il mondo degli uomini necessita di un dio allora che non sia umano come loro, no?
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Versione DC
Altro grande esempio di cosa sia un buon villain lo troviamo in Lex Luthor, la nemesi dell’Uomo d’Acciaio della DC Comics.
Superman è un alieno, immigrato illegalmente in America, ricordiamolo sempre. nato con dei doni incredibili e figlio di una famiglia che gli ha insegnato enormi valori. Lex è l’uomo più geniale al mondo, figlio di un padre alcolista, con una storia di abusi fisici e psichici alle spalle e con la spietatezza di chi ha dovuto tirarsi fuori dal fango solo con le sue forze.
Se il primo Luthor della Golden Age era solo uno scienziato pazzo, con il reboot degli anni ‘80 la potenza di questo criminale emerge in tutta la sua vera forza: da semplice inventore di tecnologie folli diviene l’incarnazione del liberismo spietato nato in quell’epoca passando da uomo in camice a CEO della LexCorp, una multinazionale priva di qualsiasi forma di scrupolo e morale.
L’astio e l’invidia di Lex, unite al suo senso di rivalsa verso un mondo che non gli ha donato mai nulla, è tale che in una delle prime storie della gestione Busiek un detective gli porterà delle prove su come Clark Kent sia in realtà l’Uomo d’Acciaio, ma il nostro villain negherà il legame poiché è impossibile che un essere nato con tali doni si limiti a nascondersi dietro la maschera di un timido e impacciato giornalista. Il famoso monologo di Bill in “Kill Bill Vol.2” credo spieghi bene il concetto.
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Conclusioni sugli Eroi del Male
Ed ecco quindi chi ci troviamo davanti quando parliamo di eroi del male: esseri che rappresentano la necessaria ombra, un’ombra glaciale e disumana, per far emergere al meglio ciò che rende unico un eroe, cioè il suo riuscire ad emergere senza accettare mai costi o compromessi che negherebbero la sua umanità.
Ed ecco a voi una domanda. A quale degli Eroi del Male siete più legati o che sentite più affini alla vostra persona? Fatecelo sapere!