Andiamo oggi a recensire la nuova fatica di Christopher Paolini, autore americano divenuto famoso in adolescenza grazie alla Saga di Eragon. Dormire in un Mare di Stelle, questo il titolo della sua nuova fatica, è una saga fantascientifica di due volumi arrivata in Italia a Settembre dello scorso anno. Sarà riuscito Christopher a migliorare e ripulirsi dai difetti ottenuti con Eragon?
Christopher Paolini è noto ai più per essere lo scrittore del Ciclo dell’Eredità, una quadrilogia avente come protagonista Eragon, cavaliere della Draghessa Saphira. Una saga scritta durante l’adolescenza dell’autore che riscosse un enorme successo tra il pubblico YA (young adult) che, a detta di molti, finì per rovinarsi proprio a causa della maturità dello scrittore stesso e dei cliché utilizzati. Fu proprio questa opinione, da me condivisa a larghe intese, che mi portò a interessarmi a Dormire in un Mare di Stelle, seconda saga di Paolini.
Nozioni Tecniche
Dormire in un Mare di Stelle: Volume Uno è un Romanzo fantascientifico di 670 pagine, edito in Italia da Rizzoli nel 22 Settembre 2020. Lo stile adulto è arricchito da terminologie scientifiche e spiegazioni, la lettura appare fluida e tutto sommato scorrevole. La suddivisione in capitoli, la prima persona singola con narratore onnisciente e la distribuzione di informazioni rendono il ritmo abbastanza scorrevole, sebbene tra alti e bassi dovuti perlopiù a tempi narrativi dilatati e ristretti.
Dormire in un Mare di Stelle è stato suddiviso in due Volumi (in Italia), mentre l’originale è un unico tomo di circa 880 pagine; il primo volume, più corposo, introduce l’ambientazione, le fazioni e i personaggi secondari più importanti.
Trama in breve
È l’ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Il sogno di un futuro d’amore con Alan sta per realizzarsi. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi. Una guerra universale è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un’odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà affrontare il destino a cui è chiamata e combattere per i propri simili.
Seconda di Copertina
Durante l’avventura di Kira Navárez siamo portati ad esplorare una vastità di sistemi, stazioni spaziali e avvenimenti; il viaggio della nostra protagonista xenobiologa comincia con la scoperta di un antico rudere alieno; ovviamente le cose si complicano e la sua vita prende una piega inaspettata. La sua unica compagna, che non può controllare, sarà la fonte dei suoi più grandi problemi, mentre dovrà fare i conti con chi prima di lei popolava l’universo e chi, probabilmente, vorrà popolarlo dopo.
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Pareri, Speranze …
Dormire in un Mare di Stelle è un romanzo per adulti (sebbene con molte virgolette) che si stacca dal suo predecessore Eragon anche come ambientazione, passando da Fantasy a Fantascientifico. Una buona mossa, a mio parere, sia per levarsi di dosso la figura di “autore emergente da favolette” che per cimentarsi in qualcosa di nuovo. Non essendo troppo avezzo al genere fantascientifico ho trovato Dormire in un Mare di Stelle: Volume 1 come un buon libro per adulti “ma non troppo”.
Come Eragon (e un po’ meno Inheritance) si lascia leggere ed è scorrevole, non richiede enormi conoscenze per essere apprezzato (solitamente i fantascientifici variano dal “quasi scienza” al “l’ha scritto un professore si fisica quantistica”) ed è tutto sommato veloce. In sostanza, la possibilità che diventi un buon libro per il grande pubblico ci sono; sarà poi il giudizio critico dei lettori più appassionati a stabilire se entrerà o meno nelle librerie dei “veri fan”.
… ma anche Dubbi e Incertezze
Nonostante ciò, ritengo che Dormire in un Mare di Stelle: Volume 1 sia un colpo sparato in maniera un po’ grossolana che fa il suo dovere ma che potrebbe (e dovrebbe) fare di meglio.
Da una parte abbiamo relazioni interessanti tra personaggi, discorsi interiori e argomenti sensibili; dall’altra abbiamo dialoghi che sembrano usciti dai Looney Tunes e alcuni cliché visti e stravisti. Le descrizioni subiscono lo stesso effetto: a volte sono troppe, altre volte sono scarse; raramente troviamo una via di mezzo che soddisfa l’immaginazione del lettore “aiutandolo a creare” anziché imboccandolo.
In sostanza, Paolini mi ha dato l’idea di non avere ancora chiaro che tipo di scrittore vuole essere, un po’ come Balto. Nè Lupo né Cane, sa soltanto cosa non è. Che sia maturato rispetto al Ciclo dell’Eredità non lo metto in dubbio, ma mi aspettavo qualcosa di più.
Vediamo come si rivelerà con il finale (nel Volume 2) e quale sarà il responso per l’intera saga.