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Frozen II – Il segreto di Arendelle: La Recensione

“Frozen II – Il segreto di Arendelle” è un film d’animazione del 2019 diretto da Chris Buck e Jennifer Lee. Si tratta del sequel del film Disney “Frozen – Il regno ghiacciato” e si pone come sua diretta continuazione. Nonostante le vicende si fossero concluse con il primo capitolo della storia, probabilmente il richiamo del marketing e l’amore dei fan per il personaggio di Elsa hanno portato la Disney a produrre un secondo capitolo. Il risultato è un film tanto piacevole per gli occhi e le orecchie quanto assolutamente inconcludente.

Trama

Diverso tempo dopo le vicende del primo capitolo, il regno di Arendelle è in pace, governato dalla sua sovrana che nel tempo sta imparando a controllare il suo potere. Anna e Kristoff nel frattempo vivono la loro storia d’amore, con la crescente consapevolezza di essere fatti l’uno per l’altra. Olaf vive un momento di profonda incertezza, cominciando a farsi domande filosofiche su diversi aspetti della vita. In questo idillio perfetto giunge una voce a turbare la quiete di Elsa. Nonostante la regina non voglia abbandonare tutto per cercare l’ignoto, quello strano richiamo sembra toccare corde di lei che fino a quel momento nessuno era riuscito a raggiungere. Quello sarà l’inizio dei guai per Arendelle.

Difetti della sceneggiatura

Purtroppo la parte interessante della trama si ferma esattamente nel primo quarto d’ora del film, per poi diventare di una banalità allucinante. Si riprendono i temi del primo capitolo, quali la paura e l’odio, ma in maniera fin troppo blanda. La Disney ancora una volta manca di prendere coscienza che i veri villain di questi due episodi siano i genitori di Elsa e Anna, colpevoli di aver fatto crescere le figlie come delle emarginate. Le rivelazioni su di loro, portate in questo film, non aiutano il giudizio su un padre e una madre alla meglio carenti e alla peggio folli.

Nonostante il villain del primo capitolo fosse campato per aria, giungendo all’improvviso con un vero e proprio colpo di scena, questo sequel manca persino di un antagonista. Volendo darci alla filosofia, potremmo dire che la parte del “nemico” la facciano i segreti.

Personaggi

Si apre una nota dolente sui personaggi. Purtroppo la più grande evoluzione che questi subiscono avviene nei primi cinque minuti di film, lasciando al resto della pellicola delle semplici conseguenze. Sven e Kristoff vincono il premio della giuria per “I personaggi che non avevamo idea di dove piazzare”. Essenzialmente il dinamico duo che tanti hanno apprezzato nel primo film vive una storia a parte, finendo spesso e volentieri slegati dal gruppo principale. Olaf, dopo i suoi momenti esistenziali all’inizio del film, viene messo da parte fino alla fine, nonostante sia protagonista di una scena tanto tragica quanto prevedibile.

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Canzoni

Parliamo del punto forte di questo film: le canzoni (in inglese). Trovo che la qualità generale sia incredibilmente migliorata rispetto a “Frozen – Il regno ghiacciato”. Sebbene il brano principale non raggiunga la stessa potenza di “Let it go”, trovo che abbia comunque un grandissimo valore filosofico. Il desiderio di rompere le catene che ti opprimono è sacrosanto ma anche l’affrontare quel pensiero in fondo alla mente che ti chiama lontano. Nonostante manchi un brano simile, tutti gli altri sono molto profondi.

Aspetto visivo e conclusioni

Visivamente il film è incredibile. Nonostante le vette raggiunte da Rapunzel, alcune scene di Frozen II sono davvero stupefacenti. Colori e forme si mischiano a formare arcobaleni visivi strabilianti. Tuttavia, a parte le canzoni, ben poche cose riescono a sopperire la mancanza di una sceneggiatura convincente. I nuovi personaggi sono quasi del tutto inutile ai fini della narrazione, relegati a pochi minuti di scena in modo da strizzare l’occhio al mondo LGBT. “Frozen II – Il segreto di Arendelle” si rivela essere un film non necessario. Non ha intenti moralizzanti. Non vuole insegnare nulla al pubblico. Non vuole neanche appagare le richieste di chi voleva che Elsa fosse omosessuale. Sembra semplicemente una Fan Fiction ad alto budget di “Avatar: The Last Airbender”.

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