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Desperados 3: La Recensione

Desperados 3 è un gioco stealth strategico in tempo reale sviluppato da Mimimi Games e pubblicato da THQ Nordic il 16 giugno 2020 sulle piattaforme Playstation 4, Xbox One e in generale per sistemi operativi Windows.
Nell’epoca videoludica odierna trovare giochi di genere stealth è sempre più raro e occasionale, e ancor di più lo è la variante strategica in tempo reale, un sottogenere che dal 1998 (anno d’uscita di Commandos: Dietro le linee nemiche) ha visto solo sporadiche pubblicazioni da piccole produzioni.
In qualche modo, però, questo classico genere di videogioco riesce a rimanere in vita, specialmente grazie al lavoro dello studio tedesco Mimimi Games che nel 2016 ci ha permesso di rivivere il fascino di questo particolare tipo di titolo con Shadow Tactics: Blades of the Shogun e che ad oggi ritorna alla carica con un inaspettato seguito di uno dei celebri esponenti del genere: facendo un passo indietro nel tempo nell’inospitale America della seconda metà dell’800, ritroviamo l’indomito cacciatore di taglie John Cooper e la sua banda combina guai alle prese con una nuova avventura in Desperados 3.

Tabula rasa

Anche considerando il poco riuscito spin-off Helldorado uscito nel 2007 la serie di Desperados, iniziata nel 2001, non vedeva un nuovo capitolo dal 2006.
Non sorprende quindi la scelta più che apprezzabile da parte degli sviluppatori di ripartire dalle origini di Coop e dei suoi fidati compagni proponendo un prequel di Desperatos: Wanted Dead or Alive.
Questo permette ai giocatori che non conoscevano questa serie di non sentirsi fuori luogo in merito ad eventuali riferimenti ad elementi chiave della storia e concede un gioco ed una narrazione fresca tanto per i neofiti che per i veterani, bilanciando la narrativa tra gli obiettivi a lungo termine dei suoi personaggi e i loro punti di partenza.
Una decisione quindi mirata e ben riuscita, che si sviluppa qui con successo anche grazie al mantenimento di una certa integrità dell’identità originale della serie proponendo una storia che riesce a rievocare le sensazioni dei migliori film di genere attraverso momenti iconici, umoristici e narrativi che ricalcano i cliché e i punti chiave delle opere di questo genere.

Desperados 3 è entrato ufficialmente in Fase Gold – Game Legends

Identità e stile

Già a suo tempo Desperados aveva rappresentato una certa trasformazione per il genere di appartenenza: se Commandos, nella sua semplificazione più elementare, può essere visto come una serie di “enigmi” vagamente interconnessi dall’ambientazione tematica di fondo della seconda guerra mondiale, Desperados ha senz’altro avuto il merito di cambiare approccio alla formula incorporando gli elementi meccanici di gameplay fondamentali in una narrativa coesa.
Questa caratteristica primaria è stata lasciata intatta anche in questo nuovo capitolo, prendendo la palla al balzo fin da subito, nelle missioni volte a spiegare le meccaniche di gioco, approfittandone per spiegare immediatamente lo scopo e il quadro generale della narrazione.
Scopriamo dunque immediatamente chi è Cooper e l’identità del suo obiettivo, Frank, lasciando alle missioni successive e agli eventi nel corso del gioco il dovere di spiegare, con i dovuti tempi, il perché di questa contesa tra i due.
Il tutto in un selvaggio West ben riconoscibile dagli amanti dell’ambientazione: una vasta regione dura, inospitale, che nella piena rappresentazione del Sogno Americano vede ogni bifolco all’opera per cercare, ad ogni costo, di sbancare e fare successo, riportando alla mente l’immagine classica del cowboy a cavallo del suo destriero che, sopravvissuto ad un nuovo e turbolento giorno, cavalca trionfante verso il tramonto portando con sé una nuova, rigorosa esperienza che lo accompagnerà verso una nuova avventura.
A differenza del precedente lavoro dello studio, che presentava una versione romantica e a tratti fiabesca del Giappone feudale dell’Edo, Desperados 3 mette in campo tutto il classicismo da western presentandolo in un tono più realistico e concreto, sia negli occasionali scambi di battute tra i vari personaggi che abitano le aree di gioco, sia negli eventi e nel modo in cui vengono approcciati, riuscendo a mantenere una narrativa coesa senza però mancare di momenti divertenti e di grande intrattenimento.
A contribuire alla buona riuscita di questa atmosfera ci sono, ovviamente, la direzione artistica ad hoc ed una colonna sonora dai toni certamente familiari ma al contempo freschi.
Come tipico del genere, il gioco adotta una prospettiva isometrica per aiutare la pianificazione e l’esecuzione delle strategie della nostra squadra, al contempo ricercando uno stile più fotorealistico rispetto al cel-shading adoperato da Shadow Tactics, riuscendo con successo a riprodurre e proporre i paesaggi del West in diverse location degli Stati Uniti, che vanno dai paesaggi aridi del Messico ai bayou della Louisiana.

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Pianificazione ed improvvisazione

Per far sì che tutto ciò funzioni è però necessario avere un gameplay di buona fattura, che Mimimi propone qui con diverse soluzioni che vanno dagli elementi ambientali utilizzabili come diversivo o, in maniera più diretta, come effettiva esecuzione della propria strategia (cosa che spesso richiederà un’indagine preventiva attraverso il dialogo con vari NPC) e con una diversa varietà di nemici.
Questo si traduce in un buon numero di capitoli da completare in almeno una trentina di ore di gioco affrontando situazioni di ogni genere che permettono, in media, dai tre ai cinque approcci diversi per essere risolte.
Alcuni di questi saranno mutualmente esclusivi, tuttavia ognuna delle soluzioni strategiche adottate verranno ricompensate adeguatamente.
E se un’adeguata strategia sarà sempre un ottimo punto di partenza per la buona riuscita degli obiettivi dei protagonisti, il gioco riesce con successo a muovere le sue dinamiche senza che il giocatore si incastri in vicoli ciechi che richiedano il riavvio totale del livello.
Certo, sfoderare pistole e sparare all’impazzata sarà un approccio più punitivo, ma non impossibile da adottare, e tutti i personaggi disponibili (cinque in tutto) hanno le capacità adeguate da impiegare nei modi più disparati senza mai essere però sbilanciati nel rendere le cose eccessivamente facili.
Questo significa che gli imprevisti avverranno, ma che il giocatore disporrà di ogni strumento necessario per potersi adattare rapidamente a quanto successo e riuscire a riportare la situazione a proprio vantaggio.
Una delle feature chiave del titolo è lo slowdown, uno strumento che una volta padroneggiato sarà difficile abbandonare e che permette di fermare l’azione di gioco e far compiere azioni e ordini ai vari personaggi per poi far eseguire gli input in maniera coordinata e contemporanea con la semplice pressione di un tasto.
Questa funzione è utile tanto per gli approcci più cauti che per quelli più rumorosi, e le possibilità organizzative e di esecuzione  disponibili grazie ad essa sono numerose e variegate al punto giusto.

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Oltre la campagna di Desperados 3

Sebbene la campagna sia effettivamente la portata principale di questo prodotto, essa non manca di una modalità extra, disponibile una volta completato circa il 50% del gioco, che permette di rivisitare i livelli con nuovi obiettivi, limiti, nemici e con sfide di completamento che sorprendono nel rivelare quanto velocemente missioni che ad un primo approccio sembrano richiedere ore possano essere realmente completate.
Oltre a questo va considerato il futuro supporto gratuito al titolo, in piena linea con la filosofia “games as a service” di Mimimi, che sicuramente aumenterà il contenuto di gioco e allungherà ulteriormente la già ottima fruibilità e rigiocabilità di un titolo come questo.
Benché privo di una localizzazione in lingua italiana che potrebbe frenare i meno avvezzi alla lingua inglese, Desperados 3 è  un titolo degno di attenzione per tutti gli appassionati del West o dei giochi strategici, in grado di farsi amare sia quando ogni tassello del puzzle si incastra perfettamente come programmato sia quando uno sgherro nascosto in un angolo anonimo manda all’aria ogni piano, in un’avventura dai toni classici ed iconici.
Certo, non tutto è perfetto, ed elementi come il cooldown delle armi ed i limiti all’uso delle abilità dei membri della banda può essere poco gradevole ad un primo approccio, ma l’ottimo map design, le sinergie tra i personaggi e la ricca offerta di gioco proposta dalla produzione riescono a bilanciare gli aspetti più deboli della giocabilità impacchettando un’esperienza di gioco piacevole, solida e stimolante.

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